lunedì 23 gennaio 2017

RECENSIONE - Una scacchiera nel cervello - Alain Gillot

Hello!

RECENSIONE
UNA SCACCHIERA NEL CERVELLO
Alain Gillot
edizioni e/o

TRAMA: Quando sua sorella sbarca a Sedan e gli affida il figlio di tredici anni per qualche settimana, Vincent si sente messo con le spalle al muro. Uomo solitario che ha rotto da tempo i ponti con la famiglia d'origine, non ama troppo i ragazzini, anche se di mestiere fa l'allenatore per la locale squadra di calcio giovanile. Come rapportarsi con quel nipote che rifugge ogni contatto e passa la notte a giocare a scacchi? E come reagirà Léonard nei confronti di quello zio sconosciuto, lui che al minimo gesto o parola imprevista va nel panico più assoluto? "Una scacchiera nel cervello" è la storia di un uomo che non si aspetta più niente dalla vita e le cui certezze, in seguito al miracolo di un incontro, stanno per andare in pezzi. Nel tentativo di tirare fuori dal suo isolamento un ragazzino che si rivela affetto dalla sindrome di Asperger, anche Vincent potrebbe aprirsi di nuovo al mondo e superare le ferite familiari.





"Ho imparato a giocare a scacchi in una caffetteria dove mamma mi lasciava spesso. C'erano parecchi giocatori e io guardavo. Non erano particolarmente bravi, ma era comunque interessante. Mi piace usarebene il cervello. E' la cosa che preferisco in assoluto."

Questa storia ha dalla sua parte ben tre elementi che mi hanno attratto sin da subito e che poi, durante la lettura, si sono rivelati rispondenti alle aspettative. Prima di tutto la casa editrice: ormai con le edizioni e/o vado praticamente sul sicuro, in catalogo hanno libri interessanti e particolari e trovo molto bello potermi fidare di un progetto editoriale a scatola chiusa. Ho in lista molti altri libri della stessa casa editrice, e ogni volta è una conferma di come non sia necessario essere "vittime" di un'agguerrita campagna pubblicitaria e della mobilitazione di una portentosa "macchina da guerra" per poter accedere a belle storie.

In secondo luogo l'argomento trattato: il libro è la storia di una "famiglia di loser", come detto in quarta di copertina, ma è principalmente la storia di Léonard e dei suoi "problemi", derivanti dalla sindrome di Asperger di cui soffre. Sono molto sensibile alle storie di problematicità psicologica, soprattutto adolescenziale (qui ad esempio il mio pensiero sulla storia di Chuck, rupofobico e socialmente disadattato, ma rimangono memorabili per me anche la lettura di "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" e, parlando di adulti, la storia di Don Tillman ne "L'amore è un difetto meraviglioso").

Infine, le atmosfere ovattate e un po' decadenti di una Francia di provincia, un luogo ben lontano dal glamour parigino cui siamo abituati a pensare quando veniamo rimandati oltralpe.

"Una scacchiera nel cervello" parla del rapporto all'inizio problematico tra un adolescente "difficile", diverso, chiuso nel suo mondo di scacchi e regole ripetute all'infinito, e un giovane uomo arrabbiato con la vita e con la sua famiglia di origine, da cui si è allontanato per sopravvivere come allenatore di una squadra di calcio di ragazzini. Quando Vincent si trova a dover affrontare la convivenza con questo suo nipote così strano e lontano da lui e dal mondo in cui vive quotidianamente, si trova a dover fare i conti con sé stesso e con il proprio passato, mai veramente risolto.

Attraverso gli sforzi che fa per cercare di "parlare" al nipote, per cercare di renderlo più forte e sicuro di sé e "adattato" al mondo, Vincent fa un viaggio dentro di sé, per scoprire interrogativi ancora irrisolti e per recuperare, forse, rapporti che credeva ormai perduti.

La parte del "riscatto" di Léonard, il modo in cui il ragazzo trova un suo posto nel mondo reale al di fuori delle sue mura precise e confortevoli mi ha lasciato un po' perplessa, perché temo che nella vita reale le cose purtroppo non possano andare così bene e soprattutto così velocemente come nei tempi di questo romanzo. Se però è vista come metafora del cambiamento possibile per ciascuno di noi, è una storia che commuove e convince, soprattutto perché sin dall'inizio, da quando il passato di Vincent si rivela attraverso piccoli flashback della sua tormentata infanzia, si parteggia e si fa il tifo per questa famiglia di "perdenti".

E' stata una bella lettura, lieve senza essere superficiale, delicata e dolceamara.

Mi sentivo come uno spettatore della mia stessa vita. Una commedia. Stavo per tornare a Saint-Quentin. Tutti quegli anni per andare il più lontano possibile, e ora stavo per tornarci. Ogni barriera che avevo eretto, e fortificato ogni giorno, ora dopo ora, con ostinazione, non era bastata. Alla fine ero rimasto a due ore di strada dalla mia infanzia. Ero proprio un coglione.

Cheers,
Eva

4 commenti:

  1. Ciao Eva, non conoscevo il romanzo, ma ho letto alcuni romanzi con personaggi con questa sindrome, come "Lo stano caso del cane ucciso a mezzanotte", che hai citato anche tu, e "Lo scalpellino" della Lackberg; in passato avevo visto anche una serie tv in cui uno dei protagonisti aveva un figlio con questa brutta patologia. La trama mi sembra interessante, anche perchè affrontare questo tipo di letture ci permette di apprendere meglio qualche aspetto della realtà! Buona settimana :-)

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    1. Buongiorno Ariel,
      grazie per essere passata. Grazie anche per il tuo indiretto suggerimento sulla Lackberg: come ho detto mi interessa molto leggere storie con personaggi "altri", diversi dalla massa, in particolare affetti da questa "sindrome" che non è forse una malattia ma è un modo di essere, con cui imparare a convivere. Non ho letto mai niente di questa scrittrice svedese ma vorrei farlo, questo potrebbe essere un buon punto di partenza.
      Una buona settimana anche a te.

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  2. Ciao Eva!
    Mi piacciono molto le tue ultime letture. Ne trovo sempre una da inserire in lista. Le storie che raccontano di vita vera e di famiglia, poi, mi piacciono moltissimo. Non ho mai letto ancora nulla di questo tipo ma questo romanzo me lo devo proprio segnare anche per capire meglio cos'è la sindrome di Asperger. Ottima recensione perchè so cosa aspettarmi da questa lettura!
    Un grosso abbraccio:)

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    1. Ciao Nik, penso che questo romanzo possa piacerti! E' molto "francese", nella storia, nelle ambientazioni, anche nello stile. Un abbraccio a te.

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