lunedì 23 novembre 2015

Hello!

Vi presento Aaron Luke Smith.
Numero 9 degli Highlanders (squadra della città di Dunedin) e soprattutto dei mitici All Blacks.
171 cm per 83 kg, un uomo dal fisico normale ma dal talento mostruoso.
La testa della squadra, in uno sport che, nonostante le apparenze di brutalità e fisicità estrema, è "una partita a scacchi giocata in velocità".


Cheers,
Eva

lunedì 16 novembre 2015

Hello!

In questi giorni di lutto per quello che è accaduto in Francia, una piccola luce di speranza si accende quando si viene a sapere che una persona meravigliosa, rimasta coinvolta nella bestialità di venerdì scorso, lotta e non si arrende (qui).
Forza Aristide Barraud, grande rugbysta, grande ragazzo.
Stringi i denti, ce la farai.

Aristide gioca a Mogliano, è nato in Francia ma vive da anni in Italia, e studia regia e cinematografia a Parigi.


Forza Aristide, ti aspettiamo in azzurro!

Cheers,
Eva

sabato 7 novembre 2015

Hello!

Prendendo in prestito il titolo di un bel romanzo di Miriam Tocci (ne ho parlato qui)...

UN CUORE OVALE... GRANDE COSI'


Cheers,
Eva


mercoledì 4 novembre 2015

Hello!

RECENSIONE

DELITTO DI MEZZA ESTATE
Autore: Henning Mankell
Traduttore: Giorgio Puleo
Titolo originale: Steget efter
Pubblicazione italiana: 2010, Marsilio Editori


TRAMA: Notte di solstizio. Tre giovani si incontrano in un bosco dell'Osterlen: sta per iniziare una cerimonia segreta in onore dell'estate, ma qualcuno li osserva di nascosto. La loro festa si tinge di sangue. Due foto ritrovate tra le carte di un collega assasinato convincono Wallander che gli omicidi sono collegati. Ora la polizia di Ystad è alle prse con gli inquietanti segreti di "uno di loro", un uomo che credevano di conoscere.

La settima inchiesta del commissario Wallander.

Recentemente scomparso, Henning Mankell è l'autore che, insieme allo Stieg Larsson della trilogia Millennium, ha fatto scoprire alle nostre latitudini calde il cosiddetto "giallo nordico", aprendo la strada ad una miriade di autori, più o meno bravi, che portano quotidianamente le gelide atmosfere del nord a raffreddare i nostri bollenti spiriti latini.
Io amo molto i gialli, e mi piacciono davvero tanto Mankell e il suo principale personaggio, Kurt Wallander,  il commissario di polizia di Ystad. Devo però dire che i suoi libri sono tutt'altro che rompicapi investigativi ed avventurosi in cui la trama e l'intreccio fanno la parte del leone nella narrazione: se cercate questo da un giallo, le avventure del commissario Wallander non fanno per voi.
Le inchieste del commissario sono invece perfette se cercate storie forti, introspezione psicologica, atmosfere cupe e fredde anche in piena estate, personaggi al limite, disturbanti, e dubbi, soprattutto dubbi, invece di certezze: il lieto fine risolutivo, la spiegazione che mette tutto a posto, al termine della storia, spesso non c'è. O meglio, ovviamente la trama immediata, l'intreccio poliziesco, si risolve con logica, ma è tutto quello che c'è dietro, la miseria umana dietro ai crimini in seno ad una società, quella svedese, sempre meno perfetta, l'angoscia di chi combatte il male inspiegabile, quella aleggia, rimane nel lettore anche dopo che ha chiuso il libro (spento il reader), e spinge a interrogarsi, e a pensare.
Questo libro, il settimo nella serie delle inchieste di Wallander, non fa eccezione.
C'è un assassino brutale, che sembra uccidere senza un perché, e pianificare accuratamente i duoi delitti sfidando la polizia a fermarlo, e ci sono i poliziotti, che cercano di capire chi è, perché agisce in quel modo, e quale sarà la sua prossima mossa. L'indagine procede a rilento, imbocca vicoli ciechi, si ripiega su sé stessa. L'assassino fallisce uno dei suoi delitti, ma sarà davvero così?
Non spenderò parole a descrivervi la trama: ovviamente, gran parte del fascino dei libri di Mankell è aspettare la fine per scoprire come Wallander, finalmente, riuscirà a trovare il modo di arrivare alla soluzione.
Voglio però dire qualcosa sul protagonista indiscusso, il commissario Wallander, che sullo schermo è stato (tra gli altri) interpretato in maniera eccezionale dal grandissimo Kenneth Branagh, in una produzione BBC.

Kurt Wallander è un uomo rotto: la sua vita personale è costellata di fallimenti, con la ex-moglie rancorosa, con il padre che non ha mai acettato il suo voler essere un poliziotto, con una figlia che non vede mai, e con cui sta cercando faticosamente di recuperare un rapporto. E' un uomo triste, fondamentalmente depresso, affaticato dalla vita, dolorosamente consapevole delle sue difficoltà a continuare con un lavoro sempre più duro, affrontando crimini sempre più insensati nella sua Svezia, un tempo così bella e ora sempre più "dannata".
E tuttavia resiste, perché forse, in fondo al cuore, sa che il suo lavoro non è solo qualcosa che fa: è anche qualcosa che è, e che non potrà cambiare mai. Kurt Wallander, nonostante tutto, non si arrende.

Sarebbe riuscito a resistere, ad avere la forza di continuare? Si guardò intorno senza trovare una risposta. Le onde erano mute.
Era però sicuro che la vita si sarebbe fatta sempre più dura. Che vi sarebbero state sempre più prsone emarginate, sempre più giovani che non avrebbero ereditato altro se non la percezione di non essere necessari. Sbarre, recinti e mazzi di chiavi sempre più grandi avrebbero caratterizzato gli anni a venire.
Capì anche che essere poliziotto significava una sola cosa. Opporre resistenza. Combattere, a dispetto di tutto...


E poi, c'è un'altra protagonista nei romanzi di Mankell, che me li fa amare a dispetto di tutto: la Svezia.

La pioggia aveva reso l'aria fresca. L'odore delle alghe marce era svanito. Il tempo caldo e secco era durato più di due settimane. Le nuvole di pioggia si erano spostate a nord. Ma faceva ancora caldo. Non c'era vento. Il movimento del mare contro la linea della spiaggia era quasi impercettibile.

Se amate le atmosfere del grande nord, la sua luce particolare, le sue infinite giornate estive, i suoi cupi inverni, questi romanzi non potranno che affascinarvi, e spingervi a conoscere sempre meglio questo paese così lontano da noi, così mutevole e sfaccettato, dal cuore caldo ricoperto di gelo, dove tutto sembra sempre uguale a sé stesso, e invece è ogni minuto diverso.



domenica 25 ottobre 2015

Hello!





Quando vi chiedono perché amate questo sport, mostrate questa foto!
Sonny Bill Williams, seconda linea centro degli All Blaks, appena vittoriosi contro il Sudafrica nella seminifinale che garantisce l'accesso alla finalissima del campionato del mondo di rugby, va a consolare Jesse Kriel, uno degli avversari sconfitti (vedi qui).

Solo nel rugby!

Non è un caso se calciatore, in inglese, si dice "football player", e rugbista, invece, "rugbyman".

Cheers,
Eva


venerdì 23 ottobre 2015

Hello!



"La più bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare a rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacità di soffrire. Questo è uno sport che allena alla vita"
John Kirwan, campione del mondo con la Nuova Zelanda, allenatore della Nazionale Italiana di Rugy.

Cheers,
Eva

venerdì 9 ottobre 2015

sabato 26 settembre 2015

Hello!


Weekend dedicato al rugby. Sei partite tra oggi e domani, Italia inclusa.
Che gli dei del rugby ce la mandino buona!

Cheers,
Eva

venerdì 25 settembre 2015

Hello!






Sono in stallo. Dubbiosa e perplessa. Parecchio scoraggiata.
Giornataccia.

Cheers,
Eva

mercoledì 9 settembre 2015

Hello!


La stagione degli allenamenti del mio bimbo è ricominciata.
Amavo il rugby da tanto, ma senza conoscerlo a fondo. Da un po' di tempo, da quando lui si allena con la sua squadra U10 nel "campo più bello del mondo", mi sono avvicinata a questo mondo, e ne sono affascinata.
E' uno sport inclusivo: nei tornei giovanili, non esistono titolari e riserve. Devono giocare tutti i membri della squadra, a rotazione. E se una squadra si trova a corto di giocatori, la squadra avversaria glieli deve prestare fino a completare la rosa.
E' uno sport formativo: gli allenatori si chiamano "educatori", e di solito sono ragazzi che amano passare il loro tempo con i bambini. In un mondo in cui la cura e l'educazione sono demandati quasi esclusivamente alle donne, è per i ragazzi un valore aggiunto l'avere un punto di riferimento maschile, giovane e simpatico, investito di autorità.
E' uno sport corretto: non è permesso fingere, imbrogliare, insultare o fare del male apposta. E durante le partitelle tra società, l'hurrà che si urla all'inizio è per l'altra squadra.
Giocare a rugby significa imparare il rispetto: dell'avversario, della fatica, delle regole. E le regole del rugby sono poche, e sono le stesse della vita: si vince solo tutti insieme; non è finita finché non è finita; non ci si arrende mai; e la fatica per ottenere qualcosa, fa diventare questo qualcosa ancora più bello.

Cheers,
Eva.



martedì 28 luglio 2015

Hello!





Il blog va in vacanza per un po'.

Divertitevi, riposatevi, rilassatevi, sognate.

Cheers,
Eva.

giovedì 16 luglio 2015

Hello!

Questo è per me il periodo peggiore dell'anno.
Due settimane, le ultime di luglio, in cui mi trascino sfatta verso vacanze che, invece di avvicinarsi, mi sembrano sempre più lontane...



Cheers,
Eva

lunedì 16 marzo 2015

Hello!

Stadio Olimpico, 15/3/15, Italia-Irlanda 0-29


Grazie lo stesso, ragazzi.

Cheers, Eva

domenica 8 marzo 2015

Hello!

Oggi vorrei chiacchierare di un argomento a cui sto pensando da un po': la coppia "secondaria" nei romanzi d'amore.
Negli ultimi mesi infatti mi è capitato di leggere alcuni romanzi in cui i protagonisti non mi hanno entusiasmato molto, o comunque la loro storia mi è sembrata un po' "sbiadita", rispetto a quella del cosiddetto subplot creato dall'autrice, con due personaggi di contorno, due non protagonisti che pur essendo tali, per me hanno rubato la scena alla grande, mi hanno fatto andare avanti nella lettura in modo frenetico, per carpire qualsiasi accenno alla loro interazione, e per arrivare al sospirato lieto fine soprattutto per loro.
Questa cosa mi ha fatto riflettere su quanto sia vero che a volte quello che si scrive prende una strada propria, sfugge di mano all'autrice e assume volontà indipendente: magari, al momento di delineare i tratti dei personaggi e la scaletta del romanzo, non si aveva proprio idea di dare tutta quell'importanza e quello spessore a due persone che dovevano essere solo di supporto ai protagonisti, e invece questi due rubano la scena e si impongano nel cuore delle lettrice.
A sua volta, questo mi ha portato a riflettere sulle diverse, diversissime corde che un romanzo, una storia, un personaggio, possono toccare. Com'è ovvio, credo che ogni romanzo possa piacere o meno, anche alla stessa persona se lo rilegge più volte,  a seconda delle proprie esperienze di vita, dell'età, dei gusti personali, delle affinità. Ricordo ad esempio un libro, non esattamente d'amore (ma forse in fondo sì: sto parlando di "Ogni cosa è illuminata", di J.S.Foer), che ho iniziato per ben tre volte, e che sono riuscita ad amare solo alla fine.
Per i libri di cui chiacchiererò brevemente in questo post, invece, la mia "divergenza" si è concretizzata nell'amare da subito profondamente e incondizionatamente i due non protagonisti molto più che la coppia principale. Per fare alcuni esempi, ho deciso di scegliere un romance contemporaneo, un romance storico, e una... "sorpresa" (se arriverete alla fine del post, la scoprirete).

ROMANCE CONTEMPORANEO
"Lady Cupido. Gli incontri del cuore" (S.E.Phillips)


qui la bellissima recensione di Francy Della Rosa nel blog La Mia Biblioteca Romantica
I protagonisti di questa storia sono Heath Champion, uno spietato agente sportivo di Chicago, che desidera sposarsi e contatta due agenzie matrimoniali, una delle quali è quella di Annabelle, di cui si innamora.
Storia principale bella e divertente, mi è piaciuta molto, ma l'amore "non protagonista" tra Bodie, ex-giocatore di football che ora è l'amico e assistente di Heath, e Portia, l'agente matrimoniale conconrrente di Annabelle, mi ha letteralmente stregata.
Sono due personaggi magnifici, assolutamente non convenzionali, che si incontrano, si scontrano, e alla fine si innamorano anche se sono probabilmente una delle combinazioni più improbabili di cui abbia mai letto in un romance. Lui è... fantastico. Serio, anche un po' freddo, solido come una roccia, un'ironia tagliente, una sicurezza in sé stesso che non è spacconeria, o arroganza, neanche un po', ma è... saldezza, forza, quella di una persona vera. Un uomo che indossa camicie eleganti sui suoi tatuaggi da maori. Un uomo di pochissime parole, e tutte giuste. E Portia... Portia è praticamente una stronza. Arrivista, manipolatrice, ossessionata dal peso e dall'estetica e dal successo... e mi ha fatto, da subito, istintivamente, una tenerezza immensa. Si vede, si vede lontano un miglio che dietro quella corazza c'è una fragilità infinita, c'è paura e solitudine, e Bodie... anche Bodie le vede. La provoca e la stuzzica e decide, proprio così, secondo me decide che si innamoreranno e staranno insieme per sempre perché solo insieme saranno completi. Perché lui le darà quello che lei sta cercando, e lo stesso farà Portia per lui. La tensione tra loro, immediata, incendiaria, vibra in ogni dialogo:
Bodie sorrise. "Sei davvero una bellissima stronza"
"Grazie"
Il sorriso di Bodie divenne più ampio e lei si sentì formicolare la pelle. Portia considerò la possibilità che quell'uomo fosse meno sciocco di quanto appariva.
"Una vera rompiballe" disse lui. "Questo è proprio il mio giorno fortunato". Portia trasalì quando Bodie allungò una mano verso di lei, ma quando la toccò alla base della gola con la punta del dito avvertì una piccola scossa sottopelle. "Io e te staremo benissimo insieme... purché io tenga un bel collare saldamente stretto intorno al tuo collo."

Staremo. Bodie usa il futuro perché ha già deciso, perché già sa, e, accidenti, il modo in cui riesce a tirar fuori dalla sua corazza la vera Portia, magnifica e ferita, fa tremare il cuore di emozione.


ROMANCE STORICO
"Cuori rubati" (M. Balogh)


qui la bella e accurata recensione di Samantha, sempre sul mio amato blog La Mia Biblioteca Romantica.
Mary Balogh è la regina, l'unica, la signora dei regency e anche in questo libro, non esattamente uno dei suoi migliori, si dimostra tale. La storia principale è lieve e carina, scorre tranquilla e lievissimamente noiosa verso l’inevitabile lieto fine senza particolari sofferenze, introspezioni psicologiche, riflessioni sul passato… forse perché i due protagonisti sono davvero tanto giovani, non mi hanno “preso” molto. Ma sono i due personaggi secondari che sono straordinari, secondo me. Sto parlando di Eunice, seria, compassata, anche dimessa nell'aspetto, ma anche colta e ironica, e di lord Charles Windrow, libertino e scanzonato. Sono stati loro due a “rubare il mio cuore” in questo romanzo. Anche solo per le sei pagine in cui hanno la conversazione in carrozza, in cui Lord Windrow le si propone, questa storia è indimenticabile. Quella di Lord Windrow a Eunice, per me, una delle scene più belle mai lette in un romance, un intero romanzo racchiuso in un dialogo che è un capolavoro. Una delle più belle dichiarazioni d'amore mai lette:
..."Perché dovrei desiderare di sposarvi? Forse è la vostra bellezza che mi affascina in modo incredibile. Oppure la vostra intelligenza che mi seduce. O la vostra mente, per la quale provo un desiderio fortissimo, sfrenato. Oppure forse è il semplice fatto che mi piacete, che gradisco immensamente conversare con voi e stare con voi, che adoro baciarvi e vorrei poter fare molto, ma molto altro, oltre a baciarvi"...

E' quel "desiderio fortissimo e sfrenato" per la mente di Eunice, che mi ha stregato. Perché indica un'intelligenza, in quest'uomo, che raramente ho trovato in un altro eroe romance, in qualsiasi epoca ambientato. Un'intelligenza molto, molto seducente.

SORPRESA!
"Il signore degli anelli" (J.R.R. Tolkien) (insieme all'omonima trilogia cinematografica del regista P. Jackson)


Beh, ammettetelo: non avreste mai immaginato di leggere questo titolo. Certo, non è un libro d'amore, ma pura fantasy, guerre e orchi ed elfi e strane creature... ma in realtà, il libro è molto, molto più di questo, e non sarò certamente io a parlarne qui, non ce n'è bisogno, il libro è un pilastro della letteratura mondiale da più di cinquant'anni e ci sono abbastanza appassionati e studiosi che ne hanno discusso molto più autorevolmente di quello che farei io.
Il libro è tante cose, dicevo. Anche (e forse soprattutto) vedendo il film, si può ammirare lo spazio lasciato ad Aragorn, il principe uomo, eroe ramingo, bello e tormentato, e Arwen, la principessa elfa, eterea e bellissima, che superano mille ostacoli, anche quelli che li vedrebbero divisi per sempre per il fatto di appartenere a due razze diverse... quindi sì, diciamocelo, Aragorn e Arwen sono i protagonisti principali della storia d'amore sottesa all'intera trilogia. E però... e però, anche qui, il mio cuore batte più forte per un'altra coppia, i secondari, i non protagonisti, coloro che forse non tutti ricordano se non marginalmente, di sfuggita: Eowyn e Faramir. La principessa Eowyn è temeraria, bionda e fiera, non teme la morte, la paura o il dolore... ma solo la gabbia: limitarsi ad esistere, giorno dopo giorno, senza vivere veramente... e quando il fiero Aragorn, di cui lei crede di essere innamorata, le dice che non crede che sarà quello il suo destino, lei rimane abbagliata dal pensiero di lui. Cosa può esserci di meglio che seguirlo nelle sue avventure, vivere in modo emozionante ogni peripezia ed imprevisto, affrontare nemici e combattere battaglie, sentirsi vivi? Eppure, dopo tanto dolore, dopo rabbia  e delusione, dopo che lui la lascia indietro, perché non è affatto il loro destino stare insieme... Eowyn incontra Faramir. un altro tipo di eroe, decisamente. Più calmo e posato, meno avventuroso e abbagliante, certo. Ma dal carisma tanto più affascinante perché non gridato, non ostentato in bravate e urla di guerra, bensì costruito con la costanza, l'amore, il rispetto e il coraggio:
Era costui un uomo d'alto rango, simile ad Aragorn in certi momenti; forse il suo lignaggio era meno alto, ma più vicino e tangibile: uno dei Re degli Uomini nato in tempi più recenti, ma impregnato della saggezza e della tristezza dell'Antica Razza [...] Era un capitano che gli uomini avrebbero seguito ovunque... persino all'ombra delle ali nere.
Ed è a lui che, alla fine della terribile guerra, quando il dolore e la tempesta sono ormai alle spalle, si apre il cuore di Eowyn: perché è lui che, con tutto il suo cuore, la ama:
"...Eowyn, tu non mi ami, o non vuoi amarmi?"
"Desideravo l'amore di un altro", ella rispose. "Ma non voglio la pietà di nessuno"
"Lo so", egli disse. "Desideravi l'amore di Sire Aragorn. Perché egli era grande e potente, e tu ambivi la fama, la gloria... [...] Ma quando ti diede soltanto comprensione e pietà, tu non desiderasti più nulla, se non una morte coraggiosa in battaglia. Guardami, Eowyn!"
Eowyn guardò Faramir a lungo e senza abbassare gli occhi; e Faramir disse: "Non deridere la pietà, dono di un cuore gentile, Eowyn! Ma io non ti offro la mia pietà, perché sei una dama nobile e valorosa e hai conquistato da sola fama e gloria [...] ; e sei una dama tanto bella che nemmeno le parole dell'idioma elfico potrebbero descriverti. E io ti amo. Un tempo ebbi pietà della tua tristezza. ma ora, se tu non conoscessi la tristezza, la paura e il dolore, se tu fossi anche la benefica Regina di Gondor, io ti amerei lo stesso. Non mi ami tu, Eowyn?"
Allora il cuore di Eowyn cambiò ad un tratto, e finalmente ella lo comprese. E il suo inverno scomparve, e il sole brillò dentro di lei.


Cheers, Eva



sabato 28 febbraio 2015

Hello!



Perdonate il post probabilmente troppo tematico, troppo lontano da quello di cui chiacchiero di solito, forse poco interessante per molte di voi... ma che grande, grandissima emozione questo pomeriggio, vissuta in diretta davanti alla televisione, e però con il cuore a Edimburgo, insieme ai nostri ragazzi dell'ITALIA RUGBY.
Storica e meravigliosa vittoria della nostra nazionale al Murrayfield contro la Scozia, battuta 19-22 con un coraggio, una forza di volontà e una tenacia che facevano tremare.
Bravissimi tutti!
Bravissimo capitan Parisse, instancabile nel sostenere e spingere la squadra in ogni istante.
Bravissimi i due ragazzi che esordivano oggi (Visentin e Bacchin), spinti con il cuore e con l'amore di tutto il popolo del rugby che viveva con loro l'emozione di essere per la prima volta lì, in uno dei templi mondiali del rugby, a scrivere la storia.
Bravissimo Luke MacLean, Man of the Match, meritatissimo titolo di miglior giocatore in campo.
Bravissimo Venditti, una meta di rapina bella, divertente e al cardiopalma... e fortunata, certo, ma che cavolo, un po' di fortuna anche per noi ci vuole, no?
Bravissimi tutti nel pacchetto di mischia, un pack roccioso e invincibile, una squadra vera, forte, unita: gli ultimi minuti impossibili da sopportare, il cuore che batteva impazzito, le grida ("vai! vai! vai!") che a casa tutti urlavamo in coro saltando sul divano, la liberazione e, sì, non mi vergogno, le lacrime di commozione al fischio finale...
I nostri eroi, i nostri leoni ce l'hanno fatta. Contro i commenti velenosi, contro la sfiducia, contro la paura, ce l'hanno fatta. Spinti dall'amore del popolo del rugby che crede in questa nazionale, che crede ancora che questo sia lo sport più bello del mondo, perché insegna ad essere persone migliori, perché "non è finita quando perdi, ma quando smetti di lottare".




Cheers,
Eva

PS Onore e rispetto ai ragazzi della nazionale scozzese.

giovedì 26 febbraio 2015

Hello!


Come vedete sopra, Jane Austen ha detto:
"Se un libro è ben scritto, lo trovo sempre troppo corto".

Molto, ma molto, ma molto, ma mooooolto modestamente, io aggiungo che credo valga anche l'opposto. Qualunque sia la lunghezza del libro che stai leggendo, se non ti piace, se non ti prende, se ti chiedi che cosa diamine voleva dirti l'autore o l'autrice, e perché, maledizione, perché tu non ci vedi proprio niente in quel libro, sarà lungo, e lungo, e lungo da finire...

Sto leggendo qualcosa che non mi sta piacendo. Non so se lo finirò. E' un libro breve, ma mi sembra così difficile arrivare alla fine, neanche fosse delle dimensioni del Signore degli Anelli. E' il secondo libro di seguito che leggo, e non mi prende. L'altro l'ho finito: era di una scrittrice americana, abbastanza osannata oltreoceano, in cui non ho però trovato la scintilla.
Per questo che sto leggendo adesso, di un'autrice italiana emergente ma abbastanza conosciuta, probabilmente interromperò la lettura.
Forse però arriverò fino alla fine, per vedere se riesco a capire cosa gli altri hanno potuto vedere in questa storia, che io, evidentemente per mia colpa, non riesco a cogliere.
Soprattutto, vorrei riuscire a darmi una risposta a questa domanda:
è giusto parlarne (male o comunque non bene) qui nel mio blogghino?
Dove ho deciso di chiacchierare dei libri che leggo?
Non so, chi sono io per scrivere giudizi negativi sul lavoro degli altri? Non sono una critica di professione. Parlerei solo di emozioni suscitate, di sensazioni, di fastidio o indifferenza...
E allora no. Per ora, no.
Per il momento, decido di parlare solo delle cose che mi piacciono, delle belle emozioni che provo grazie alle autrici (italiane e straniere) che scrivono le storie che mi accompagnano in questo momento della mia vita.

Cheers,
Eva


martedì 24 febbraio 2015

Hello!

“Vivo nel terrore di ammalarmi di ipocondria” (P. Burini)

Oggi chiacchiero dell'ultimo libro di Chiara Parenti, "L'importanza di chiamarsi Cristian Grei". Avevo già amato molto i suoi precedenti libri (qui la mia chiacchierata su "Con un poco di zucchero"), e oltretutto ho avuto modo di interagire (in via virtuale) con l'autrice, che è una persona molto simpatica, generosa e divertente. Non mi sono quindi lasciata sfuggire, appena pubblicato per la Rizzoli YouFeel, il suo nuovo lavoro.




Trama (dalla quarta di copertina)
L’ amore è un gioco. Ti va di giocare con me?
Dall'autrice di Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito) e Con un poco di zucchero una nuova e divertente commedia che vi ossessionerà e legherà fino all'ultima pagina.

Cristian Grei ha trentadue anni e una sola, acerrima nemica: E. L. James, che con le sue 50 Sfumature gli ha rovinato la vita. Tutte le donne, infatti, appena sentono il suo nome, vedono in lui un dominatore in 3D e l'incarnazione delle più proibite fantasie erotiche. Ma se vivi a Prato, fai il becchino nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia e sei ipocondriaco, avere il nome "uguale" a quello del più grande amatore di tutti i tempi, che si sposta in elicottero ed è a capo di un’azienda leader mondiale, può creare una costante e fastidiosissima ansia da prestazione. Solo Antonella, l'amica di sempre, è in grado di divertirsi giocando con lui e tenere a bada le sue mille ansie, ma soprattuto è disposta ad amarlo per quello che è realmente. Cristian Grei riuscirà finalmente a capire che è lei la donna giusta? E soprattutto sarà “pronto a riceverla”?


Ancora una volta, Chiara è riuscita a farmi divertire di cuore, ridere a voce alta, emozionare e commuovere. Tutto insieme, tutto in una rocambolesca avventura con protagonisti Cristian, un ipocondriaco seriale (ma ha un'ottima ragione per esserlo) e Antonella detta Tony, una donna-medico-scricciolo-"zainetto", che lo ama, lo ama, lo ama, e riesce non so come a tenere nascosto questo suo sentimento profondo e fortissimo per più di quattro anni, pur di non perderlo, pur di non rinunciare ad avere almeno la sua amicizia. Lo vede perfino prendersi sbandate per altre donne, lo ascolta confidarle problemi fisici (anche imbarazzanti) proprio come se fosse una sorella, un amico, un essere asessuato, e il suo cuore insieme sanguina e canta quando è con lui... finché arriva al limite e scappa (come le ho urlato io di fare fin dall'inizio del libro), perché queste storie non si possono trascinare troppo a lungo senza logorare l'anima.
E Cristian? Ossessionato dalla paura di morire, terrorizzato dalla consapevolezza di non essere assolutamente all'altezza del suo nome-cognome (maledetta E.L. James e maledetto il suo miliardario sessuomane), accecato a sua volta dal terrore di perdere Tony, l'unico punto fermo della sua vita, combina un casino dopo l'altro, inciampa nelle occasioni di raddrizzare la sua esistenza (e regalare ad entrambi l'amore e la felicità che potrebbero avere) e non le vede, balbetta, esita, e rischia di lasciarsi sfuggire, insieme a Tony, anche la possibilità di diventare quello che è realmente dentro di sé.
Un gigantesco fraintendimento li ha allontanati come innamorati per quattro anni, dando tuttavia loro l'occasione di avvicinarsi come mai avrebbero potuto. Sono stati il migliore amico l'uno dell'altra, amando l'uno l'altra senza saperlo, e anche quando tutto si rompe e sembra troppo tardi per potersi riaggiustare, per fortuna la forza e il coraggio di Tony sono talmente grandi da irradiarsi, da scavalcare letteralmente continenti ed oceani per raggiungerlo anche se lei è lontana, e dare a Cristian la giusta spinta per tornare ad essere vivo:
"Ti amo da quella notte in ospedale di quattro anni fa, quando nessuno credeva che stessi morendo, mentre io stavo davvero morendo dentro. E tu sei stata la sola ad averlo capito, la sola a salvarmi... Mi hai salvato, Antonella, due volte. Prima standomi vicino, e poi lasciandomi. Adesso ti chiedo di farlo ancora"

Come pensate che sia finita?

Cheers, Eva

giovedì 19 febbraio 2015

Hello!


Oggi andiamo in Scozia!

Uno dei paesi più spettacolari della terra, con paesaggi mozzafiato, tradizione millenaria, e una magia nell'aria che lo rende uno dei posti più belli in cui andare in vacanza... e in cui sognare di andare a vivere per sempre!
E' quello che succede a Senna e Francesca, le protagoniste del libro di cui chiacchiero oggi: "Alla fine dell'orizzonte", di Stella Bright (Triskell Edizioni).



Trama (dalla quarta di copertina)
Una vacanza in Scozia, due giovani donne in cerca di avventura in un luogo che è il sogno di una vita. Destino, predestinazione, fortuna? Chissà. Fatto sta che faranno un incontro inaspettato. Due storie d’amore diverse, come diverse sono le personalità dei protagonisti, ma con lo stesso epilogo sullo sfondo dei suggestivi paesaggi di Scozia dove passato e presente sembrano confondersi.


Avevo già avuto occasione di conoscere il talento di Stella Bright, quando ho letto il suo precedente lavoro pubblicato sempre dalla Triskell, "Perché proprio a me" (qui la mia chiacchierata sul blogghino), e quindi, quando è uscito questo suo romanzo breve, non ho assolutamente esitato ad acquistarlo e a tuffarmi nelle magiche atmosfere scozzesi evocate dalla trama... e non sono stata assolutamente delusa!
E' stato un viaggio del cuore, della memoria, in un paese che ho amato alla follia quando l'ho visitato insieme a mio marito, ormai nove anni fa, e mentre leggevo mi sembrava di essere di nuovo lì, immersa nella magia dei colori e dei profumi della Scozia:

"Le colline che si innalzavano lungo la costa erano spruzzate dalle macchie gialle del ginestrone fiorito e dai batuffoli bianchi delle pecore al pascolo. Il mare si perdeva verso nord, gelido e scuro, una distesa di erbe ruvide cresceva ostinata fra la spiaggia e la strada in quell'ambiente salmastro sferzato dal vento. Un paesaggio che trasmetteva loro un senso di pace, ma che racchiudeva in sé un che di aspro e selvatico."

In questa cormice così splendidamente tratteggiata, nascono e si sviluppano le storie d'amore tra Senna e Francesca, due ragazze italiane che partono da Genova alla volta della Scozia per una vacanza, e Ian e Roran, due cugini scozzesi, diversi nel fisico e nel carattere ma entrambi affascinanti, che le ospitano nel loro B&B:

"... si era fatta un'idea su quei due: Roran era come un torrente in piena, spumeggiante e notevolmente pericoloso, al contrario intuiva che Ian fosse come un lago immobile e profondo. Misterioso. Una notevole dose di sensualità traspariva dalla sua superficie."

Ben presto, tra Ian e Senna nasce un sentimento subito profondo, a cui entrambi non esitano ad abbandonarsi, pieni di fiducia e coraggio, mentre Roran e Francesca all'inizio combattono contro un'attrazione potente che li spaventa e che sembra quasi allontanarli, prima che entrambi riescano a trovare la chiave per trovarsi.
Devo proprio dirlo, mentre Roran e Francesca mi hanno dato un po' d'ansia, con i loro dubbi e la loro incapacità di abbandonarsi ad un sentimento evidente e fortissimo, trovo che Senna e Ian siano due personaggi magnifici: tranquilli, sereni, aperti e fiduciosi, si lasciano portare per mano uno dall'altra...
E' stata proprio la loro storia a farmi amare moltissimo questo libro, questo lento e inesorabile intrecciarsi di due anime affini, questa semplicità nel riconoscere la potenza dei propri sentimenti e il loro inevitabile, magico destino.

Cheers,
Eva

sabato 14 febbraio 2015

Hello!

In tutto ciò che devi far il lato bello puoi trovar.
Lo troverai e: Hop! Il gioco vien!
Ed ogni compito divien più semplice e seren
dovrai capir che il trucco è tutto qui!
Con un poco di zucchero la pillola va giù,
la pillola va giù, la pillola va giù.
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù.
Tutto brillerà di più.



Oggi farò quattro chiacchiere su "Con un poco di zucchero", di Chiara Parenti (Rizzoli YouFeel, 2014)
 


Trama (dalla quarta di copertina)
A trent’anni suonati Matteo Gallo, aspirante scrittore senza soldi e senza speranze, è costretto a vivere con la sorella Beatrice e “loro”, Rachele e Gabriele, i due scatenatissimi nipotini. Nessuna delle tate finora ingaggiate è riuscita a domarli. Ma ecco che, come per magia, un pomeriggio di fine settembre, un forte vento che spazza le nubi dal cielo porta tata Katie.
Beatrice e i suoi bambini restano subito incantati da questa ragazza inglese un po’ stravagante e scombinata, che fa yoga, mangia verdure, va pazza per i dolci... e che con le sue storie fantastiche e i suoi giochi incredibili è in grado di cancellare l’amaro della vita. Matteo invece cercherà (o crederà) di sottrarsi al suo influsso: ma sarà tutto inutile, perché Katie compirà su di lui la magia più grande. Quella dell'amore.
Dall’autrice del romanzo rivelazione dell’estate 2014 “Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito)” una nuova, divertente e supercalifragilistichespiralidosa storia d’amore, che fa rivivere il mito di Mary Poppins


Delizioso!
E' la prima parola che mi viene in mente per descrivere questo romanzo (breve; la dimensione scelta dalla Rizzoli YouFeel per questa collana digitale è perfetta per le mie corde). Ma ce ne sarebbero anche molte altre: sorprendente, divertente, romantico...
E' sorprendente perchè raccontato dal punto di vista del protagonista maschile, Matteo: sarcastico e disperato nel suo dibattersi in una palude di immobilità personale, professionale, amorosa, spaventato dal tornado che Katie porta nella sua vita, sgomento di fronte alla necessità, al fortissimo bisogno di lasciarsi andare al vento e ritrovare la felicità laddove proprio non si sarebbe mai aspettato di trovarla.
E' divertente perchè fa ridere. Fa ridere davvero, senza sotterfugi, senza trucchi: a volte con sottile ironia, a volte con battute grasse che faremmo tutti chiacchierando con gli amici, a volte mostrando situazioni così buffe da far venire le lacrime agli occhi. Fa ridere la bimba Rachele che parla prima come una principessa e poi come una badante ucraina. Fa ridere Katie che dà i nomi alle sue borse e deve contare i gradini in salita (ahi! lo faccio anch'io, sarò anch'io un po' pazza come lei?). Fa ridere la famiglia vetero-ciociara di Matteo e Beatrice nella casa di famiglia a Campoli Appennino, uguale uguale a quella che ognuno di noi ha al paesello, accuratamente nascosta ai nostri mondani amici di città.
E' romantico perché Matteo si innamora, e noi lo vediamo. Lo vedono tutti, tranne lui, ma lui continua ad innamorarsi, sempre di più, finché, quando finalmente lo capisce, è definitivamente spacciato:
Alle mie spalle Katie si lascia trascinare verso l'ingresso principale. Quando mi volto, mi sorride divertita e la luce che emana è davvero qualcosa di sorprendente. La osservo con attenzione, qui in piedi, appoggiata a me, e mi domando come ho fatto a non accorgermi finora di quanto sia bella. Di una bellezza unica, che viene da dentro. Una bellezza tutta sua che ti accende l'anima e ti rende euforico.
Devo portarla fuori di qui. Devo baciarla subito o morirò di certo.


Chiara è riuscita a dipingere un quadro acceso, un po' pazzo e pieno di colori come la parete della cucina di casa di Beatrice dopo che Matteo e i bambini hanno deciso di personalizzarla (leggete e capirete), ha narrato di una famiglia, e di una donna forte che trova la sua forza nella gioia. Ha raccontato di un amore che nasce, di serenità ritrovata e di fiducia, e con tutto questo mi ha portata via con sé, nel vento.

Cheers,
Eva

domenica 8 febbraio 2015

Hello!

Ispirata dalla lettura di "Perché proprio a me" di Stella Bright (qui la mia recente recensione), e ansiosa di immergermi di nuovo nelle atmosfere affascinanti del rugby, ho dedicato gli ultimi giorni ad una full immersion in questo mondo interessante e sempre troppo poco conosciuto.
Prima di tutto, due parole su una delle più belle esperienze che abbia vissuto negli ultimi anni: insieme alla mia famiglia, sono andata allo Stadio Olimpico di Roma per assistere alla partita Italia-Irlanda, valida per il Torneo 6 Nazioni del 2015.



Ecco una mia foto scattata all'Olimpico, durante il riscaldamento pre-partita... Sulla sinistra, si vede il capitano Sergio Parisse sollevato per afferrare una rimessa laterale.

Nonostante la sconfitta (3-26, sigh!), è stato un bellissimo pomeriggio di sport, insieme a migliaia di altre persone, italiani e irlandesi insieme, mischiati, ad incitare i propri giocatori e ad applaudire gli avversari.
Non c'è proprio niente da fare, il rugby è proprio tutta un'altra storia... abbiamo già dato appuntamento ai nostri azzurri a domenica 15 Marzo, sempre all'Olimpico, contro la Francia.
Tornando alle mie letture, proprio questo finesettimana mi sono dedicata a due bei romanzi brevi ambientati nel mondo del rugby, e cioè la doppietta di Miriam Tocci: "Un cuore ovale" e "La meta del cuore"


Trama (dalla quarta di copertina)
Quel Principe di Azzurro aveva la maglia.  Con un matrimonio fallito alle spalle e un presente precario fatto di mille lavori per sbarcare il lunario, Serena non ha una vita facile. Ma le ferite del passato non hanno cancellato il suo grande sogno: ristrutturare il vecchio casale di famiglia e aprire un'attività tutta sua in mezzo alla natura. Con tutti questi pensieri per la testa, non c'è tempo da perdere in flirt: così quando al pub in cui lavora incontra Francesco, giocatore della nazionale italiana di rugby, non fa caso alle sue attenzioni. Quello che non può immaginare è che nel giro di poche ore lo rivedrà. E non al pub, ma in una clinica veterinaria dove lei opera come assistente e dove Francesco porta una cagnolina ferita, raccolta sul ciglio della strada. Serena non è immune al fascino del bel rugbista e rivederlo in veste di salvatore di animali lo rende ancora più attraente ai suoi occhi. Ma con tutte le donne che girano intorno ai campioni, è convinta di non avere speranze. Invece Francesco da quella sera non ha in testa altra meta… Una romantica, tenera, emozionante partita a due da gustare anche dopo il Terzo Tempo.



Trama (dalla quarta di copertina)
James Russo, titolare della nazionale di rugby, affronta la vita e il gioco di squadra con caparbietà e una buona dose di arroganza. E il cuore? Tutte le donne cadono ai suoi piedi, ma lui sa bene come fuggire da un letto dopo un’infuocata notte di sesso. In amore come nel gioco, però, è solo questione di episodi e di tempo. E quando un infortunio costringe James al riposo forzato, entra in campo il rivale che non ti aspetti e difficile da placcare: la fisioterapista Anna Martini. Sorriso dolce,accecante e un po’ malinconico, carattere d’acciaio come i muscoli che cura, Nina respinge tutte le avances del bel campione e presto fa meta nel suo cuore. Ma dietro un gioco di seduzione e complicità si nasconde qualcosa di più profondo: un passato doloroso, sentimenti puri e tanta voglia di costruire un futuro insieme. Sedetevi sugli spalti e iniziate a fare il tifo: dopo il successo di UN CUORE OVALE sta per iniziare un’altra partita a due.


Il primo dei due romanzi, che racconta dell'amore tra Francesco e Serena, era stato pubblicato dalla nuova collana digitale della Rizzoli RCS, YouFeel, nel luglio dell'anno scorso, mentre il secondo, con la storia di James e Nina, è appena uscito. Tranne Nina, tutti i personaggi principali e secondari sono presenti in entrambi, e i due libri si potrebbro definire una "miniserie", ma ogni romanzo si può benissimo leggere indipendentemente dall'altro.
Ed è davvero, davvero una gran bella lettura. Faccio tutti i miei complimenti all'autrice, che avevo letto per la prima volta sul mio blog preferito, La Mia Biblioteca Romantica: ecco qui un suo racconto, che mi aveva colpito molto positivamente nel corso della rassegna Christmas In Love 2013.
La sua scrittura è armonica, fluida, precisa, il suo stile è divertente e ironico, i suoi personaggi ben delineati, approfonditi, a tutto tondo, reali.
I sentimenti nascono delicati e potenti, la chimica tra Serena e Francesco, e ancora di più tra James e Nina, è descritta in modo emozionante e anche dolcemente ironico, divertente.
Per esempio, ecco come Serena comincia a "sciogliersi" nei confronti di Francesco:

Lo squadrò dall'alto in basso cercando di immaginarselo - con una punta di sadico compiacimento - sporco di fango fino al midollo. Povero bambino viziato, chissà se aveva fatto i capricci.
"Allora è lei il presunto salvatore della piccola".
"Presunto? Cosa intende dire?".
"Mi spieghi cos'è successo di preciso ieri sera".
Francesco la fissò per un momento, poi si sedette sulle sedie di plastica, occupandone quasi due. Aveva i gomiti sulle ginocchia e le dita intrecciate. Le rivolse un sorriso e la maschera di durezza che sembrava renderlo impermeabile ai sentimenti s'incrinò.
Il cuore di Serena iniziò a battere forte. I capelli sul viso, quegli occhi color piombo fuso, i muscoli delle spalle tesi. L'immagine di lui bagnato e sporco di fango le riaffiorò alla mente come sughero nell'acqua, solo che adesso, invece di apparire come un signorino con la luna storta per via dei pantaloni griffati da buttare, le si presentò in una veste del tutto nuova. E mooolto sexy.


Tra le due coppie, non saprei dire quale ho preferito: mentre tra Serena e Francesco l'amore nasce piano ed esplode dopo un po', superando  con coraggio gli ostacoli che provano a rallentarlo, quello tra James e Nina vibra subito di una potente attrazione fisica, vissuta con paura da Nina e con immenso stupore da parte di James. All'inizio, infatti, i due battibeccano e si lanciano frecciatine, per nascondere anche a loro stessi il magnetismo che nasce immediato tra di loro:

Nina sorrise. "Perché hai scelto questo sport di contatto, aggressivo?"
Gli occhi di James si strinsero un poco, come volesse metterla a fuoco o le puntasse contro il mirino di un'arma micidiale.
"Prendere parte a uno scontro è intenso come fare l'amore. Partecipi con ogni fibra di te stesso, ti dai completamente, alternando il garbo alla rudezza: assecondi e favorisci il compagno di squadra, dosi la forza contro gli avversari per arrivare al piacere di segnare una meta. Ed è tutta un'altra cosa, se lo fai con il cuore.


Le due storie d'amore sono ben inserite in un contesto più ampio, con una solida trama generale fatta di personaggi secondari ben delineati, di dialoghi realistici e allo stesso tempo mai noiosi o banali, di ambienti ben descritti, rappresentati in modo dettagliato tanto da renderli familiari.
Francesco e James sono amici davvero, si vede dal loro modo di interagire, dal passato comune che si intuisce, e il loro sentimenti teneri e dolci, così in contrasto con il loro aspetto fisico da "guerrieri" imponenti e che incute quasi paura, ma anche così sensuali e ardenti, per due donni forti e volitive come Serena e Nina, mi hanno scaldato il cuore.
Due belle storie d'amore, che consiglio assolutamente.

Cheers,
Eva



martedì 3 febbraio 2015

Hello!

"Gli inglesi giocano a rugby perché lo hanno inventato; gli irlandesi ci giocano perché odiano gli inglesi e adorano le risse; gli scozzesi perché sono i nemici storici degli inglesi; mentre i gallesi hanno un vantaggio su tutti gli altri: ognuno di loro è nato su un campo da rugby o vi è stato concepito."
Peter Robbins, rugbista a 15 britannico
 


Oggi vi parlo di una lettura appena conclusa: "Perché proprio a me", di Stella Bright (Triskell Edizioni).

Trama (dalla quarta di copertina):
Glenna, componente dello staff tecnico della squadra di rugby dei Cardiffs, è un vero peperino, un maschiaccio. E una rossa da urlo. La sua vita viene letteralmente messa sottosopra dall’arrivo di un nuovo elemento dalla Repubblica Sudafricana: Johann Christiaan Van der Vaals. Perché le è toccata una simile punizione divina? Da parte sua sarà guerra su tutti i fronti, sia con le parole che con i fatti. Una guerra a colpi di insulti e sì, anche di schiaffi, perché Glenna è una tremenda ragazza irlandese, testarda e bellicosa e molto, molto prevenuta verso il nuovo acquisto della squadra.
Peccato che non abbia fatto i conti con i sentimenti, la passione e l’amore.
E peccato che non abbia neppure tenuto conto del ruvido fascino di Johann e dei suoi stupendi occhi da leone. Ma soprattutto non ha riflettuto sul fatto che di solito nell’acqua che non si vuol bere alla fine si finisce con l’annegarvi.


Sono stata invogliata alla lettura di questo breve romanzo (o racconto lungo) da diversi fattori: trovate qui la bella recensione che ne ha fatto il blog La Mia Biblioteca Romantica.
In primo luogo, l'argomento trattato è affascinante: il mondo del rugby, con i suoi protagonisti un po' eroi, che affrontano le sfide con coraggio e tenacia, senza paura di fronte a scontri anche violenti, e poi festeggiano tutti assieme nel terzo tempo, senza badare a chi ha vinto o perso, nello spirito di unione dettato dal giocare tutti allo stesso gioco.
Mi piace molto la definizione che dà del rugby Marco Paolini:
"Il rugby è uno sport da gentleman. Prima di tirare il pallone indietro al tuo compagno, tu devi controllare che lui stia bene, che sia ben disposto, aperto, disponibile, ottimista, non puoi tirargli un pallone vigliacco che gli arriva insieme a due energumeni che gli fanno del male. Però, mentre tu fai tutto questo bel ragionamento etico, ce n'è altri ventinove che ti guardano, di cui quattordici tuoi e quindici no, e di questi tre ti corrono addosso, due grossi e uno piccolo ma cattivo, e la prima tentazione è di dare il pallone al tuo compagno."
Nel romanzo di Stella Bright, traspare tutto lo spirito di squadra, l'amicizia e il rispetto che lega i giocatori di una squadra di rugby: decisamente una finestra interessante e attendibile su questo mondo forse poco conosciuto (sicuramente meno di quanto merita) ma molto amato.
La scrittura di Stella Bright (dietro questo pseudonimo si cela una scrittrice italiana) è fluida e sicura, "di mestiere", e rende la lettura molto piacevole. Valuto questo racconto (troppo breve per essere definito romanzo) molto positivamente, nonostante un difetto che mi impedisce di promuoverlo a pienissimi voti: la motivazione dell'odio di Glenna verso Johann, che mi è sembrata veramente assurda. So (per averlo appreso da altre recensioni) che, da tradizione, nel rugby gli afrikaaner venivano ostracizzati fino a tempi recenti per le questioni razziali ancora irrisolte nel loro paese, e quindi potrei capire una vaga antipatia nei confronti di un giocatore sudafricano che si "impone" in un campionato diverso, dall'altra parte del mondo... ma l'odio, il disprezzo e il fortissimo pregiudizio che Glenna mostra subito nei confronti del protagonista maschile sono davvero spropositati. Gli altri componenti della squadra, che magari avrebbero più ragioni di Glenna per essere ostili al nuovo arrivato, non fanno una piega, e lei invece lo tratta malissimo sin dal primo secondo, e nonostante lui si inserisca subito nel gruppo e venga accolto con piacere da tutti gli altri, Glenna invece si ostina a detestarlo. In effetti, non si può nemmeno parlare di conflitto tra i due, perchè Glenna lo odia (o meglio, crede di odiarlo) e fa di tutto per dimostrarlo, e certe volte, a mio parere, si rende anche un po' ridicola in questo, mentre il povero Johann non reagisce nemmeno a tutta questa ostilità. Forse sarebbe stato più credibile se Johann si fosse arrabbato un po' prima, visto l'atteggiamento di lei, ma tutto sommato è proprio la profonda differenza tra queste due persone, una sanguigna e l'altra tranquilla e pacata, a rendere interessante la coppia che si va formando.
E' lo stesso Johann che lo riconosce, quando si rende conto del sentimento che sta nascendo in lui per quella rossa terribile:
"Indomabile, sicuramente. Era una dote che lui apprezzava in una persona; in una donna questa caratteristica lo eccitava, lo faceva sentire vivo.
Imprevedibile, senza alcun dubbio. L'esatto opposto della propria pacatezza. Non si sarebbe mai annoiato con una donna simile. Sì, forse avrebbe rischiato di andare fuori di testa ogni momento, ma l'eterno sforzo di uscirne vincitore gli offriva un'emozione puramente virile. Johann si tese verso queste sensazioni, lasciò che colassero lentamente dentro di sé, impregnandolo."


Bello, veramente bello. Lo consiglio per una serata piacevole e divertente.
Per concludere, oltre al romanzo di Stella Bright, ecco una breve bibliografia romance sul rugby:

"Un amore ovale", Sabrina Parodi, A.CAR, 2012
"Un cuore ovale", Miriam Tocci, YouFeel RCS, 2014
"La meta del cuore", Miriam Tocci, YouFeel RCS, 2015

Gli ultimi due saranno presto oggetto di una mia chiacchierata qui sul blog.

Cheers,
Eva

sabato 24 gennaio 2015

Hello!






Stamattina fa freddo, qui a Roma è proprio inverno, e io avevo voglia invece di ricordare l'estate...

Cheers, Eva!

martedì 6 gennaio 2015

Hello!
Buona Festa della Befana!



Piuttosto che pensare al famoso (e un po' triste) detto "L'Epifania tutte le feste si porta via", preferisco considerare oggi come la prima festa di questo anno nuovo di zecca.
Auguri a tutte noi, ancora una volta.
Che ogni sera, ripensando alla giornata appena trascorsa, possiamo trovare almeno tre cose che l'hanno resa bella.

Cheers,
Eva

domenica 4 gennaio 2015

Hello!
Benvenute in questo 2015 nuovo di zecca. Il mio augurio per questo anno è che sia pieno di desideri realizzati. Magari non tutti (Oscar Wilde diceva: "Quando gli dei vogliono punirci, esaudiscono le nostre preghiere"), ma spero che ci sia qualche soddisfazione, tanta felicità e soprattutto un po' più di serenità, per tutti.

Sono rimasti gli ultimi sgoccioli di queste lunghe vacanze invernali, trascorse soprattutto a casa: tra pochi giorni ritorneremo al lavoro, a scuola, ai nostri impegni quotidiani... e a ritagliare qualche minuto per le nostre passioni, a lottare tra il senso del dovere che ci impone di piegare quel mucchio di panni ritirati dallo stendino e ammucchiati sulla spalliera del divano... e il desiderio di sapere cosa accade ai protagonisti del romanzo che stiamo leggendo!
Negli ultimi giorni ho finito di leggere un romanzo molto adatto al periodo, "Mentre fuori nevica", di Sarah Morgan (trovate qui l'ottima recensione di  SamanthaLaRossa sul blog La Mia Biblioteca Romantica, che in effetti mi ha spinto all'acquisto).
E' una bella storia leggera e romantica, perfetta per il periodo natalizio, piena di suggestione e rimandi ad un'iconografia molto classica del Natale, ispirata da decine di film (tipicamente americani): la neve in Vermont, la famiglia invadente ma affettuosa, la difficoltà a lasciarsi andare al sentimento e la paura di mettersi in gioco, l'amore che alla fine vince. In generale, il libro mi è piaciuto molto, ovviamente se guardato nel giusto contesto, a mio parere è scritto bene e questo non è da poco. In più, mi ha lasciato il dubbio che i successivi della serie (protagonisti, gli altri due fratelli O'Neil) saranno ancora più interessanti - ovviamente, è molto chiaro sin da subito quale sarà lo sviluppo per loro, cioè quali saranno le coppie protagoniste. Sono andata sul sito personale dell'autrice (qui) e ho infatti avuto la conferma delle mie supposizioni: nei prossimi libri che speriamo la HM deciderà di proporre, leggeremo la storia di Elise e Sean ("Suddenly Last Summer") e infine di Tyler e Brenna ("Maybe This Christmas").
Devo ammettere che, leggendo solo le trame di tutt'e tre i libri della serie, la mia attenzione è via via più solleticata: Elise e Sean sembrano più intriganti di Jakson e Kayla, e a loro volta la storia di Tyler e Brenna mi ispira molto di più delle altre due.
E' un'opinione strettamente personale: il motivo principale è che nelle storie d'amore che nascono, si sviluppano e arrivano al culmine in poco più di una settimana (com'è il caso di Jackson e Kayla), anche se scritte bene e rese credibili, c'è sempre qualcosa che mi lascia un po' insoddisfatta. Non metto assolutamente in dubbio che un sentimento possa nascere in pochissimi giorni e che si possa decidere di andare a vivere insieme o sposarsi quasi subito dopo essersi conosciuti (considerando che è così che è andata a me...), ma il fatto è che in questo caso quello che poi di interessante succede alla coppia, io mi immagino avvenga dopo: imparare ad armonizzare le proprie differenze, piccoli conflitti e contrasti risolti in nome dell'amore, progetti di medio e lungo termine, eventi imprevisti e dolorosi, magari un figlio dopo tanti viaggi insieme e tante esperienze... e di questo, noi, in una storia come quella di Jackson e Kayla non sappiamo niente (il fatto che in questo caso si tratti di una serie ci fa ben sperare però che nei prossimi libri avremo qualche spiraglio su come la loro storia evolve).
Quando due protagonisti hanno un passato, magari breve e casuale come nel caso di Sean e Elise, o addirittura di lunga durata come nel caso di Tyler e Brenna, io sono più portata ad appassionarmi alle loro avventure, a scoprirere come la loro storia sta evolvendo e i loro sentimenti cambiando, e così via. Ecco perchè aspetto con impazienza la storie successive, e spero di poterle leggere presto in italiano, grazie alla Harlequin Mondadori che in questi anni ci sta regalando tanti gioiellini di ambientazione contemporanea.

Cheers,
Eva