martedì 27 settembre 2016

Tag: Se ti è piaciuto quel libro... prova questo!

Hello!

Nei giorni scorsi avevo voglia di cimentarmi in un bel tag letterario, e allora ho gironzolato un po' nella rete in cerca di qualcosa di originale e interessante. E ho trovato questo!

SE TI E' PIACIUTO QUEL LIBRO...
PROVA QUESTO!



E' davvero divertente e soprattutto molto utile, perché può servire a scoprire nuove letture a chi è sempre in cerca di belle pagine da leggere o cliccare.
Io mi rifaccio al blog Questione di Libri per le regole, che sono piuttosto semplici:

- si prende un minimo di cinque libri, piuttosto famosi, ai quali si associano altrettanti libri, meno conosciuti, che hanno degli aspetti in comune con i primi e che, quindi, potrebbero piacere a chi ha letto quelli più famosi.

- si ringrazia il blog che ti ha nominato e, se si vuole, si nominano altri blog (un numero a piacere), per conoscere i loro suggerimenti.

Veniamo quindi alle mie associazioni "libresche"!

La prima coppia mi è venuta naturale e immediata, visto che siamo proprio in periodo Harry Potter, con l'uscita della Maledizione dell'Erede... Se anche voi avete amato la saga magica creata dalla Rowling, non potete allora perdervi la tetralogia creata dall'immaginazione di Jonathan Stroud, ossia le avventure e disavventure del jinn Bartimeus. Amo moltissimo le atmosfere create da questo scrittore, la sua ironia, i suoi personaggi spassosi e profondi. Qui il mio pensiero sul suo ultimo libro.

Rimanendo in ambito di letteratura "per ragazzi", avrete sicuramente sentito parlare del primo libro di Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, in cui il problema della sindrome da Asperger è trattato in maniera delicata ma sincera. Se lo avete letto e amato, come me, allora non potete perdervi Mi chiamo Chuck, di Aaron Kano: qui la mia recensione a un libro profondo e lieve allo stesso tempo, molto consigliato.

Passiamo a due romanzi d'avventura: I tre moschettieri è un classico senza tempo, con i suoi personaggi diventati ormai iconici, i combattimenti senza quartiere per le strade di Parigi e gli intrighi di corte contrapposti alla lealtà e all'amicizia dei soldati di sua maestà. Se amate le atmosfere di cappa e spada, non perdetevi allora le avventure del capitano Alatriste, spadaccino spagnolo in giro per l'Europa, dolente e malinconico eroe di un tempo che fu. Qui il mio pensiero sull'ultimo libro della serie, Il ponte degli assassini.

Vi piacciono le atmosfere cupe del Nord? Il freddo, il ghiaccio, il silenzio e le ambientazioni tipicamente nordiche, con tutte le contraddizioni di un popolo silenzioso e passionale? Allora avete sicuramente amato la trilogia Millenium, dello scrittore svedese Stieg Larsson purtroppo scomparso dieci anni fa. Larsson ha aperto la strada a molti validissimi scrittori del nord Europa, fino a quel momento pressocché sconosciuti da noi. Io vi consiglio di cercare le stesse atmosfere nei romanzi dell'islandese Arnaldur Indridason; in particolare, Un delitto da dimenticare (qui la mia recensione) ci porta nel passato del protagonista, il commissario Erlendur, e ci apre uno spiraglio sui suoi tormenti interiori.

E per finire, torniamo invece ad atmosfere più "calienti", con due scrittrici di lingua spagnola, l'una nata in Perù ma cresciuta in Cile e in Bolivia, l'altra messicana, meno nota in Italia. Chi non ha sentito parlare della Casa degli spiriti? Molti ricorderanno anche il famoso film che ne è stato tratto, con Meryl Streep, Jeremy Irons e Antonio Banderas. Beh, se avete amato quella storia non potete perdervi le atmosfere magiche evocate in Male d'amore, e le splendide figure di donna in esso descritte: la ribelle Emilia e l'anticonformista, ironica, sensuale Milagros. 

Giunta alla fine di queste divertenti associazioni libresche, vi saluto senza però nominare nessun blog in particolare: sono curiosissima e aperta ai suggerimenti di tutti!

Cheers,
Eva







lunedì 26 settembre 2016

WHAT'S ON MY BESIDE TABLE?

Hello!

Buon lunedì e buona settimana!
Oggi giorno di rubrica: eccoci a una nuova puntata di

WHAT'S ON MY BEDSIDE TABLE?

Una rubrica ideata da Valy di Sparkle from Books, in cui, ogni lunedì, 
vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C'E'...
La fabbrica delle stelle (Gaetano Savatteri)
Finalmente un romanzo dedicato a Saverio Lamanna, il giornalista-scrittore siciliano creato da Gaetano Savatteri che finora si era mosso solo in quattro racconti lunghi, pubblicati in raccolte tematiche della stessa casa editrice.

SONO A...
Proprio all'inizio, al primo capitolo. In cui Saverio e il meraviglioso Peppe Piccionello ci intrattengono con un trattato su come montare una cassettiera dell'Ikea senza perdere la ragione...

E' SUL MIO COMODINO PERCHE'...
Perchè finalmente Gaetano Savatteri, uno degli scrittori della scuderia Sellerio che amo di più (autore del meraviglioso Gli uomini che non si voltano), ha deciso di regalare a Saverio Lamanna lo spazio di un romanzo. Saverio, e tutta la folla di caratteri siciliani che gli girano intorno nella cornice del golfo di Macari, è la mia ultima cotta letteraria: un personaggio bellissimo, ironico, arguto e saggio. Qui, in una mia recensione al suo ultimo racconto, un breve assaggio delle fantastiche interazioni con Peppe, e dello stile stupendo di questo autore.

E voi? Cosa state leggendo di bello?

Cheers,
Eva

venerdì 23 settembre 2016

RECENSIONE: "Squadra speciale minestrina in brodo" - R. Centazzo

Hello!


Buon primo giorno di autunno!
Oggi inizia, ufficialmente e astronomicamente, la stagione della vendemmia, delle foglie colorate, dei primi venti freddi, dei funghi e dei libri letti con in mano una bella tazza di té fumante...
Ma prima di lasciare andare del tutto l'estate, ecco la recensione di un libro letto in agosto...

RECENSIONE
SQUADRA SPECIALE MINESTRINA IN BRODO
Roberto Centazzo
TEA, 2016

TRAMA: Ferruccio Pammattone, ex sostituto commissario e vice dirigente alla Squadra mobile, Eugenio Mignogna, ex sovrintendente alla Scientifica, Luc (e non Luca per un errore dell'impiegato all'anagrafe) Santoro, ex assistente capo all'Immigrazione, hanno molte cose in comune: sono amici da una vita, si sono arruolati insieme nel lontano 1975 e sono stati appena congedati per raggiunti limiti d'età. Ma alla pensione non possono e non vogliono abituarsi. Si annoiano. Così, mentre chiacchierano sul lungomare di Genova, pensano che potrebbero rimettersi subito in azione, per dedicarsi finalmente a tutti quei casi che, per un motivo o per l’altro, non hanno mai potuto affrontare quando erano in servizio. Adesso, finalmente, non devono rendere conto a nessuno, soltanto alla loro coscienza che li spinge a indagare, al loro stomaco che s’infiamma alla vista di un würstel e alla loro prostata che reclama una sosta. Ferruccio Pammattone, nome in codice Semolino (se mangia pesante si riempie di macchie rosse ed è costretto a una dieta durissima), Eugenio Mignogna, nome in codice Kukident (per festeggiare la pensione si è regalato una smagliante dentiera) e Luc Santoro, nome in codice Maalox (soffre di atroci bruciori di stomaco) diventano la «Squadra speciale Minestrina in brodo». Non intendono certo fare i giustizieri della notte, beninteso. Riferiranno i risultati ai loro ex colleghi, che, grazie alla «Squadra speciale», potranno mettere un punto ad alcuni casi altrimenti destinati a restare sepolti in un armadio.

E' una recensione un po' strana quella che state per leggere. Voglio essere sincera: a distanza di più di un mese da quando ho terminato questo libro, ricordo molto poco della trama gialla. Qual è il caso da risolvere, chi è il colpevole, quale indizio decisivo... sono tutte cose che si sono dissolte nella memoria, lasciandomi solo un vago ricordo di vicoli genovesi, di sottobosco affollato di piccoli delinquenti, e, purtroppo, di una storia di investigazione davvero poco incisiva.

Quello che mi è rimasto impresso di questo romanzo sono i personaggi: i tre poliziotti finalmente in pensione, che invece di trascorrere le giornate al bar o sul lungomare a chiacchierare, decidono di non abbandonare completamente il loro mestiere e di costituire la "squadra speciale Minestrina in brodo", che investigherà sui casi rimasti irrisolti nelle loro carriere, finalmente liberi dai lacci spesso troppo stretti delle regole della giustizia italiana.

Purtroppo, quello che dal titolo poteva sembrare un simpatico espediente per caratterizzare tre personaggi magari fuori dal coro (alla Malvaldi, pr intenderci, con i suoi vecchietti del bar Lume), si è rivelato invece, a mio parere, un clamoroso boomerang. Infatti i tre vecchi poliziotti in pensione, Semolino, Kukident e Maalox, lungi dall'essere simpatici, accattivanti e attraenti, sono, in una parola... ributtanti.
Raramente ho incontrato personaggi così antipatici e repellenti, nel loro carattere, nelle loro azioni, nelle scelte che fanno, nelle loro espressioni verbali, negli atteggiamenti da prepotenti.
..."Non so a te, amico, ma a me funziona tutto proprio come quando avevo vent'anni, e mi piacciono le giovani, non le vecchie"
Santoro gli assestò un calcio in uno stinco.
"Nemmeno di Santamaria? Cosa sai di lui?"
"Niente, io non so niente"
Mignogna gli passò un coltello affilato sul collo. Abdel si pisciò addosso.
Ebbene, li ho detestati dall'inizio alla fine. Sì perché poi in realtà il libro l'ho finito, anche se è stato un po' una delusione dal punto di vista giallo, e questo perché la scrittura di Roberto Centazzo è solida, lo stile sicuro e le ambientazioni... le ambientazioni genovesi sono meravigliose e ottimamente descritte.

Da quella posizione elevata, in cima a Vico alla Vena, una scalinata in discesa che conduceva in via Gramsci, si intravedeva il mare: uno scorcio d'acqua lucente e immobile, una lastra splendente come un vassoio d'argento racchiusa tra le nuove costruzioni della darsena.

Ma è davvero l'unica cosa che mi è piaciuta in questo libro, che d'accordo, è una prima avventura dei tre investigatori, serve più che altro a presentarli, ma mi ha lasciato pochissimo, e sicuramente non mi invoglia a continuare la lettura delle loro investigazioni.
Peccato.

Credo sia la prima volta che posto una recensione negativa qui sul mio blogghino... se l'avete letto, sono curiosa di sentire le vostre opinioni.

Cheers,
Eva

lunedì 19 settembre 2016

WHAT'S ON MY BEDSIDE TABLE?

Hello!

Buon lunedì e buona settimana!
Dopo un po' di pausa, oggi riprendo la rubrica

WHAT'S ON MY BEDSIDE TABLE?
Una rubrica ideata da Valy di Sparkle from Books, in cui, ogni lunedì, 
vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.




SUL MIO COMODINO C'E'...
Muro di fuoco
Henning Mankell
L'ottava inchiesta del commissario Kurt Wallander, il commissario di polizia di Ystad creato dalla penna del primo e più famoso giallista "nordico" recentemente scomparso, Henning Mankell.

SONO A...
Capitolo 33, pagina 594 su 775 (sul mio ereader). Si sta rivelando una lettura "maratona", il libro è davvero molto lungo... Alla fine del capitolo precedente c'è stato però un primo colpo di scena veramente inaspettato (di cui, ovviamente, non vi dico nulla...). La lettura è iniziata con un po' di fatica ma nelle ultime pagine mi sta appassionando molto di più, e la storia ha decisamente preso il volo.

E' SUL MIO COMODINO PERCHE'...
Amo i gialli nordici in generale, e adoro le atmosfere cupe e scure delle ambientazioni scandinave (e simili). E amo il personaggio dolente e rassegnato di Kurt Wallander, con la sua tenacia nelle investigazioni a dispetto di una generale sensazione di scoraggiamento nei confronti della società moderna e del suo degrado umano e morale. Qui trovate la mia recensione della precedente inchiesta del commissario.

E voi? Cosa state leggendo di bello?

Cheers,
Eva


domenica 18 settembre 2016

RECENSIONE - "Mi chiamo Chuck" - Aaron Kano

Hello!

Oggi vi presento la recensione di un breve libro "per ragazzi", che avevo letto tempo fa e che negli ultimi due giorni ho riletto con molto piacere. Stavo annaspando in una lettura lenta e un po' noiosa, che si sta trascinando da più di 400 pagine, e avevo bisogno di rifiatare un pochino. Come dicevo, il libro è "per ragazzi", sì, ma non solo, perché parla di argomenti molto più grandi e generali, che fanno riflettere senza pesantezza.

RECENSIONE
MI CHIAMO CHUCK
Aaron Karo

TRAMA: Charles, detto Chuck, ha diciassette anni e si lava le mani continuamente, controlla anche cento volte di seguito che le piastre dei fornelli siano spente e non va mai a dormire senza aver fatto la pipì fino allo sfinimento. Ha un amico del cuore, Steve, l'unico a cui confida le sue stramberie e una sorella, Beth, bella, normale e piena di amici che lo ignora fino a negargli persino l'amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d'animo. Converse rosse: arrabbiato; gialle: nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo da una psichiatra. L'arrivo di una nuova compagna di classe e il desiderio di aiutare il suo amico bullizzato convinceranno Chuck a prendere sul serio i suoi sintomi e a iniziare una terapia.

Converse rosse = incazzato.
Converse arancioni = stanco.
Converse rosa = annoiato.
Converse giallo canarino = nervoso.
Converse azzurre = eccitato.
Converse grigie = insicuro.
Converse marrone chiaro = ansioso.
Converse bianche = frustrato.
Converse viola = agitato.
Converse marrone scuro = tranquillo.

Lo confesso: ho comprato questo libro per via della mia mania per le Converse, le scarpe da ginnastica basse e colorate che ho cominciato a portare da adolescente e che continuo a indossare con orgoglio e un po' di ostinazione, in tanti colori diversi, anche con la pioggia, d'inverno e nelle occasioni più eleganti. Come Chuck, il protagonista di questo breve libro per ragazzi, che mi ha fatto passare qualche ora in allegria, portandomi con intelligenza e simpatia nel mondo di un adolescente problematico e un po' "strano".

Come suggerisce infatti il (lunghissimo) sottotitolo del libro, Chuck soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, certificato dal medico, che gli impedisce di condurre un'esistenza normale come i suoi coetanei. Non riesce a parlare con la gente perché è ossessionato dalla pulizia (e in effetti sappiamo quanto gli adolescenti possano essere poco puliti), non può assolutamente fare a meno di seguire le sue regole ossessive e ripetitive in casa e a scuola, ed è totalmente incapace di sostenere una conversazione con un'esponente del sesso femminile. Quale ragazza infatti potrebbe mai essere interessata a lui e allo strambo Steve, l'unico amico che ha?

Così si trascinano le sue giornate, tra una sorella minore bella e popolare che lo detesta, due genitori preoccupati e impotenti di fronte al suo disturbo, una maschera di invisibilità a scuola, e una terapeuta che cerca di condurlo lungo la strada dolorosa e difficile della guarigione.

L'incontro con Amy, bella e simpatica, che si unisce alla classe a metà anno, sarà lo stimolo che spingerà Chuck a cercare di affrontare le sue paure e le sue ossessioni e a cambiare tutto il suo mondo, ma in realtà neppure la bellezza del primo amore e il batticuore del primo bacio riuscirà a tirar fuori Chuck dal pantano delle sue fobie, soprattutto quella per la sporcizia: la scena in cui Amy, con in braccio il suo cagnolino, va a trovarlo nella sua stanza, sancta sanctorum in cui mai nessun animale ha messo zampa, e per di più cerca di baciarlo, è sinceramente comica e contemporaneamente angosciante. Assistiamo infatti alla disperata lotta tra le due anime di Chuck: il suo desiderio di essere finalmente normale e baciare Amy, la splendida Amy che vuole baciare lui, si scontra con il suo orrore per i peli di cane, per la saliva di un'altra persona, per l'odore estraneo, per la vicinanza con qualcun altro.

Ovviamente, finirrà in un disastro, ma non sarà la fine dei suoi guai: Chuck dovrà affrontare molte altre difficoltà che metteranno in crisi il suo intero mondo, prima di capire che, perché sia possibile guarire, non è per amore di qualcun altro che si deve lottare, bensì per sé stessi e per la propria felicità.

"Amy," dico sopraffatto dalla gratitudine "sono magnifiche."
"Sono felice che ti piacciano"
"Ma... che emozione dovrebbe abbinarsi alle scarpe scozzesi?"
"Be'," dice Amy "penso che al tuo sistema ne manchi ancora una".

Alla fine, che cosa significheranno per Chuck le Converse scozzesi?

Non vedo l'ora di metterle.

Cheers,
Eva



martedì 13 settembre 2016

RECENSIONE - "Leaving" - J. Picoult

Hello!

Oggi vi parlo di un libro molto particolare, che quest'estate mi ha emozionato profondamente. So che questo libro sta ottenendo pareri del tutto opposti, c'è chi lo ama e chi lo detesta... beh, io faccio decisamente parte del primo gruppo. Se vi fa piacere, ecco cosa ne penso...

RECENSIONE
LEAVING
Jodi Picoult

TRAMA: Sono passati dieci anni da quando Alice Metcalf, etologa presso il Rifugio per elefanti del New England, è misteriosamente scomparsa in seguito a un grave incidente. La figlia Jenna aveva tre anni all’epoca e da allora, a dispetto della ostinata rassegnazione di sua nonna e della totale assenza di suo padre, non ha mai smesso di pensare a sua madre e di sperare di vederla ricomparire all’improvviso. Finché un giorno si fa coraggio e decide di chiedere l’aiuto di due improbabili alleati: Serenity, una sensitiva ormai non più sulla cresta dell’onda, e Virgil, il detective che conduceva le indagini sul caso e che ora, tra un whisky e l’altro, svolge in proprio inchieste di ogni tipo. Jenna cerca gli indizi di una possibile traccia nel diario di sua madre, e apprende che Alice era particolarmente interessata a studiare il rapporto che gli elefanti femmina instaurano con i loro figli, a come elaborano il lutto e a come è organizzata la loro memoria. Pur temendo di averla persa per sempre, si convince ancora di più che sua madre non può averla abbandonata di sua volontà, che il legame che aveva instaurato con lei da bambina era speciale e che qualcosa l’ha indotta a fuggire. Grazie anche all’aiuto di Serenity e Virgil, la memoria di quel che accadde si fa in Jenna sempre più circoscritta, le immagini della madre e degli eventi di cui è stata protagonista diventano sempre più nitide e iniziano a susseguirsi a ritmo crescente. In un vortice ipnotizzante di ricordi, i tre si trovano coinvolti in una ricerca ricca di colpi di scena il cui esito nessuno di loro può dare per scontato. Ma per scoprire cosa è successo veramente ad Alice, si renderanno conto che dare una risposta a domande difficili implica anche essere pronti ad affrontare risposte ancora più difficili da accettare...

E' il primo libro che leggo di questa autrice, anche se già la conoscevo di nome soprattutto grazie al famoso film tratto da un altro dei suoi lavori, "La custode di mia sorella". Sapevo dell'enorme successo che questa scrittrice ha oltre oceano, e sapevo già che i suoi libri hanno la fama di trattare argomenti forti, di non facile "digestione". Mi sono quindi approcciata a questo "Leaving" soprattutto perché, avendone letto la trama, non potevo proprio farne a meno: io adoro i grandi mammiferi, soprattutto gli elefanti, e il mio grande sogno di bambina era quello di diventare etologa e passare il tempo ad osservare gli animali.


E' un libro molto particolare, per il quale, più che per altri, ho dovuto attuare quella "sospensione dell'incredulità" che a volte è necessario per apprezzare a pieno un'opera letteraria o un film (scusate se faccio un po' la saputella: "sospensione dell'incredulità" o "suspension of disbelief": particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un'opera di fantasia. La frase venne coniata da Samuel Taylor Coleridge in un suo scritto del 1817.) In particolare, ho dovuto superare uno scoglio non indifferente nei riguardi del personaggio di Serenity, perché a me, concreta e razionale fino al midollo, gli affari sovrannaturali del tipo sensitivi, veggenti e così via danno un fastidio quasi fisico. Ma in nome del mio amore per gli elefanti, e, man mano che leggevo, della mia passione per la bella scrittura e per le storie appassionanti, mi sono letteralmente lasciata andare al fluire della storia, immergendomi completamente in essa.

Attenzione, ora. Farò un piccolo spoiler ma cercherò di evitare di rovinare la "sorpresa" a chi non ha ancora letto il libro e intende farlo, perché la soluzione che la Picoult dà all'intreccio, che a me è sembrata riuscitissima, davvero appassionante e soprattutto inaspettata, è quello che in gran parte caratterizza il libro. Quindi, se non volete avere neanche il più piccolo indizio, non evidenziate le righe seguenti passandoci sopra con il mouse per leggerle...

***Se come me avete amato il film "Il sesto senso", di Shyamalan, il finale di Leaving vi sorprenderà, vi spiazzerà e vi lascerà entusiasti e senza fiato.***

La trama è davvero appassionante. Ho amato moltissimo il continuo cambio di punto di vista, alternato tra Serenity, in lotta per recuperare un po' della sua credibilità da sensitiva, Virgil, privat eye ammaccato e sfiduciato, Jenna, la tredicenne protagonista, testarda e saggia (forse un po' troppo per la sua età), e Alice, appassionata del suo lavoro e scomparsa: dov'è, che fine ha fatto, perché ha abbandonato l'amatissima figlia? Riuscirà Jenna a ritrovarla, se è ancora viva? E se lo è, perché non l'ha cercata in tutti questi anni?

L'intero romanzo si snoda su una serie di temi importanti, portati avanti sui binari paralleli della storia con protagonisti umani e degli studi etologici di Alice sugli elefanti. Entrambi gli aspetti mi hanno colpito, affascinato e interessato moltissimo.
Si vede che Jodi Picoult si è documentata moltissimo sul comportamento degli elefanti e sugli studi su questi animali, magnifici e antichi. Le digressioni scientifiche sono esposte benissimo, molto appassionanti, sono divulgative ma approfondite. Che volete farci, in famiglia viviamo di Nat Geo Wild e documentari naturalistici, e mi è piaciuto molto leggere delle reazioni degli elefanti al lutto, delle risposte empatiche dei membri del branco agli stimoli esterni, del fortissimo legame tra madre e cucciolo e dei parallelismi anche inquietanti con il senso di maternità tipicamente umano.

E' un libro struggente e a tratti anche triste. Il senso di perdita, di dolore e di lutto sottende la narrazione, e in alcuni casi ha toccato corde delicate e profonde dentro di me. E' un libro che parla di sogni spezzati, di conti con sé stessi rimandati all'infinito. E' un libro che parla e che spinge a riflettere sulla maternità, e su tutte le implicazioni che comporta la profonda vicenda umana che è la relazione madre-figlio, implicazioni non solo e non sempre facili, lineari, felici. Ma è anche un libro di speranza, perché racconta dell'unico modo possibile per riuscire ad affrontare le perdite più dolorose, le cadute più amare, che inevitabilmente nella vita si devono affrontare.

In tswana, hanno un detto: Go o ra motho, ga go lelwe. Dove c'è sostegno, non c'è lutto.

Cheers,
Eva

PS Unendomi all'autrice che ne parla nella nota finale, invito tutti gli amanti degli animali a visitare il sito web dell'Elephant Sanctuary di Hohenwald, Tennessee (qui).

venerdì 9 settembre 2016

RECENSIONE "Lockwood & Co. Il teschio parlante" - J. Stroud

Hello!

La routine quotidiana ricomincia, il lavoro riprende, le corse per incastrare tutti gli impegni, e tra un po' anche la scuola... niente di meglio che consolarsi con un bel libro!
Comincio oggi a postare le recensioni di alcuni dei libri che mi hanno accompagnata in questa lunga estate ormai agli sgoccioli, e in particolare oggi parliamo di...

RECENSIONE
LOCKWOOD & CO. IL TESCHIO PARLANTE
Jonathan Stroud


TRAMA: A sei mesi da quella terribile notte, in cui Anthony, Lucy e George sopravvissero in una casa infestata da fantasmi, l’agenzia di acchiappafantasmi Lockwood & Co. non ha più fatto molti progressi. L’agenzia rivale cerca sempre di mettergli i bastoni tra le ruote, senza permettettergli di portare a termine alcuna missione. Anthony non può che prendere una decisione: sfidarli nella soluzione di un caso; e chi perderà sarà costretto ad ammettere la sconfitta niente di meno che
sul Times. La sfida ruoterà intorno al mistero di Mr. Saunders e della riesumazione del cadavere di un dottore vittoriano capace in passato di comunicare con i morti...
 

Saunders si inumidì le labbra sottili. Deglutì in modo udibile, sembrava riluttante a rispondere. "Un nome" bisbigliò, "ma non un nome qualsiasi". Si sporse in avanti, con le ginocchia ossute che sfioravano pericolosamente le tazze del tè. Lockwood, George e io lo imitammo. Una strana atmosfera di terrore aveva invaso la stanza. Joplin, d'un tratto, perse di nuovo il controllo delle carte e ne fece cadere un bel po' sul tappeto. Fuori, una nuvola doveva aver oscurato il sole: la luce era grigia e fredda.
Lo scavatore respirò a fondo. Il sussurro salì in un improvviso, terribile crescendo. "Il nome Edmund Bickerstaff vi dice niente?". Le parole echeggiarono nella stanza, rimbalzando sui pungoli per fantasmi e i catturaspiriti appesi alle pareti. Restammo immobili. L'eco svanì.
"A dire il vero no" rispose Lockwood.



Se avete amato Harry Potter, soprattutto (come me) nelle sue atmosfere dark e cupe degli ultimi libri, se avete adorato (come me) la tetralogia di Bartimeus e ritenete la penna di Jonathan Stroud una delle più brillanti del decennio, allora non potete assolutamente perdervi questa sua saga horror che è contemporaneamente paurosissima e divertente, cupa e ironica, adatta a ragazzi e adulti.

I tre membri della piccola agenzia Lockwood & Co., Anthony, George e Lucy, la voce narrante della storia che con "Il teschio parlante" è giunta al secondo capitolo tradotto in italiano, non vanno a scuola, non passano il tempo giocando a pallone per strada, non mangiano merendine amorevolmente preparate dalla mamma: vivono da soli, lavorano, e fanno quello che da cinquant'anni fanno i bambini e i ragazzi a Londra e in tutta l'Inghilterra: vanno a caccia di fantasmi


Solo i bambini e gli adolescenti, infatti, da quando si è verificato l'inizio del Problema, hanno la possibilità di sentire o vedere i visitatori che infestano le strade e le case, e quindi di procedere alla "disinfestazione". Qualche volta i fantasmi sono innocui o solo fastidiosi, come una Vergine di Gelo ("E' una figura femminile grigia e fosca, che spesso indossa abiti di antica foggia e viene avvistata in modo poco chiaro a distanza. Irradia potenti sensazioni di malinconia, e di norma si avvicina raramente ai vivi") o un Furtivo ("Un fantasma di Tipo Uno che resta nascosto nell'ombra, da dove si sposta di rado, che non affronta mai direttamente i vivi ma anche a distanza trasmette forti sensazioni di ansia e paura strisciante"). Ma molto più spesso i fantasmi che i tre protagonisti devono affrontare sono terribili, disgustosi, estremamente potenti e pericolosi: lo Spettro Oscuro ("Una varietà spaventosa di fantasma di Tipo Due, che si manifesta come chiazza di buio semovente, che talvolta si espande velocemente ad abbracciare tutta una stanza"), l'Ossa-Nude ("Cadavere sanguinolento e privo di pelle, con occhi ballonzolanti e denti digrignati")...

Armati di bombe al sale, di catene e dei loro stocchi d'argento, in questa avventura Anthony, George e Lucy si accompagnano (malvolentieri) a un misterioso teschio che comunica solo con Lucy per affrontare una terribile avventura nei sotterranei di un cimitero londinese, dove probabilmente si nasconde un temibile e potentissimo manufatto magico, creato con la magia nera decenni prima, e che con la pratica della stessa magia nera può essere rimesso in funzione.

I ragazzi della Lockwood & Co., in gara con altre agenzie londinesi, sono incaricati di trovarlo e di impedire a gruppi di adoratori delle scienze occulte di entrare in possesso dell'oggetto, perché il pericolo sarebbe inimmaginabile se cadesse nelle loro mani...

Ho trovato questo libro davvero stupendo. In alcune parti è davvero pauroso, tanto che mi viene il sospetto che forse solo bambini con più di dodici-tredici anni possano leggerlo senza avere incubi, ma è sempre molto divertente, ironico, avvincente e appassionante. La storia è davvero ben scritta, e d'altronde, dopo aver amato gli altri libri di questo autore, non mi aspettavo niente di meno. Lo sviluppo della trama estremamente convincente e i colpi di scena finali (non uno, ma due!) sono davvero spettacolari: non vedo l'ora che venga tradotto il terzo volume, già uscito in lingua originale, e poi gli altri (date qui uno sguardo al mondo creato da Stroud).

Davvero una splendida lettura, evasione e intrattenimento intelligente e appassionante, con una vena malinconica commovente. Nessun adulto ad aiutare, a dare una mano, a risolvere i problemi: i giovani protagonisti sono soli di fronte alla paura e al terrore, ma grazie alla loro forza interiore, alla loro autoironia... e a una buona tazza di tè, riescono a fronteggiare con coraggio gli orrori che solo loro possono affrontare.

Ci spostammo di lato e aspettammo. A lungo.
"Lockwood" dissi.
"Cosa c'è?"
"Credo che sia finita".
Nessuno parlò. Nessuno si mosse.
La morte è sfuggente: anche se la stai aspettando, il momento in cui arriva ti scivola fra le dita. Non ci sono teste reclinate all'improvviso, come si vede nei film. Rimani lì, in attesa che succeda qualcosa, e a un tratto ti accorgi che te lo sei perso. E' ora di passare oltre. e non c'è niente da vedere. Mai più niente da vedere.

Cheers,
Eva


mercoledì 7 settembre 2016

Partecipiamo numerosi!

Hello!

Post dedicato a due blog amici, oggi, che festeggiano il loro angolo con due iniziative molto carine che ho tanto piacere di condividere qui con voi.


Chiara, del bellissimo blog La Lettrice sulle Nuvole, ha organizzato uno splendido GiveAway un po' diverso dal solito: in palio ci sono infatti tre bellissimi libri, autografati espressamente dagli autori. 

Per partecipare cliccate direttamente qui. Se anche voi siete avide di buone letture, non perdete questa occasione di vincere Limone, De Silva o Malvaldi... che aspettate? Correte da Chiara!



Sono poi stata invitata a partecipare a un party di compleanno, per la precisione al Link Party organizzato da Susy del blog I Miei Magici Mondi, che ha appena compiuto due anni!
Per partecipare, dovete dare il via libera alla vostra vena creativa e scrivere... Partecipate cliccando qui.

Cheers,
Eva 

lunedì 5 settembre 2016

Nuovi acquisti e nuove "nomination"

Hello!

Oggi è lunedì, però non ho materiale per la mia consueta rubrica "What's on my bedtable". Sembra incredibile, ma in questo preciso momento non sto leggendo niente. Mi sono presa una piccola pausa dall'ultimo libro, terminato venerdì, e in attesa di scegliere la mia nuova lettura... vi posto qui i miei ultimissimi acquisti, fatti proprio venerdì pomeriggio!
Ho proprio barato: di ritorno dalle vacanze, sono andata al supermercato per comprare il minimo indispensabile per sopravvivere fino allo spesone domenicale, e che ci posso fare io se accanto al super c'è la libreria di quartiere, che ha riaperto dopo un mese di lavori di riammodernamento degli spazi?

Per festeggiare il nuovo pavimento, le stanze luminose, gli scaffali ordinati, mi sono fatta questi due piccoli regali di carta:

Perché quest'estate sono rimasta colpita e affascinata dal vicequestore Schiavone, e non vedo l'ora di vederlo muoversi a Roma, prima del suo trasferimento ad Aosta.

Perché mi ha conquistata la recensione di Lea, una delle Lettrici quasi Perfette (qui), e poi ha una copertina deliziosa.

Prima delle vacanze, inoltre, ero stata "nominata" da due blogger che seguo con interesse e affetto, Chiara di La Lettrice sulle Nuvole e Dany di Appunti di una Lettrice, per il Liebster Award.





Le ringrazio entrambe moltissimo per la nomina, e con piacere rispondo alle loro domande (anche se non rilancio il Liebster, perché lo avevo già fatto (qui e qui) e non voglio annoiarvi troppo).

Domande di Chiara:

1) Quanto è importante per te il blog?
Il mio blogghino è un pezzetto importante della mia vita: è un angolino tutto mio, virtuale solo all'apparenza, cui dedico tutto il tempo che riesco a ritagliarmi nella mia vita piena. Famiglia e lavoro sono ovviamente al primo posto, ma il tempo per parlare delle mie letture, che poi equivale a parlare dei miei sentimenti, dei miei gusti, di me, insomma, lo trovo sempre.

2) Qual è la cosa che più ti soddisfa del tuo blog?
Posso dire che è un blog vero, in cui riverso quello che sento senza obblighi di nessun tipo con nessuno. L'ho aperto da relativamente poco, ma sono contenta di aver conosciuto (per ora solo virtualmente) alcune belle persone che stimo e che, credo, hanno imparato ad apprezzare le cosette che scrivo.

3) Qual è l'elemento che ti fa scegliere di comprare un libro?
Le mie scelte di lettura sono dovute davvero a una miriade di fattori ed elementi, da soli o in combinazione: bella copertina, bella trama, autore conosciuto, bella recensione... Se c'è un pregio nel mio essere "lettrice", è quello di non avere quasi preconcetti nel libro da scegliere (quasi, però).

4) Com'è il tuo rapporto con i social?
Nullo. Non sono su Facebook, non ho account Istagram, Twitter o di nessun altro genere, e uso What's Up solo per le chat di famiglia, delle mamme dei compagni di classe e di quelle dei compagni di squadra di mio figlio. Non è snobismo, è che sono riservata al limite del patologico (vedi domanda successiva).

5) La tua famiglia ti supporta nella tua passione?
Se intendiamo nella lettura, ovvio che sì, i miei genitori sono dei forti lettori, mio marito legge tantissimo e anche roba più "seria" delle mie (lui adora i saggi), e mio figlio ha una biblioteca da far invidia a quella della sua scuola (e ai suoi compagni di classe, che quando vengono qui a giocare si incantano davanti ai suoi scaffali).
Se intendiamo il fatto di avere un blog... beh, non lo sa nessuno. Solo mio marito, e basta.

6) Quando compri ti fai condizionare dalla Casa Editrice?
A volte sì, devo ammetterlo. Alcune CE mi hanno dato troppe delusioni e cerco di starne alla larga.

7) Qual è il libro più brutto che hai letto?
I libri "brutti", quelli che non mi piacciono per niente, non li finisco. Non ho scrupoli ad abbandonarli anche dopo poche pagine, quindi non posso rispondere a questa domanda. Per me, ci sono solo libri bellissimi e libri un po' più standard, quelli che non ti cambiano la vita e che magari dimentichi dopo poco.

8) Ti piace guardare la trasposizione cinematografica dei libri?
In generale sì, ne sono molto curiosa. Ma se tengo tanto al libro e la trasposizione mi delude, mi arrabbio molto.

9) Ultimo libro letto?
"I terribili segreti di Maxwell Sim", di Jonathan Coe, un autore che amo.

10) Autori preferiti?
Quanto tempo ho per rispondere? Due, tre settimane? Scherzi a parte, sono davvero tanti, e di tanti generi diversissimi tra loro. Ne cito solo alcuni, ed escludo a priori i classici perché sennò davvero non finisco più: Fred Vargas, Arnaldur Indridason, Arturo Perez Reverte, Stefano Benni, Jonathan Coe, Andrea Camilleri, Isabel Allende, Jorge Amado, Alexander McCall Smith, Daniel Pennac, James Rollins, Stephanie Barron, Kristan Higgins...

11) Gelati: creme o frutta?
Creme, assolutamente, ovunque e per sempre. Più sono goduriose, meglio è.

Domande di Dany:

1) Che libro stai leggendo?
In questo preciso momento, nessuno. Sono in una piccola pausa dalla lettura, in attesa di scegliere il mio prossimo libro.

2) Dopo aver finito un libro, come scegli la tua lettura successiva?
In maniera del tutto casuale. Può essere un libro diversissimo per genere, oppure la rilettura di un libro che ho amato molto (questo soprattutto dopo che leggo qualcosa che mi tocca profondamente), oppure addirittura un altro dello stesso autore (com'è stato per Pennac, del quale ho letto la serie dei Malaussene tutta di seguito).

3) Un libro che tutti hanno amato, ma che a te non è piaciuto.
"Aspettando Bojangles", di Olivier Bourdeaut (qui la mia recensione). Non che sia un libro brutto, ma ho talmente odiato i protagonisti che, anche se tutti hanno osannato questa lettura, a me ha lasciato solo sensazioni negative.

4) Un libro che tutti hanno odiato, ma a te è piaciuto.
"Leaving", di Jodi Picoult. Non l'hanno proprio odiato tutti, ma qualche settimana fa una blogger molto famosa l'ha stroncato in una sua recensione e molte le sono state in scia, decidendo di non leggerlo. Mi dispiace, perché io l'ho trovato invece interessante e molto molto emozionante (ne parlerò presto in una recensione).

5) Qual è il primo libro che hai letto in vita tua e quanti anni avevi?
Non riesco ad andare più indietro con la memoria dei gialli per ragazzi di Nancy Drew: avevo credo nove anni e li amavo alla follia.
 
6) Che caratteristiche deve avere un libro per convincerti a leggerlo?
Se cartaceo, mi basta che non abbia la copertina rigida: le detesto! Per il resto, non ho preclusioni di nessun tipo, tranne qualche genere ultra specifico che proprio non mi attira (gli Young Adult, ad esempio).

7) Quale libro vorresti tanto leggere, ma ancora non ne hai avuto l'occasione? E perché?
Uno qualunque dei grandi russi, che purtroppo mancano completamente nel mio curriculum di lettrice. Me ne vergogno, ma non so assolutamente perché.

8) Quando, dove, e in che posizione preferisci leggere?
Sempre, ovunque, in qualunque posizione: sdraiata, in fila alla posta, in precario equilibrio in metro...

9) Qual è un post del tuo blog che ti piace particolarmente e perché? (Linkalo)
Mi sono divertita molto a rispondere alle domande del mio primo Tag, qui. E' stato bello pensare un po' di più alla me lettrice, e alla fine ho coinvolto anche mio marito per trovare 25 fatti libreschi su di me.

10) Un libro al quale hai preferito il film che ne è stato tratto.
Mi dispiace dirlo, dato il mio grande anore per Tolkien e per il Signore degli Anelli, ma ho decisamente preferito la trilogia cinematografica dello Hobbit al libro. Quest'ultimo è stato un po'... noioso!

11) Cosa fai per rendere il tuo blog letterario diverso da quello degli altri?
Il mio blog sono io. Non conosco nessun altro modo di essere se non me stessa, e quello che scrivo, quello che sono, è tutto quello che posso offrire di me. I paragoni, in questo senso, non hanno ragione di essere: ci sono molti altri blog che leggo con ammirazione, interesse e anche affetto, ma sinceramente, questo mio spazio è solo mio, e non cerco di cambiarlo in relazione agli altri.

Spero che non vi siate annoiate troppo nel leggere ancora qualcosa di me. A presto, e buona settimana!

Cheers,
Eva



sabato 3 settembre 2016

Bentrovati!

Hello!


Bentrovati a tutti.
Dopo una lunga pausa estiva, sono rientrata in città. Nell'ultimo mese ho passato giorni bellissimi e riposanti con la mia famiglia: mio marito e mio figlio, soprattutto, ma anche le mie sorelle, i miei genitori che vivono lontano, i miei nipoti expat che vedo una volta l'anno.

Sono stata bene, mi sono divertita, e in questi caldi giorni di inizio settembre a Roma già rimpiango il fresco e l'aria frizzante della montagna che ci ha ospitati nelle ultime settimane.

Ci sono state lunghe e riposanti dormite, estenuanti escursioni e divertenti pic-nic in quota, esperienze insolite e incontri con animali, e tante tante letture. Ho raccolto idee, appunti e note su vari foglietti del mio "quadernino delle vacanze", e nei prossimi giorni vi aggiornerò con le mie recensioni più accurate.

Ecco le letture che mi hanno accompagnato in queste settimane. Alcune bellissime ed entusiasmanti, altre più standard, nessuna vera delusione.

"Lockwood & Co. La scala urlante" - J. Stroud (rilettura)
"Squadra speciale minestrina in brodo" - R. Centazzo
"Lockwood & Co. Il teschio parlante" - J. Stroud
"Pista nera" - A. Manzini
"Leaving" - J. Picoult
"I terribili segreti di Maxwell Sim" - J. Coe

E ora, dopo avervi aggiornato sulle mie letture di Agosto, corro a guardare gli amati blog che non ho frequentato nel mese scorso (ho staccato totalmente da tutto), per aggiornarmi sulle ultime novità...
A presto!

Cheers,
Eva