sabato 14 febbraio 2015

Hello!

In tutto ciò che devi far il lato bello puoi trovar.
Lo troverai e: Hop! Il gioco vien!
Ed ogni compito divien più semplice e seren
dovrai capir che il trucco è tutto qui!
Con un poco di zucchero la pillola va giù,
la pillola va giù, la pillola va giù.
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù.
Tutto brillerà di più.



Oggi farò quattro chiacchiere su "Con un poco di zucchero", di Chiara Parenti (Rizzoli YouFeel, 2014)
 


Trama (dalla quarta di copertina)
A trent’anni suonati Matteo Gallo, aspirante scrittore senza soldi e senza speranze, è costretto a vivere con la sorella Beatrice e “loro”, Rachele e Gabriele, i due scatenatissimi nipotini. Nessuna delle tate finora ingaggiate è riuscita a domarli. Ma ecco che, come per magia, un pomeriggio di fine settembre, un forte vento che spazza le nubi dal cielo porta tata Katie.
Beatrice e i suoi bambini restano subito incantati da questa ragazza inglese un po’ stravagante e scombinata, che fa yoga, mangia verdure, va pazza per i dolci... e che con le sue storie fantastiche e i suoi giochi incredibili è in grado di cancellare l’amaro della vita. Matteo invece cercherà (o crederà) di sottrarsi al suo influsso: ma sarà tutto inutile, perché Katie compirà su di lui la magia più grande. Quella dell'amore.
Dall’autrice del romanzo rivelazione dell’estate 2014 “Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito)” una nuova, divertente e supercalifragilistichespiralidosa storia d’amore, che fa rivivere il mito di Mary Poppins


Delizioso!
E' la prima parola che mi viene in mente per descrivere questo romanzo (breve; la dimensione scelta dalla Rizzoli YouFeel per questa collana digitale è perfetta per le mie corde). Ma ce ne sarebbero anche molte altre: sorprendente, divertente, romantico...
E' sorprendente perchè raccontato dal punto di vista del protagonista maschile, Matteo: sarcastico e disperato nel suo dibattersi in una palude di immobilità personale, professionale, amorosa, spaventato dal tornado che Katie porta nella sua vita, sgomento di fronte alla necessità, al fortissimo bisogno di lasciarsi andare al vento e ritrovare la felicità laddove proprio non si sarebbe mai aspettato di trovarla.
E' divertente perchè fa ridere. Fa ridere davvero, senza sotterfugi, senza trucchi: a volte con sottile ironia, a volte con battute grasse che faremmo tutti chiacchierando con gli amici, a volte mostrando situazioni così buffe da far venire le lacrime agli occhi. Fa ridere la bimba Rachele che parla prima come una principessa e poi come una badante ucraina. Fa ridere Katie che dà i nomi alle sue borse e deve contare i gradini in salita (ahi! lo faccio anch'io, sarò anch'io un po' pazza come lei?). Fa ridere la famiglia vetero-ciociara di Matteo e Beatrice nella casa di famiglia a Campoli Appennino, uguale uguale a quella che ognuno di noi ha al paesello, accuratamente nascosta ai nostri mondani amici di città.
E' romantico perché Matteo si innamora, e noi lo vediamo. Lo vedono tutti, tranne lui, ma lui continua ad innamorarsi, sempre di più, finché, quando finalmente lo capisce, è definitivamente spacciato:
Alle mie spalle Katie si lascia trascinare verso l'ingresso principale. Quando mi volto, mi sorride divertita e la luce che emana è davvero qualcosa di sorprendente. La osservo con attenzione, qui in piedi, appoggiata a me, e mi domando come ho fatto a non accorgermi finora di quanto sia bella. Di una bellezza unica, che viene da dentro. Una bellezza tutta sua che ti accende l'anima e ti rende euforico.
Devo portarla fuori di qui. Devo baciarla subito o morirò di certo.


Chiara è riuscita a dipingere un quadro acceso, un po' pazzo e pieno di colori come la parete della cucina di casa di Beatrice dopo che Matteo e i bambini hanno deciso di personalizzarla (leggete e capirete), ha narrato di una famiglia, e di una donna forte che trova la sua forza nella gioia. Ha raccontato di un amore che nasce, di serenità ritrovata e di fiducia, e con tutto questo mi ha portata via con sé, nel vento.

Cheers,
Eva

1 commento:

  1. Questo romanzo l'ho letto! L'ho trovato sorprendentemente pazzo e fresco fino a 3/4...poi il povero Matteo sommerge il lettore con un pochino di melassa. Peccato, perchè se il finale fosse stato un po' diverso, sarebbe stato veramente un libro originale.
    Per diverso intendo lontano dai soliti chlichè, non con un finale triste ;-)
    Lea

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