lunedì 27 novembre 2017

RECENSIONE - "Le sorelle dell'oceano" - L. Clarke

Buongiorno!

Ben ritrovati e buona settimana. Oggi vi parlo di una mia recente lettura, un libro che ho scovato in quello che sta rapidamente diventando uno dei miei posti preferiti per comprarne in maniera quasi compulsiva: sto parlando di una bancarella vicino casa, lungo una strada trafficata e piena di negozi, dove due ragazzi stranieri accumulano probabilmente fondi di magazzino, libri di recente pubblicazione, a volte nemmeno mai aperti. E' qui che per non so quale combinazione, faccio scorta soprattutto di editi Neri Pozza, una delle mie case editrici preferite, pagando i volumi meno di un terzo del prezzo di copertina. Un'occasione troppo allettante per resistere...

RECENSIONE
LE SORELLE DELL'OCEANO
Lucy Clarke
2015, Neri Pozza

TRAMA: Katie stava sognando il mare la notte in cui viene destata dallo squillo del telefono. Un suono inquietante nel silenzio della tenebra, un suono che annuncia l'incubo in cui, in pochi attimi, precipita la sua esistenza. Giusto il tempo di scostare le coperte, scivolare fuori dal letto, raggiungere il telefono e accorgersi che invece suonano al citofono, aprire la porta di casa e, al cospetto di due poliziotti con gli occhi puntati a terra, ascoltare le parole che non avrebbe mai voluto sentire: "Lei è la sorella di Mia Greene? Ci dispiace molto doverla informare che la polizia di Bali ci ha comunicato che Mia Greene è stata trovata morta. L'hanno rinvenuta ai piedi di una scogliera". Suicidio, secondo la polizia, che a conforto della sua tesi esibisce le affermazioni dei testimoni - una coppia sui trent'anni in viaggio di nozze ha visto Mia, sola, vicinissima al bordo della scogliera - e il referto dell'autopsia, che indica come la ragazza si sia lanciata con la faccia in avanti. Quel che resta di Mia è soltanto il suo diario: una giovane vita ridotta a poche pagine scritte e a molte rimaste bianche per sempre. Katie sa, tuttavia, che le cose non possono essere andate in questo modo. Mia non si sarebbe mai tolta la vita. Katie decide allora di attraversare l'oceano e ripercorrere le tappe del viaggio di Mia, rivivendolo attraverso le pagine del diario...

Finn fece un passo avanti e la costrinse a guardarlo negli occhi. "Questa cosa ho intenzione di dirtela una volta sola, quindi vedi di non dimenticarla".
Lei sostenne il suo sguardo.
"Tu non sei Harley. Non sei tua madre. E non sei nemmeno Katie. Tu, Mia Green, sei tu".
"Ma non sono sicura di sapere chi sono".

E' curioso leggere un libro di cui non hai mai sentito parlare, di cui non hai letto nulla, da cui non ti aspetti niente. Sei completamente libera, priva di qualsiasi pregiudizio, di ogni aspettativa: semplicemente, ti lasci andare, curiosa di scoprire la storia, i personaggi, se riusciranno a intrigarti, se li troverai simpatici. Se le ambientazioni ti affascineranno, o al contrario reseteranno un semplice fondale di cartone. Se avrai voglia di finirlo, se farai tardi a leggere anche se la mattina dopo devi alzarti presto, e la realtà ti chiama a gran voce.

Posso dire che leggere "Le sorelle dell'oceano" mi ha coinvolto sin dalle prime battute, dalle prime pagine in cui si delineano immediatamente il carattere e la vita dei pochi protagonisti: Katie e Mia, soprattutto, due sorelle che non potrebbero essere più diverse, due donne con una vita diametralmente opposta. Tanto posata e razionale una, tanto tormentata e ribelle l'altra. L'una sempre in cerca di certezze, di sicurezze, di una forma definita della propria vita, l'altra disponibile al cambiamento, all'incertezza, alla leggerezza. E tuttavia, Katie che sembra così quadrata e noiosa è in realtà solida e coraggiosa, mentre Mia, che all'inizio affascina e fa quasi tenerezza nella sua levità, nel suo "sfarfalleggiare" di qua e di là con noncuranza, mi è risultata alla fine un po' antipatica, nel suo essere infantile e incapace di assumersi le proprie responsabilità. Nel suo dare per scontata la sorella, sempre, troppo.

Questo è un romanzo in cui, bisogna dirlo, i colpi di scena nella trama si susseguono in  modo continuo, tanto che a volte mi ha dato l'impressione di leggere un feuilleton, uno di quei romanzi d'appendice di inizio Ottocento in cui alla protagonista ne succedevano di ogni. E infatti tradimenti, rivelazioni su misteri di famiglia, litigi tra fratelli, drammi e tragedie non si risparmiano, dando a volte la sensazione di "troppo". Il tutto però è stemperato da una bella scrittura, fluida e per niente pesante, e soprattutto dalle ambientazioni, magistralmente rese: l'Australia, le Hawaii, Bali... i colori dei paesaggi, i profumi esotici, il caos di culture diverse, e a fare da contraltare il freddo grigio di Londra, e la Cornovaglia spazzata dal vento.

Alla fine, ripercorrendo il viaggio della sorella, grazie al minuzioso diario che quest'ultima tiene durante il suo girovagare intorno al mondo, Katie risolve il "mistero" sulla fine di Mia e insieme viene a capo di sé stessa, della sua vita, dei suoi veri desideri, esplorando quello che c'è nel suo cuore e trovando il coraggio di cambiare quello che la tiene ancora legata alle catene della sua vecchia "lei".

Ho molto apprezzato la tecnica di narrazione adottata da Lucy Clarke: i lunghi capitoli si susseguono alternando le voci dei protagonisti e il tempo in cui le vicende si sono svolte, in un continuo rimescolarsi di presente e passato, in cui la vita di Katie e quella di Mia, dei loro amori, degli amici, dei genitori, si intrecciano e si separano come i fili di un complesso arazzo familiare.

Buone letture,
Eva.

4 commenti:

  1. Ciao Eva, a volte nei romanzi poco conosciuti si possono celare molte piacevoli sorprese! Non conosco il romanzo, ma dalla trama sembra davvero invitante :-)

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    1. Ciao Ariel, sì in effetti questo libro è stata proprio una sorpresa. Ha anche pochissime recensioni su Amazon (ammesso che questo significhi qualcosa sulla sua diffusione), ma dall'altro canto con la CE Neri Pozza difficilmente rimango delusa.

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  2. Mi sembra un romanzo interessante, anche se i continui colpi di scena un po' mi spaventano. D'altra parte un Neri Pozza in più in biblioteca ci starà benissimo. ;-)
    Lea

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    1. Ciao Lea, beh sì in effetti alla fine questo continuo avvicendarsi di colpi di scena mi ha dato un po' la sensazione di "troppo", come se l'autrice non si volesse fare mancare niente, ma proprio niente di quello che può accadere in una famiglia... però è scritto bene, e soprattutto, come ho detto, le ambientazioni sono così belle e così ben descritte che in effetti il possibile "troppo" si stempera e si diluisce.

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