venerdì 22 settembre 2017

RECENSIONE - Le coincidenze dell'estate - Massimo Canuti

Hello!

Buongiorno in questo primo giorno di autunno! Per celebrare e salutare questa lunga calda estate che oggi, astronomicamente, se ne va, vi parlerò di un piccolo gioiello misconosciuto che ho scoperto per puro caso, pubblicato quasi in sordina da una delle mie case editrici "feticcio", il cui progetto editoriale si conferma, ancora una volta, di altissima qualità.

RECENSIONE
LE COINCIDENZE DELL'ESTATE
Massimo Canuti
2016, Edizioni e/o

TRAMA: Milano, estate. Vincenzo è un adolescente particolare: ha pochi amici, è amante della musica metal e degli skate, e non sa ancora bene se è attratto dai ragazzi o dalle ragazze. Italo è un uomo di circa cinquant'anni che un giorno si sveglia su un marciapiede e non ricorda nulla del suo passato. Comincia a vivere come un barbone cercando di ricostruire la sua identità finché non finisce per caso nell'androne del palazzo di Vincenzo. Il ragazzo ha un lampo, sembra riconoscerlo, ma fa finta di non averlo mai visto prima. Dove ha incontrato quell'uomo? E come ha fatto Italo a perdere la memoria? Ma ecco che in loro soccorso arriva Evelina, anziana inquilina del palazzo ed ex parrucchiera dei divi di Cinecittà. Sarà proprio lei, con la sua eccentrica vitalità e tenera presenza, a riannodare i fili di un passato fatto di bugie e risentimenti. "Le coincidenze dell'estate" è un romanzo sull'amicizia inaspettata che può nascere fra tre persone di generazioni diverse, ma non solo. Parla della difficoltà di crescere in una famiglia a pezzi, della scoperta dell'omosessualità, del coraggio di uscire allo scoperto; è un romanzo sulla crudeltà del mondo del lavoro e su quanto sia traumatico ripartire da zero dopo aver perso tutto. Ma è soprattutto un romanzo sulla scoperta della propria identità. Tra sorelle circensi, suonatori di polka e ragazzine provocanti, Massimo Canuti scrive un libro che a tratti assume la forma del giallo. Il tutto nell'insolita cornice di una Milano afosa, lenta e deserta, lontana dallo stereotipo della città fredda, svelta e indifferente che non lascia spazio a nessun contatto umano.

Il ragazzo sale con un piede sullo skate e con l'altro si dà una spinta, avviandosi lungo la strada leggermente in discesa; i capelli a fargli da scia e gli auricolari ben piantati negli orecchi. Poco più in là, un uomo sta orinando davanti a un palo della luce. Ha cinquantasei anni, anche se in quelle condizioni ne dimostra decisamente di più.
Il ragazzo non si accorge dell'uomo.
L'uomo non si accorge del ragazzo.
Ma non è detto che le cose siano destinate a rimanere così.

E' stato un vero piacere leggere questo romanzo, tanto che una volta iniziato non sono riuscita a smettere finché i miei occhi non si sono posati sull'ultima parola, e io l'ho richiuso soddisfatta e felice di aver scoperto questo gioiello, "misconosciuto", come dicevo all'inizio. Sì perchè in effetti si è parlato pochissimo di questo romanzo di Massimo Canuti, un quasi esordiente nel quale la giovane casa editrice e/o ha creduto, con ragione.

La storia è semplice e la narrazione scorre lineare: una galleria di personaggi si muovono in una Milano insolita. Non la fredda, frenetica metropoli del fare, del correre, del vendere e comprare, ma una città addormentata, immobile, bloccata in un'estate afosa e solitaria, nella quale tre esistenze lontanissime l'una dall'altra si incrociano imprevedibilmente.

Vincenzo, un adolescente inquieto, solo, incompreso dalla sua famiglia (odiosa sua madre, insopportabile suo padre), incerto su di sé e sui suoi desideri; Italo, un cinquantenne perso, una vita interrotta e sospesa senza nemmeno sapere perché, alle prese con ricordi che non vogliono tornare e nuove difficoltà da affrontare; Evelina, un'anziana arzilla ed eccentrica, allegra all'apparenza, che nasconde dentro di sé un grande dolore. Attorno ai tre protagonisti, che spinti dalle circostanze iniziano una strampalata quasi-convivenza in un vecchio palazzo che sembra quasi abbandonato, in un quartiere svuotato per le vacanze, in una città in cui improvvisamente si sentono rumori dimenticati non più sovrastati dal rombo delle macchine, si aggirano personaggi eccentrici e imprevedibili: un gruppo di suonatori di polka, ragazzini della Milano bene alle prese con gli ultimi scampoli del loro periodo cittadino prima di partire per i luoghi di ricca villeggiatura di famiglia, una sorella ritrovata e una nipotina molto speciale, e poi un barbone molto ironico e un po' filosofo, e insieme a lui un'avventura nella esotica Lodi, a bordo di una mitica Mini Cooper Montecarlo degli anni Settanta.

L'amicizia nasce nei luoghi più improbabili, tra le persone più diverse, e si manifesta nei modi più strani: regalando una bottiglia di succo di cavolo rosso per far passare una sbornia, oppure invitando una vecchia signora a vedere un vecchio film neorealista: questo ci racconta Massimo Canuti in questa sua bellissima storia. Un romanzo che è incentrato sulla ricerca di sé stessi, dei propri sogni, delle proprie aspirazioni, insomma di quello che ci rende felici, fosse anche soltanto disegnare uno skate, o costruire giocattoli di legno, o lanciare palline in aria per far divertire gli ammalati. O abbracciare finalmente qualcuno, che è sempre un buon punto di partenza.

Cheers,
Eva

6 commenti:

  1. Ho letto il romanzo questa estate e confermo anche io l'impressione favorevole :-)

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  2. Questo libro me lo ha consigliato la mia amica Daniela del blog un libro per amico. L'ho comprato ancora non sono riuscita a leggerlo. Anche la tua recensione mi ha confermato che ho fatto benissimo ad acquistarlo!

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  3. Risposte
    1. Non avevo dubbi... è davvero molto bello e mi ha emozionato molto. Secondo me adatto anche a un lettore adolescente

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