martedì 11 luglio 2017

RECENSIONE - Piccole grandi cose - J. Picoult

Hello!

Per la mia prima recensione dopo un bel po' di tempo, oggi vorrei parlarvi di un libro della scrittrice americana Jodi Picoult, scrittrice che ho scoperto di recente grazie a uno dei più bei libri letti l'anno scorso, "Leaving" (trovate qui la mia reensione). La Picoult è molto conosciuta soprattutto per il libro "La custode di mia sorella", da cui è stato tratto l'omonimo film, e io pian piano sto leggendo tutti i suoi lavori perché mi piace moltissimo come costruisce le storie e come sfida il lettore a mettere in discussione le proprie idee. Gli argomenti che tratta non sono mai banali, anzi spesso si rimane stupiti davanti alla sua capacità di immergersi nelle situazioni e renderle coinvolgenti anche se  apparentemente lontane dalla nostra vita.

Appena è uscito, ho subito desiderato leggere questo suo ultimo lavoro, di cui vi parlo oggi.

RECENSIONE
PICCOLE GRANDI COSE
Jodi Picoult
Small Great Things, trad. L. Corradini Caspani
Corbaccio, 2016

Da più di vent'anni, Ruth Jefferson è infermiera ostetrica al Mercy-West Haven Hospital. Durante il proprio turno, mentre sta effettuando il check-up di un neonato, viene improvvisamente allontanata: i genitori di Davis sono bianchi suprematisti e non vogliono che Ruth, afroamericana, tocchi il bambino. L'ospedale soddisfa la loro richiesta di impedire a Ruth di avvicinarsi a Davis, ma il giorno successivo il piccolo ha delle complicanze cardiache proprio mentre Ruth è l'unica ostetirca in servizio. Intervenire oppure no? Obbedire all'esplicito divieto di toccare il bambino oppure al dovere etico di soccorrerlo? Ruth esita prima di effettuare il massaggio cardiaco, il bimbo muore e lei finisce per essere accusata di omicidio colposo. Kennedy McQuarrie, avvocatessa bianca, sceglie di impostare una linea difensiva che escluda a priori l'ipotesi di razzismo nei confronti dell'infermiera. Sarà la scelta giusta? Ruth e l'avvocatessa faticano a trovare un modo di intendersi, ma la vicenda giudiziaria si rivelerà infine utile a entrambe per capire molto di più di sé stesse e soprattutto per guardare il mondo da una nuova prospettiva.

"Hai ragione" concordo. "Ti serve giustizia." Ruth si ferma, pur continuando a distogliere lo sguardo da me. "Vorrai dire uguaglianza" rettifica.
"No, voglio dire giustizia. Uguaglianza è trattare tutti allo stesso modo. Ma giustizia è tener conto delle differenze, così tutti hanno una possibilità di riuscire." La guardo. "La prima suona equa. La seconda è equa. Uguaglianza è dare a due bambini un testo stampato. Ma se uno è cieco e l'altro ci vede, non ha senso."

Che libro splendido.
Quasi quasi potrei concludere qui, perché davvero è uno dei libri più potenti ed emozionanti che io abbia letto negli ultimi anni. E' vero, io sono molto sentimentale nelle mie recensioni, e purtroppo (o per fortuna) non riesco a separarmi dalle emozioni che una storia mi muove dentro, quando sono così profonde come quelle che questo libro mi ha suscitato. Le mie recensioni, che altro non sono se non riflessioni su quello che leggo, sono lo specchio di quello che ho provato leggendo, un chiacchierare a volte confuso che non può che concludersi in questo caso con un'esortazione a tutti: leggetelo!

E' scritto come al solito molto bene, e come al solito, data la grande bravura dell'autrice, è capace di offrire al lettore diversi punti di vista di una stessa questione, forzandolo a mettere in discussione sè stesso e le proprie convinzioni (o illusioni). Come si evince già dalla trama, il tema principale è il razzismo, soprattutto quello nei confronti delle persone di colore, ma nel libro è visto da tanti aspetti, non solo quello della discriminazione delle persone con un colore della pelle diverso da quello della maggioranza. C'è infatti anche una profonda riflessione sulla genitorialità e sul dolore terribile causato dalla perdita di un figlio, con un interessante contrasto tra l'umanissima pietà e compassione che proviamo istintivamente per due genitori colpiti da un dolore così grande e la contemporanea e immediata repulsione per le idee e la vita di quegli stessi genitori. E' bello e, per me, completamente inedito l'argomento della "riconversione" dei razzisti, con una riflessione sul percorso di consapevolezza che, soprattutto negli Stati Uniti, molte persone fanno a proposito delle loro convinzioni. C'è il punto di vista delle persone "bianche", magari genuinamente non razziste, ma così terrorizzate dalla raccapricciante ipotesi di scoprirsi peggiori di quanto credono da sottolineare invece, senza volerlo, ogni differenza tra due mondi contrapposti e che spesso non riescono davvero a parlarsi. E c'è il punto di vista delle persone di colore che vogliono, anzi sono orgogliosi di "differenziarsi" il più possibile, perché loro non sono "come i bianchi", non vogliono l'elemosina di una concessione da parte di indulgenti padroni.

Questo romanzo mi ha fatto riflettere soprattutto su quello che la Picoult chiama "razzismo inconsapevole": nessuno di noi bianchi si sofferma mai a pensare al peso che il colore della sua pelle ha nell'ambiente che frequenta, è un dato di fatto acquisito che noi bianchi siamo la "norma". Pensate quando leggiamo un romanzo: non ci viene detto di che colore è la pelle dei protagonisti, a meno che non sia nero... Soprattutto mi ha colpito tantissimo un passaggio in particolare: al contrario dei neri, nessun bianco cresce con l'idea e l'acuta consapevolezza che quello che fa, in bene o in male, ricadrà in positivo o in negativo su tutti quelli della sua "razza". Io ho pensato tanto, leggendo questo libro, mi sono arrabbiata, ho riflettuto e anche pianto. Che brava Jodi Picoult!

Cheers,
Eva

11 commenti:

  1. Ho conosciuto la Picout con "La custode di mia sorella" che tanto mi è piaciuto! Sicuramente leggerò anche questa sua ultima opera, sto aspettando il suo momento perché penso che sia molto complesso dal punto di vista del tema trattato, ma già inserito il lista! A presto

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    1. Ciao Rosa, credo che Jodi Picoult sia davvero brava, ogni libro suo che ho letto (finora tre) mi ha lasciato qualcosa di emozionante. Soprattutto, mi piace come "sfida" il lettore, mettendo in campo tanti punti di vista di una questione, non solo quello più (apparentemente) scontato. Ti consiglio di leggere questo romanzo sul razzismo, mi ha fatto tanto pensare e questo, in un libro, è qualcosa di prezioso.

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  2. Che bella recensione, Eva!
    Avevo già notato questo libro tempo fa quando una blogger inglese che seguo l'aveva recensito. Di mio non ho mai letto nulla della Picoult, ma questo è già il suo secondo libro verso il quale provo una grande attrattiva.

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    1. Ciao Alice, io ti consgiglio davvero di leggerla, poi tu che leggi in lingua hai il grande vantaggio di poterti approcciare a questa scrittrice in originale, senza il filtro della traduzione, e quindi scoprire addirittura altri motivi per apprezzarla.

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  3. Mi piace la Picoult, anche se questo libro non l'ho ancora letto, in più ho sentito parlar male del penultimo, che ho comprato e poi, complici parecchie recensioni negative, non ho avuto il coraggio di iniziare!

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    1. Ciao Baba, anch'io ho letto recensioni negative di "Leaving" ma francamente non le ho davvero capite. E' vero che ogni lettore è diverso e ogni libro tocca corde diverse nel cuore di ognuno, e immagino che si possa non entrare in sintonia con un personaggio o una storia, ma "Leaving" mi è piaciuto così tanto (come puoi vedere nella mia recensione qui sul blog) che mi ha stupito leggerne pareri negativi. Io mi sono entusiasmata proprio per gli aspetti che ad altre non sono piaciuti, si vede che ognuna ha la sua sensibilità. Per quanto riguarda questo suo ultimo lavoro, è una storia forte, potente, molto "americana" ma anche universale. E con aspetti per me inediti. Dagli una possibilità!

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  4. La Picoult è una delle autrici su cui mi butto quando cerco qualcosa per andare sul sicuro. Questo libro non l'ho ancora letto ma credo che prima o poi lo farò!

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    1. Ciao Daniela, io la sto scoprendo e libro dopo libro penso che sia davvero brava. A parte le storie che costruisce, le trame, i personaggi, credo sia proprio la scelta di temi "controversi" che la caratterizza a renderla vincente: come ho detto più su a Rosa, su molte cose Jodi Picoult ti sfida a pensare, a metterti in dubbio, e a me questo piace molto!

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    2. Io ho letto La custode di mia sorella e 19 minuti e te li consiglio entrambi!

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  5. Lo devo leggere assolutamente, lo metto subito in lista, perché l'argomento mi sta molto a cuore e poi quando un libro fa riflettere così vale sempre la pena leggerlo!!

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  6. Penso che lo leggerò. Mi ha colpito soprattutto quello che scrivi nell'ultima parte della recensione, ma come hai esordito...mi ha fatto sorridere. Brava Eva.
    Ciao da Lea

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