giovedì 31 marzo 2016

Hello!

Oggi chi di voi mi verrà a trovare troverà il blog con una grafica diversa! Spero che vi piaccia... ho voluto dare al mio piccolo angolo un'aria nuova, in linea con la freschezza di questi primi giorni di primavera.

In linea con questa "leggerezza", oggi vi parlo di una novellla breve della Rizzoli YouFeel, una collana che include storie dolci e romantiche di autrici italiane, dando anche spazio a brave e giovani emergenti.

Come forse qualcuna di voi sa, se mi segue da qualche tempo o se ha curiosato sul mio blog, sono un'appassionata di tutto ciò che è "anglosassone". Che si parli di Scozia o Galles, che si viaggi in Irlanda o Inghilterra... io sono nel mio ambiente ideale.
Per questo, anche quando leggo qualcosa di più, diciamo, leggero, mi piace esplorare i luoghi dei miei sogni (e di quasi tutte le mie reali vacanze, devo dire), e anzi sono felice quando riesco a trovare qualcosa ambientato lassù, che mi riporti con la mente a tanti momenti felici.
Partiamo quindi per la Gran Bretagna...


RECENSIONE
BACI RUBATI NEL VENTO DEL NORD
Sabina Di Gangi


TRAMA: Lulworth Cove, una baia nella costa sud dell’Inghilterra, è un posto magico. Lo sa Lise, che vi è tornata dopo tanti anni. Lei ama camminare a piedi nudi sull’erba e osservare la natura che si riposa. Eppure né il profumo delle piante, il suono del mare, il vento che spazza via le nubi e nemmeno quel dannato vicino che continua a fare rumore riescono ad alleviare le paure e la solitudine che la opprimono.
Anche Daniel ama Lulworth Cove, e i colori che ha attorno lo ispirano. Lui che è un pittore introverso e scontroso, sempre in guerra con il mondo e con le donne troppo accondiscendenti e senza cervello, lì si sente in pace. Per ironia della sorte si ritrova come vicina di casa una impicciona rompiscatole… Ma Lise non è come le altre, e Daniel giorno dopo giorno se ne accorgerà.
Una storia d’amore calda come i colori dell’autunno, dirompente come il risveglio della natura in primavera.


Mi sono trovata un po' in difficoltà a scrivere la recensione che vi presento oggi. Infatti leggere questo libro, su cui avevo belle aspettative a partire dal titolo e dalla trama, mi ha lasciata abbastanza perplessa.
Io di solito non assegno voti qui sul blog, ma se lo facessi, spiegherei il voto decisamente intermedio che assegnerei come risultato della media quasi aritmetica tra le valutazioni che ho cercato di dare alle varie componenti di questo libro, alcune pregevoli, altre meno convincenti.
Vorrei cominciare dagli aspetti positivi, che ci sono, e sono senza dubbio validi.

Prima di tutto l'ambientazione (Inghilterra un po' periferica, campagna nel periodo tardo-autunnale, baie isolate e battute dal vento...): decisamente nelle mie corde, e descritta con efficacia. Gli odori, i colori, l'aria fredda e tagliente, le atmosfere raccolte e malinconiche, i silenzi, l'armonia di una natura ancora selvaggia e tuttavia non ostile: molte parti della storia sembrano scritte apposta per perdersi in queste atmosfere un po' retrò, romantiche e familiari, come se si guardasse un dipinto antico, dai colori ancora vividi, dallo stile un po' superato ma ancora affascinante.


"Amava quel soffice solletichino, l'erba che si piegava al soffio del vento accompagnando i suoi passi lenti. Faceva freddo, ma quel luogo le scaldava il cuore: il cielo limpido, senza una nuvola, il mare punteggiato da diamanti luminosi, e quel verde intenso dei prati che circondavano la baia..."

La trama è interessante e ben strutturata, forse le cose succedono un filo troppo in fretta ma probabilmente è la dimensione stessa della novella (poco più di 90 pagine) a "costringere" il ritmo degli avvenimenti, tuttavia questo non disturba troppo e si riesce a seguire bene l'evolversi delle vicende, dei sentimenti tra i protagonisti e della maturazione di Lise (un po' meno quella di Daniel, solo alla fine vengono approfonditi un po' di più i motivi della sua condizione iniziale di moderno eremita in quel paesino di mare, ma come detto sopra questo è più che accettabile data la lunghezza del libro).
Il legame di Lise con la madre è quasi paritetico rispetto alla relazione con Daniel e questo è forse un po' eccessivo considerando il genere del romanzo, ma direi che, per spiegare l'evoluzione della personalità della ragazza e l'inizio del suo legame con il pittore, si può ben accettare come l'autrice abbia voluto dare spazio a questo aspetto della vita della sua protagonista.

Le cose positive in questo romanzo breve quindi non mancano ma quello che mi ha lasciato perplessa, insoddisfatta, a tratti anche irritata e che influenzato la mia opinione generale è lo stile di narrazione della Di Gangi. Non si tratta di errori grammaticali, di refusi o di incongruenze spazio-temporali (cose che mi fanno sempre saltare la mosca al naso quando leggo), anzi il testo è molto curato da questo punto di vista. Si tratta piuttosto di qualcosa di più diffuso e generale che mi ha respinto e non mi ha permesso di "entrare" nella storia.
Faccio solo qualche esempio, per spiegare quello che non mi è piaciuto:

"Adesso che ci siamo trasferite definitivamente qui posso APPORTARE LE MODIFICHE che desidero"
"Adesso ricomincerà con quella musica strana e ci TEDIERA' fino a notte fonda..."
"I tuoi muffin sono deliziosi e hanno il potere di PLACARE LA MIA IRA..."
"Si chiese... come avesse potuto IDENTIFICARE IL SUO ASPETTO PIU' RECONDITO..."
"... in ogni albero o cespuglio E' CELATO UN FRAMMENTO DEL MIO PASSATO..."

A mio parere quello di questo libro è in gran parte un linguaggio artefatto, uno stile pomposo e artificiale che rende la narrazione fredda e distante.
Non si tratta di episodi isolati, ho riportato poche frasi ma vi giuro ce ne sono decine e decine, ad un certo punto ho cominciato a segnarle tutte con l'evidenziatore e adesso il libro sul mio reader sembra un arlecchino!
Ora, ammetto che quello che a me ha dato letteralmente fastidio, ad altri possa risultare indifferente o addirittura piacere, del resto è lo stile di scrittura della Di Gangi (almeno, quello che ha usato in questo romanzo), e perciò sto parlando di convinzioni personali (e quindi insindacabili). Io vi ho presentato la mia opinione: se gli aspetti positivi che ho pure descritto vi ispirano vi consiglio di provare la lettura e di confrontarvi anche voi con questo stile e sperimentare da sole la sua importanza rispetto allo svolgimento della storia, che come ho detto non è priva di bellezza e profondità.

Cheers,
Eva

4 commenti:

  1. Brava...hai fatto bene a cambiare la grafica, questa è più bella e il verde è magnifico! Non si capisce mica che ti piace l'Irlanda. No ma va!^_^
    Scherzi a parte, il libro che hai recensito sembra molto carino. Mi ha incuriosito il rapporto tra il pittore eremita e la ragazza problematica. Il numero di pagine però mi ha un po' spiazzata...sono pochissime se confrontate con altri romanzi di questo genere. Però, vabbè, l'autrice avrà avuto le sue buone ragioni per scriverlo così!

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    1. Ciao Nik, questi libri della YouFeel sono così, corti e agili. Insomma, romanzi brevi (o novelle) di circa 100 pagine l'uno, solo in formato digitale.
      Questo formato mi è molto congeniale, mi dà modo di alternare letture più lunghe a storie più brevi e svelte ma comunque interessanti (il più delle volte)

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  2. Ciao Eva, la nuova grafica è molto bella, molto primaverile e adatta per far emergere le tue passioni! Non ho mai letto nulla di questa collana, anche se prima o poi mi deciderò a farlo perchè mi ispirano molti romanzi (soprattutto quelli del mood ironico).

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    1. Ciao Ariel, grazie per i complimenti!
      Ho provato a giocare un po'... la primavera ispira cambiamenti!
      Se hai voglia di leggere qualcosa del mood ironico della YouFeel, spulcia tra le mie recensioni archiviate, l'anno scorso ho letto qualcosa di simpatico in quella collana!

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