lunedì 25 dicembre 2017

Buon Natale!

Buongiorno!





Tanti auguri di un magico Natale a tutti! Vi auguro di trascorrere una giornata felice con le persone a cui volete bene.

Il blog si prende una piccola vacanza, ci rivediamo all'inizio del nuovo anno.

Buone letture,
e buon Natale.

Eva

venerdì 22 dicembre 2017

Un libro a Natale (Quarta e ultima parte)

Buongiorno!


Eccoci giunti a venerdì, all'ultimo venerdì prima di Natale! E quindi siamo arrivati alla fine del nostro tag natalizio, grazie al quale per tutto il mese di Dicembre ci siamo tenute compagnia parlando di libri a Natale, spaziando tra copertine natalizie (QUI la prima parte), libri importanti che ci sono stati regalati proprio a Natale (QUI la seconda parte) e libri che pensiamo di regalare alle nostre persone speciali (QUI la terza parte del tag). Come sapete, questo tag è la riedizione di quello che qualche anno fa avevano organizzato le amiche di Bookland: viaggiando tra i libri.

Oggi è arrivato il momento di rispondere all'ultima domanda, quella fatidica, quella che ci avvicina di più alla mattina di Natale:

Natale sta per arrivare! Tra poco sarà il momento di scartare i regali! Quali libri vorresti trovare sotto l'albero?

Ovviamente la mia risposta a questa domanda (come anche le vostre) potrebbe occupare post su post... abbiamo tutte chilometriche liste dei desideri, e se chi ci vuole bene ci ascolta... Natale può essere l'occasione di accorciarle un pochino! Ho scelto cinque tra i libri che più desidero in questo momento, e casualmente mi sono accorta che leggerli comporterebbe un viaggio intorno al mondo niente affatto male!

Chilean electric - Nona Fernàndez
Santiago del Cile, 1883. La luce elettrica illumina per la prima volta Plaza de Armas trasformando in un lampo la vita delle persone e il volto della città. Una bambina assiste alla cerimonia, affascinata e spaventata da quel bagliore che si burla del tempo. Molti anni dopo, interpretando gli indizi nascosti nei racconti della propria infanzia, sua nipote ripercorre le strade di Santiago e quelle della memoria per salvare dalle ombre i ricordi e il dono ereditato dalla nonna. In un continuo salto tra passato e presente, finzione e realtà, Nona Fernández costruisce la sua personale genealogia della luce.

Non dimenticare chi sei - Yaa Gyasi
Si può nascere dalle stesse radici e poi seguire strade opposte in balia del destino. Ma è sempre a quelle radici che alla fine bisogna tornare per ritrovare sé stessi. Effia è nata in una notte di fuoco. Le fiamme dal bosco si sviluppano veloci senza sosta, travolgendo ogni cosa al loro passaggio. Ma lei, più forte, è sopravvissuta. Nonostante sua madre sia stata costretta a fuggire lontano da lei. Pochi anni dopo, in un villaggio vicino, nasce Esi. Amata e protetta dalla sua famiglia, cresce felice fino al giorno in cui tutto cambia all’improvviso. Due donne e un legame indistruttibile. Perché Effia ed Esi sono sorelle. Ma non lo sanno. E non lo sapranno mai. Non sapranno mai che quella collana che entrambe portano al collo è l’unica cosa che rimane loro della madre: un ciondolo di pietra nera che luccica come se fosse ricoperto di polvere d’oro. Un ciondolo in grado di dare conforto e speranza. Il destino le trascina distanti l’una dall’altra. Effia sposa di un governatore inglese, Esi venduta come schiava negli Stati Uniti. Eppure quello che le unisce va oltre il tempo, le distanze, le curve della vita. E generazione dopo generazione, decennio dopo decennio, quest’eredità fatta di opposti viene accolta da due ragazzi: Marcus e Marjiorie. Non sanno nulla del loro passato, le loro origini si perdono in vecchi racconti e leggende. Non sanno che hanno il compito di riannodare quel filo spezzato anni e anni prima. Ma sanno che senza radici non si può costruire nessun futuro. Bisogna sapere da dove si viene per ritrovare sé stessi. Insieme sono pronti a farlo. Perché il ciondolo di pietra nera che Marjiorie possiede, con Marcus accanto vibra sulla pelle come se volesse raccontare una storia. Una storia che sepolta freme per tornare alla luce. Come un’onda che nasce  e rinasce dal mare. Eternamente in fuga verso il domani.

Un figlio - Alejandro Palomas
Guille non ha niente in comune con i suoi compagni di quarta elementare: è taciturno, non ama il calcio e ha sempre la testa tra le nuvole. Sarà perché non si è ancora ambientato nella nuova scuola, dice suo padre, Manuel Antùnez, quando la maestra Sonia lo convoca d'urgenza in aula docenti. Sonia, però, scuote la testa. Quella mattina, prima dell'intervallo, ha chiesto agli alunni che cosa avrebbero voluto fare da grandi. C'è chi ha risposto il veterinario, chi Beyoncé, chi ancora l'astronauta, Rafael Nadal o la vincitrice di The Voice. Guille ha risposto... Mary Poppins. E ha anche motivato la sua scelta: vuole essere Mary Poppins perché è una signora simpatica che sa volare, ama gli animali e, quando non lavora, può nuotare nel mare insieme ai pesci e ai polipi. Sonia consiglia a Manuel di affiancare al bambino una psicologa scolastica che lo aiuti ad aprirsi con i compagni e a non rifugiarsi in un mondo immaginario e strampalato, e il padre si dice d'accordo. Nessuno dei due adulti ha, però, intuito il vero motivo della risposta di Guille. Avere i poteri magici di Mary Poppins significa per il bambino risolvere d'incanto tutti i suoi problemi. Gli basterebbe, infatti, cantare Supercalifragilistichespiralidoso e sua madre tornerebbe a casa, suo padre smetterebbe di passare le sere a piangere e la sua amica Nazia non sarebbe costretta ad andare in Pakistan a sposare un signore anziano che neppure conosce...

L'isola dei cacciatori di uccelli - Peter May
In un'isola spazzata dal vento, dura e inospitale come le rocce nere che la intrappolano, un omicidio sembra affondare le sue radici in rivalità e odi antichi. L'ispettore Fin Macleod è scappato da ragazzo dall'isola e dai suoi sanguinari, antichissimi rituali. Ora è costretto a tornare, e a fare i conti con il suo passato. L'ispettore Fin Macleod ha appena perso un figlio e il suo matrimonio sta andando letteralmente alla deriva. Quando, per indagare su un omicidio, viene spedito sulla sua isola natia, poco piú di uno scoglio al largo delle coste scozzesi, Macleod è costretto ad accettare. Il caso è la sua ultima chance per rimettersi in gioco e uscire dal totale isolamento in cui si è autorelegato. Anche se questo significa riprecipitare nel proprio passato, negli echi di una violenza aspra e senza redenzione che ogni anno trova sfogo nel massacro sistematico delle sule, uccelli che sull'isola vengono a nidificare. E a morire.

Mai dimenticare - Michel Bussi
«Incontrate una bella ragazza sul ciglio di una scogliera? Non tendetele la mano! Potrebbero credere che l’avete spinta». È quello che succede a Jamal Salaoui, trentenne sportivo con una protesi di carbonio al posto della gamba sinistra, che ciò nonostante si allena ogni giorno correndo su e giù per le bianche scogliere di Yport, grazioso paesino affacciato sulla Manica dal lato francese, con l’obiettivo di essere il primo atleta portatore di handicap a partecipare all’Ultra-Trail del Monte Bianco, la più dura corsa campestre del mondo. Il suicidio della ragazza interrompe i suoi progetti. La incontra, bellissima e disperata, in cima alla scogliera, cerca di salvarla, ma lei si butta lo stesso, e quando Jamal scende alla spiaggia, centoventi metri più in basso, viene accusato di essere stato lui a ucciderla. Qual è la verità? Chi è l’assassino? Lo sapremo dopo una girandola di colpi di scena come solo Michel Bussi, maestro dell’alchimia e della manipolazione, dell’emozione e della suspense, sa orchestrare.

Un viaggio che ci porta dal Cile, all'Africa, alla Spagna, passando per la Scozia e finendo poi in Francia, per viaggiare senza spostarci dal nostro divano!

Buone letture,
Eva

martedì 19 dicembre 2017

RECENSIONE - "Il coro femminile di Chilbury" - Jennifer Ryan

Buongiorno!

Come vanno i preparativi per Natale? State anche voi fremendo (come me) in attesa della settimana più bella dell'anno? Io non vedo l'ora che arrivi venerdì per dedicarmi, finalmente e completamente, alla mia famiglia... che è poi  il motivo per cui già da dopo l'estate io comincio segretamente a pensare a pacchetti, albero e decorazioni (sono pazza, lo so). Visto che è ancora tempo di regali (e auto-regali), oggi parliamo insieme di un bel libro che ho letto qualche settimana fa, che, per inciso, ha una copertina davvero splendida!

RECENSIONE
IL CORO FEMMINILE DI CHILBURY
Jennifer Ryan
Trad. Maria Giulia Castagnone
2017, Feltrinelli

TRAMA: Kent, 1940. “Tutte le voci maschili sono assenti, perciò il coro dovrà essere sciolto.” È questo il messaggio che le signore di Chilbury trovano affisso sulla porta del municipio, dove il coro è solito riunirsi. Tutti gli uomini sono stati arruolati nell’esercito, e il parroco ritiene che un gruppo di donne non debba esibirsi da solo in tempo di guerra. Ma l’arrivo di una nuova insegnante di canto, Miss Prim, porta una ventata di aria fresca nel piccolo villaggio inglese provato dalla paura dei tedeschi, dai primi tragici lutti, dai razionamenti e dall’urlo delle sirene antiaeree nella notte. Così, la decisione è presto presa: il coro femminile di Chilbury non spegnerà la propria voce, ma servirà piuttosto a risollevare gli spiriti demoralizzati della comunità. La vedova Mrs Tilling, infermiera, un figlio appena partito per il fronte, vede il coro come un’opportunità per riempire il vuoto che le attanaglia il cuore. Per Miss Kitty Winthrop, invece, la giovane e precoce figlia del ricco proprietario di Chilbury Manor, il canto è un modo per oscurare la stella della sua affascinante sorella Venetia, decisa più che mai a conquistare ogni scapolo dell’alta società della contea. Intanto Edwina Paltry, una levatrice di pochi scrupoli, intravede l’occasione per arricchirsi in fretta e non esita a metterla in pratica stringendo un patto con il diavolo. Attraverso le lettere e i diari delle protagoniste, si dipana la storia di un gruppo indomito di donne e di una piccola comunità inglese messa alla prova dagli orrori della guerra. Tra intrighi, sospetti e pettegolezzi, si sviluppa un romanzo avvincente e ricco di verve, che racconta come la grande storia si riverberi sulle vite dei singoli e come, nei momenti difficili, la sopravvivenza possa dipendere non solo dal coraggio, ma anche dall’amicizia e dallo spirito di gruppo.

Era una notte senza luna, buio pesto. L'oscuramento aveva cancellato le luci dal mondo. Con un sorrisetto prudente, mi resi conto che non esisteva una legge che proibisse il canto, così lasciai che la mia voce si alzasse, in segno di sfida nei confronti della guerra.
Per affermare il mio diritto a essere ascoltata.

Come forse sapete, non sono per niente un animale social. Non ho fb, non sono in nessun gruppo, mi arrivano pochissime newsletter e quindi in genere sono poco informata sulle ultimissime uscite editoriali. Spesso vengo a sapere di un libro che può interessarmi settimane, se non mesi dopo la sua uscita, e quindi anche la mia eventuale recensione non è mai "sul pezzo". Inoltre la maggior parte delle mie letture sono relative a CE piccole e medie (un giorno di questi devo fare una piccola statistica su questo argomento), quindi raramente vi parlo dell'ultimo successo di cui tutti gli altri parlano.

Ecco, questo libro fa eccezione. Libro recentissimo, appena ho saputo della sua uscita (galeotto il blog di Stefy e Lea) sono corsa in libreria perché sentivo che dovevo averlo. E appena nelle mie mani, ho abbandonato qualsiasi altra cosa stessi leggendo in quei giorni e mi ci sono tuffata a pesce. Amandone ogni singola parola. Ogni. Singola. Parola.

E allora, perché non ve ne ho parlato subito? Perché ultimamente tendo sempre di più a parlarvi di un bel libro che leggo un bel po' di tempo dopo averlo finito? Il motivo è presto detto: perché sto cercando di ridare la giusta dimensione alla mia esperienza di lettura, che non voglio in alcun modo ridurre al dover poi scriverne qui sul blogghino. Leggo, mi emoziono, mi entusiasmo, ne parlo a mio marito, a mia mamma, e poi, solo poi, molto poi, mi decido a raccogliere le idee e a organizzarle per parlarne (più o meno compiutamente) qui nel mio angolo.

E de "Il coro femminile di Chilbury" sono tante le cose che si possono - e che vorrei - dire.
Vorrei dirvi infatti che l'ambientazione mi è risultata meravigliosamente congeniale: sia quella spaziale - la campagna inglese, provinciale e un po' chiusa - sia quella temporale - gli anni cupi della seconda guerra mondiale. Leggendo questo libro si è letteralmente trasportati nei luoghi e nei giorni descritti, tanto da faticare a uscirne, e da rallentare la lettura verso la fine per ritardare il momento di lasciare per sempre Chilbury, e smettere di leggere degli intrighi di Miss Edwina Paltry, del folle amore di Venetia Winthrop, dell'intelligenza discreta e della rettitudine di Mrs Tilling.
Vorrei dirvi che le canzoni citate nel testo ti entrano in testa, e ti ritrovi a canticchiarle mentre lavori, stupendo i tuoi colleghi e te stessa per come ti sei addentrata profondamente in anni così lontani, non solo nel tempo ma anche culturalmente e socialmente.
Vorrei dirvi che è interessante ed entusiasmante accompagnare un gruppo di donne dell'epoca nel loro progressivo rendersi conto di come i tempi stiano cambiando, volenti o nolenti, e assistere a piccoli momenti di ribellione femminile, e all'insorgere della presa di coscienza di molte rappresentanti del sesso debole, che in tempo di guerra paga(va) forse il prezzo minore in termini di vite perdute, ma non certo in termini di dolore e strazio per le perdite di mariti, fratelli, figli, che le lasciano sole a cercare di andare avanti, in qualche modo.
Vorrei dirvi che questo è stato il mio primo romanzo epistolare, e che se da un lato all'inizio ero un po' timorosa di affrontare questa forma di espressione così particolare, dall'altro, leggendolo, ho scoperto che è una modalità strepitosa, e che questa storia non avrebbe potuto essere raccontata in nessun altro modo.
Vorrei infine dirvi che i personaggi sono tutti incredibilmente vivi, reali, nei loro difetti e nelle loro qualità, che la storia funziona, che la trama avvince e che le avventure tragicomiche del coro femminile di Chilbury fanno compagnia proprio come quelle di un gruppo di vecchie amiche.

Buone letture,
Eva

venerdì 15 dicembre 2017

Un libro a Natale (Terza parte)

Buongiorno!


Eccoci arrivati alla fine della settimana e a un altro appuntamento con il nostro tag natalizio "Un libro a Natale". Vi ricordo che si tratta di un tag che ho mutuato da quello che avevano organizzato alcuni anni fa le amiche di Bookland: viaggiando tra i libriQUIQUI potete trovare le prime due parti, dove abbiamo fatto una carrelata di copertine natalizie e abbiamo parlato di libri importanti, regalati proprio a  Natale.

Oggi è arrivato il momento di rispondere alla terza domanda e cioè

Regalare un libro significa regalare un'emozione, insieme a una piccola parte di sé. Quali sono i libri che pensi di regalare o consigliare alle tue persone speciali?

Ed ecco quindi le mie risposte. Quest'anno, come sempre, regalerò tantissimi libri a tutti: parenti, marito, figlio, amici, nipotini. Amo pensare alla persona a cui sto facendo il regalo e lasciarmi ispirare dai suoi gusti, dalle sue abitudini, dalle sue passioni per scovare il libro giusto per lei. Non regalo solo romanzi, ma anche fumetti e saggi, perché il mondo della lettura è variegato e più e vario, più è bello!

Stavolta aggiungerò qualche parola per spiegarvi per chi penso sia adatto il regalo che ho scelto...

Oltre l'inverno - Isabel Allende
Lucía, cilena espatriata in Canada negli anni del brutale insediamento di Pinochet, ha una storia segnata da profonde cicatrici: la sparizione del fratello all’inizio del regime, un matrimonio fallito, una battaglia contro il cancro, ma ha anche una figlia indipendente e vitale e molta voglia di lasciarsi alle spalle l’inverno. E quando arriva a Brooklyn per un semestre come visiting professor si predispone con saggezza a godere della vita. Richard è un professore universitario spigoloso e appartato. Anche a lui la vita ha lasciato profonde ferite, inutilmente annegate nell’alcol e ora lenite solo dal ferreo autocontrollo con cui gestisce la sua solitudine; la morte di due figli e il suicidio della moglie l’hanno anestetizzato, ma la scossa che gli darà la fresca e spontanea vitalità di Lucía restituirà un senso alla sua esistenza. La giovanissima Evelyn è dovuta fuggire dal Guatemala dove era diventata l’obiettivo di pericolose gang criminali. Arrivata avventurosamente negli Stati Uniti, trova impiego presso una facoltosa famiglia dagli equilibri particolarmente violenti: un figlio disabile rifiutato dal padre, una madre vittima di abusi da parte del marito e alcolizzata, un padre coinvolto in loschi traffici. Un incidente d’auto e il ritrovamento di un cadavere nel bagagliaio della macchina che saranno costretti a far sparire uniranno i destini dei tre protagonisti per alcuni lunghi giorni in cui si scatena una memorabile tempesta di neve che li terrà sotto assedio.

La prosa magica e le tematiche profonde di questa grandissima scrittrice rendono questo libro adatto a una donna sicura di sé, una mamma o un'amica forte e profonda.

D'estate i gatti si annoiano - Philippe Georget
È estate, fa caldo, i turisti sono arrivati e, al commissariato di Perpignan, nel sud della Francia, Sebag e Molina, poliziotti disillusi divorati dalla routine, si occupano dei casi in corso senza grande entusiasmo. Ma all'improvviso una giovane olandese viene brutalmente ammazzata su una spiaggia ad Argelès e un'altra sparisce tra le viuzze della città senza lasciar traccia. Ritrovatosi suo malgrado al centro di un gioco diabolico, l'ispettore Sebag, alla mercé di uno psicopatico, metterà da parte preoccupazioni, problemi di cuore e interrogativi esistenziali per salvare ciò che ancora può essere salvato, in special modo la vita della ragazza che sembra essere stata sequestrata da un serial killer. Dovrà dissipare la cortina di fumo formata dai falsi indizi disseminati dal rapitore che lo ha invischiato in un sottile e inquietante gioco del gatto col topo, in cui lo psicopatico mena la danza con indovinelli tipo: "Il topo aspetta triste, pazienta e soccombe. La casa di pietra diverrà la sua tomba. Chi fa cosa, chi acchiappa chi? Chi è il gatto e chi il topo, qui?".

Per chi ama i gialli e le atmosfere francesi, non necessariamente quelle glamour della capitale Parigi.

Le avventure di Numero Primo - Marco Paolini e Gianfranco Bettin
Numero Primo è il nome scelto per sé da uno strano bambino, che irrompe nella vita di Ettore, fotoreporter di guerra che a quasi sessant'anni si ritrova a fargli da padre. È stato desiderato e pensato da una madre scienziata, ma concepito e messo al mondo da un'intelligenza artificiale avanzatissima, tanto da aver sviluppato una coscienza. Non è una creatura uguale alle altre, non conosce quasi niente, tutto gli appare nuovo, bello; possiede il dono di trovare la magia nelle cose più comuni e, quando non la trova, di crearla. E le cose che non sa, le impara subito, per mezzo di misteriose connessioni. Chi lo incontra si riscopre diverso, migliore. Di lui si accorgono anche gli osservatori di una multinazionale, un Erode tecnologico che, dietro la facciata filantropica, nasconde un'oscura volontà di potenza. Così Ettore e Numero sono costretti a fuggire e a nascondersi. Ad aiutarli, una folla di personaggi bizzarri: scienziati rasta in grado di salvare Venezia dall'acqua alta, parcheggiatori abusivi che gestiscono nuove forme di ospitalità diffusa, commercianti sardo-cinesi, giostrai con il cuore grande e una lunga storia di resistenza.

Un'epopea on the road all'italiana, da regalare a chi ama le distopie possibili e desidera interrogarsi sui nostri possibili futuri.

Asterix e la corsa d'Italia - R. Goscinny & A. Uderzo
Asterix e la corsa d’Italia: questo è il titolo del trentasettesimo volume delle avventure dei nostri amici Galli! Ci troviamo nel 50 a.C. L’Italia è completamente sotto il dominio di Roma. Tutta quanta? No! Anche se Cesare sogna un’Italia unificata, la penisola è composta da molte regioni che rivendicano la propria indipendenza. E la vita non è facile per le truppe dei legionari romani… Preparatevi a una corsa rocambolesca lungo lo Stivale!

Intramontabile classico del fumetti da regalare a un appassionato, dai 6 ai 99 anni.

La storia del mondo in dodici mappe - Jerry Brotton
Nel corso della storia le carte geografiche hanno modellato la nostra visione del mondo e il posto che vi occupiamo. In questo libro, Jerry Brotton sostiene che, lungi dall'essere meri strumenti della scienza, le mappe del mondo sono inevitabilmente descrizioni parziali e soggettive, intimamente legate ai sistemi di potere, all'autorità e alla creatività di tempi e luoghi particolari. I disegnatori di mappe non si limitano a raffigurare il mondo, lo costruiscono sulla base delle idee vigenti nella loro epoca. Questo libro analizza il significato di dodici mappe del mondo riprese dalla storia globale, a partire dalle rappresentazioni mistiche della storia antica e per finire con le immagini di derivazione satellitare contemporanee. Ricrea gli ambienti e le circostanze in cui queste carte sono state fatte, mostrando come ciascuna di esse trasmetta un'immagine estremamente personale del mondo: la prospettiva cristiana centrata su Gerusalemme del "mappamundi" di Hereford del XIV secolo; la più antica mappa coreana che mostra la Terra intera, compresa l'Europa; la prima autentica visione del mondo globalizzato del portoghese Diego Ribeiro agli inizi del XVI secolo; la proiezione negli anni Settanta del Novecento che aveva l'ambizione di dare uguale dignità al "terzo mondo" e il pianeta secondo Google. Brotton rivela come ogni mappa abbia tanto influenzato quanto riflesso gli eventi contemporanei e come, leggendole, si possano meglio comprendere gli universi che le hanno prodotte.

Da regalare a chi ama la geografia e la storia, chi vorrebbe viaggiare in tutto il mondo, chi lo fa d'abitudine e chi lo sogna soltanto.

Per quanto mi riguarda, questi libri sono già sotto il mio albero, impacchettati e con il nome già scritto sul bigliettino. E voi, che regali pensate di fare?

Buone letture,
Eva

martedì 12 dicembre 2017

Più Libri Più Liberi 2017

Buongiorno!


Anche quest'anno Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria, si è svolta qui a Roma, dal 6 al 10 Dicembre. Tradizionalmente, la fiera è dedicata alle Case Editrici che non possono (per motivi di fatturato, soprattutto, ma anche, io credo, di distribuzione e notorietà) fregiarsi della qualifica di BIG. Quest'anno c'era poi la grande novità della Nuvola, l'avveniristica struttura architettonica firmata dall'architetto Massimiliano Fuksas all'interno della quale era ospitata la manifestazione.

Tra gli oltre centomila visitatori che hanno affollato le enormi e futuristiche sale della struttura, che hanno girato tra i più di cinquecento stand che ospitavano editori medi, piccoli e piccolissimi, anche quest'anno c'ero io, e per più giorni: da sola, poi in compagnia della mia famiglia, e infine in compagnia di amiche blogger incontrate finalmente di persona.

Incontri con gli autori
Quest'anno la presenza di autori noti ed emergenti a presentare i loro libri, o anche solo a discutere con i lettori di letteratura, di realtà, di personaggi e di vita, era nutritissima e interessantissima. Avevo stilato un ricco calendario che mi sarebbe piaciuto molto rispettare, ma purtroppo devo fare i conti con la stanchezza e con la difficoltà di stare fuori tanti giorni per tutto il giorno, così ho dovuto purtroppo rinunciare a molti degli incontri con scrittori che avrei voluto tanto ascoltare dal vivo... Spero che ci saranno altre occasioni! Comunque, ho avuto modo di partecipare di persona alle "chiacchierate" fatte intorno a due libri dei quali mi interessava molto conoscere l'autore: Assassinio sul cammino di Santiago di Sergio Valzania, e Negli occhi di chi guarda, di Marco Malvaldi. Curiosamente, entrambi i libri sono gialli e quindi in entrambe le occasioni si è parlato pochissimo del libro (come si fa a parlare di un giallo senza svelare niente dei colpi di scena della trama?) e molto del "contorno", di quello che c'è dietro alla storia e dentro a chi la scrive.
Sergio Valzania è un personaggio divertentissimo, ha idee generalmente abbastanza diverse da me ma un'apertura mentale sufficiente a discuterne con personaggi dei più vari. Io amo moltissimo la radio, e memorabili sono le sue trasmissioni radiofoniche dal Cammino di Santiago, in Spagna, che lui ha percorso insieme, per esempio, insieme al matematico ateo Piergiorgio Odifreddi. In occasione della presentazione del suo libro, che, confesso, non ho ancora letto (edito da Ediciclo), si è chiacchierato del camminare, di quello che significa in un'epoca di velocità e immediatezza, del recuperare il rapporto con il proprio corpo, con la fatica, con il dolore fisico che però è bello, quando significa che il corpo l'hai usato e l'hai conosciuto.
Marco Malvaldi ha invece presentato in solitaria, da vero mattatore e abilissimo affabulatore, il suo ultimo romanzo, che ho letto e apprezzato molto. Ma anche qui, lungi dal presentare la trama del libro, in una esilarante cadenza toscana l'autore ha tenuto una specie di lectio su come lui costruisce ogni suo libro, su come sceglie i personaggi prendendoli di peso dalla realtà quotidiana dei suoi incontri spesso surreali, e, cosa molto interessante, su quello che si intende per "arte", a partire da quello che generalmente è considerato tale, rispetto ad altre "performance" la cui definizione di "artistiche" è, come minimo, questionabile (e chi ha letto il suo ultimo romanzo sa benissimo a cosa mi sto riferendo). Grandi risate, grandi riflessioni e soprattutto grande simpatia da parte di un autore che, si vede, ama molto offrirsi al suo pubblico.
Ho avuto anche occasione di ascoltare (sempre alla mia amata radio) in diretta la trasmissione degli incontri con Antonio Manzini che chiacchierava a proposito de "Il successo del noir" e con Valeria Luiselli che presentava il suo ultimo libro Dimmi come va a finire, edito da La Nuova Frontiera. Entrambe chiacchierate interessantissime, anche se molto diverse tra loro: spigliato, ironico e divertente Antonio Manzini, che ovviamente ha parlato parecchio di sé e del suo alter ego Rocco Schiavone, romano in esilio ad Aosta; e profonda e molto dolorosa Valeria Luiselli, che, confesso, non conoscevo, ma che recupererò molto presto.

Incontri con le amiche
Quest'anno la fiera è stata un'occasione felicissima, per me, per conoscere dal vivo tre amiche che finora avevo conosciuto solo virtualmente, e cioè Daniela del blog Appunti di una Lettrice, Simona del blog Letture Sconclusionate, e Baba del blog Libri in Valigia, anche se con quest'ultima è stato un incontro velocissimo e troppo breve: spero che, abitando non troppo lontane, ci possano essere occasioni (letterarie e non) per rivederci presto. Grazie poi a Simona, simpaticissima e vulcanica, ho imparato a presentarmi ai rappresentanti degli Uffici Stampa delle CE come blogger senza vergognarmi (troppo), giocando un po' con questo ruolo che per me è soprattutto una passione, senza nessuna velleità professionale. Infine, incontrare finalmente Daniela, e soprattutto chiacchierare così tanto con lei di libri letti e da leggere, di interessi e piani futuri (Cazalet, a noi!), di gusti e disgusti, ha reso la mia partecipazione alla fiera molto più divertente di quello che pensavo: grazie!

Incontri con gli editori
Grazie a Baba ho incontrato le simpaticissime ragazze di Exorma, una Casa Editrice "piccola" (nel senso che dicevo all'inizio del post) ma davvero raffinata e molto interessante. Mi piace moltissimo lo spirito del loro progetto editoriale: (preso dal loro sito) Viviamo l’epoca dell’informazione superveloce, sappiamo tutto ma non sappiamo nulla e condividiamo un contesto che sembra voler disertare la complessità: tutto deve essere facile, corretto e conforme, omologato, "scritto bene". Ecco perché dalle parti di Exòrma si "scrive male". Nel loro catalogo Neve, cane, piede, che quest'anno, come ci spiega Dany qui, ha vinto il Modus Legendi, iniziativa di Rivoluzione Gentile per focalizzare l'attenzione del lettore medio su libri al di fuori dei circuiti classici di grande distribuzione e spingere in classifica nazionale un libro pochissimo conosciuto e non pubblicizzato sui grandi canali di comunicazione di massa. 
Con Simona ho passato un po' di tempo allo stand di Scrittura&Scritture, che non conoscevo ma che mi ha incuriosito molto: il contesto in cui le editrici si muovono (una Napoli che conosco molto bene) non fa che aggiungere valore e qualità al loro lavoro di ricerca letterario. Vi consiglio di visitare il loro sito perché, oltre alle novità del catalogo, ha un'interessante sezione sul rapporto tra CE, blogger e librai, che restituisce molta umanità a un rapporto troppo spesso, soprattutto nel caso delle CE più grandi, freddo e puramente utilitaristico.
Insieme a Daniela abbiamo gironzolato per ore intere tra gli stand, suggerendoci a vicenda libri e CE, e soffermandoci soprattutto agli stand della Fazi, della Voland, della E/O, della SUR e della Lindau. In ognuno di questi stand abbiamo incontrato librai appassionati, capaci di parlare con amore dei propri libri quasi fossero creature vive. Che fosse una battuta sulle rughe di Anna Magnani o un ringraziamento per una bella recensione, ho trovato persone alla mano, gentili, sorridenti nonostante la gran fatica e la gran ressa, capaci di spendere tempo per consigli personalizzati a chiunque chiedesse loro qualcosa, e soprattutto profondamente competenti nel loro campo e consapevoli che una bella lettura cambia, eccome, la vita.

Acquisti
Ovviamente, non sono uscita a mani vuote dalla fiera, in nessuno dei giorni in cui ci sono stata. Tralasciando i libri che ho comprato per regalarli a Natale alle persone a me care, e quelli che ho acquistato a mio figlio, entusiasta di tutta quella "carta" e desideroso di portarsi appresso, anche lui, la sua bella borsa di stoffa piena di future letture, ecco quello che ho comprato per me, per i miei prossimi mesi di letture: più di 3 kg di libri (povere spalle mie!), quasi 2900 pagine in totale, che si vanno ad aggiungere alla mia già infinita e traballante pila sul comodino, delle quali vi parlerò, speriamo, nel prossimo futuro.

Sento la neve cadere, Domenico Infante, Scrittura&Scritture 
Vita e morte delle aragoste, Nicola Cosentino, Voland
A proposito di Maiorana, Javier Arguello, Voland
I ragazzi venuti dal Brasile, Ira Levin, Sur
Anima, Wajdi Mouawad, Fazi
Storia di Roque Rey, Ricardo Romero, Fazi
Praléve e altre storie di montagna, Lalla Romano, Lindau
Hannah Coulter, Wendell Berry, Lindau
We are family, Fabio Bartolomei, E/O
Piccola osteria senza parole, Massimo Cuomo, E/O


Buone letture,
Eva

domenica 10 dicembre 2017

BOOK TAG - THE END OF THE YEAR

Buongiorno!


Eccezionalmente di domenica, torno qui nel mio blogghino per un post un po' diverso dai miei standard. Non faccio infatti molti tag e non perché non mi piacciano, anzi, quando li trovo nei blog che frequento li leggo con molto interesse e divertimento: la possibilità di scoprire qualcosa in più sulla persona che c'è dietro a un blog che seguo mi intriga molto, perché è anche - anzi direi soprattutto - da questo tipo di scelte, riflessioni e pensieri che si capisce un po' di più del percorso di qualcuno che si conosce solo virtualmente. Purtroppo il tempo è sempre tiranno (fatemi usare questa frase fatta che però mi piace un sacco come suona), e quindi mi ritrovo sempre a pensare, riflettere sui tag che vedo in giro, domandarmi come risponderei io... e poi l'attimo passa, e l'occasione sfugge.

Ma quando a chiamarti in causa è un'amica come Dany, del blog Appunti di una lettrice, con un tag davvero interessante, e per di più si è in un periodo di bilanci come in questi sgoccioli di Dicembre (mancano meno di tre settimane al nuovo anno!), non si può non rispondere con entusiasmo all'appello!

Ecco quindi le mie risposte al

THE END OF THE YEAR  // BOOK TAG

1. Con quale libro hai iniziato il 2017?

Anch'io come Dany rispondo con un libro che ho finito nei primi giorni del 2017, ma che avevo iniziato alla fine del 2016, visto che è stato un regalo (apprezzatissimo) di Natale da parte di mio marito. Si tratta di L'estate fredda, di Gianrico Carofiglio, del quale non ho scritto una recensione completa ma una breve minirecensione QUI. Carofiglio è conosciuto e apprezzato soprattutto per le vicende tribunalizie dell'avvocato Guerrieri, ma qui secondo me crea un personaggio, il maresciallo Pietro Fenoglio, nettamente superiore non solo ai suoi precedenti, ma anche a tutto lo stuolo di commissari, vicequestori e simili creati da colleghi scrittori. Come scrivevo a Gennaio, mi è piaciuta moltissimo la scelta stilistica di narrare alcune parti fondamentali per la storia attraverso i verbali di polizia: un linguaggio potente e simbolico. Dalle recensioni che ho letto in giro, sembra che proprio questo aspetto a parecchi non sia invece piaciuto. Peccato. Io invece l'ho trovato un metodo molto potente per rappresentare e inquadrare il mondo dei criminali più efferati, il loro essere completamente avulsi da un contesto umano e sociale normale.

2. Qual è il libro più corto, e quale il più lungo, che hai letto quest'anno?
Il più corto che ho letto (in realtà è stata una rilettura, dopo che quest'estate lo ha preso in mano - e amato moltissimo - mio figlio) è stato L'occhio del lupo, di Daniel Pennac, che ha 113 pagine nella sua prima edizione. E' un libro che parla a bambini, ragazzi e adulti in un modo semplice, magico e suggestivo, e racconta di un ragazzo e delle tre Afriche che ha conosciuto - quella Gialla, quella Verde, quella Nera, e di un lupo che nonostante la cattività non ha perso la fierezza e la saggezza antica della natura. Il libro più lungo è stato invece Diciannove minuti, di Jodi Picoult (616 pagine). La Picoult è un'autrice che amo molto (QUIQUI le mie recensioni a due suoi libri che mi hanno emozionato in passato), e questo libro mi ha fatto compagnia quest'estate insieme al più famoso "La custode di mia sorella". Non riesco neanche a descrivere quanto ho pianto leggendo entrambi, quanto mi hanno straziato. Non sono neppure riuscita a scriverne qui sul blogghino, tanto forte sono stati i sentimenti - ben diversi dalle impressioni letterarie - che mi hanno suscitato.

3. Ci sono libri che hai cominciato durante l'anno e che non hai finito?
Ebbene sì, anche perché io sono una lettrice crudele, in questo senso. Se un libro non mi prende da subito, lo abbandono senza pentimenti né scrupoli. Io leggo per amore, per divertimento, per riflettere e pensare: leggere libri che non mi stanno piacendo non ha senso, per me (è per questo che non trovate recensioni negative qui sul blogghino). Quest'anno ho letto parecchi libri molto belli, alcuni anche inaspettatamente belli, ma in compenso ho dovuto abbandonare un libro che pure al contrario prometteva benissimo: Il consolatore, di Jostein Gaarder. Purtroppo mi ha annoiato sin dalle prime pagine, e l'ho messo da parte quasi subito per passare ad altro.

4. Un libro letto quest'anno che ti è piaciuto e che vorresti consigliare.
Ho ripreso in mano la lista dei libri letti per rispondere a questa domanda, e mi sono resa conto che in effetti quest'anno ho letto diversi libri molto belli, che consiglierei caldamente a tutti. A parte i due libri di Jodi Picoult, di cui scrivevo prima, ho molto amato Accabadora, di Michela Murgia, Il coro femminile di Chilbury, di Jennifer Ryan (di cui troverete tra poco la recensione qui sul blogghino), e mi sono molto affezionata al personaggio ironico e irriverente di Carlo Monterossi, creato da Alessandro Robecchi nel suo Questa non è una canzone d'amore (QUI la mia recensione). Ma se devo consigliarne uno, uno solo, il libro più bello letto quest'anno, quello che mi ha emozionato anche per quello che ha significato per me e la mia famiglia a livello personale, è senza dubbio alcuno Le otto montagne, di Paolo Cognetti. Un libro profondo, ispirato, bellissimo. Ne ho parlato QUI.

5. Un libro autunnale che è ottimo per la transizione al periodo invernale.
Una domanda difficile... ci ho pensato un po', ma poi la risposta è venuta di getto: D'un tratto nel folto del bosco, di Amos Oz, che ho letto l'anno scorso. Una favola onirica e misteriosa, dai molti piani di lettura, che ci porta, insieme a Mati e Maya nel folto di un bosco alla ricerca degli animali perduti da tanto tempo. Ne ho parlato QUI

6. I tre libri che vorresti leggere assolutamente prima della fine dell'anno.
Purtroppo l'anno è quasi finito e io credo proprio che non riuscirò in questo intento, anche perché di solito le feste sono dedicate alla mia famiglia, al tempo condiviso che aspetto tutto l'anno, a stare con le persone che amo e che vedo così poco. Ma se riuscissi a ritagliarmi un po' di spazio tutto per me, mi piacerebbe dedicarmi ai prossimi libri nella mia "To Be Read List" (scrivo così, per fare un po' finta di essere una bloggher di quelle serie!): La giustizia di Pulcinella, di Massimo Torre, poi Il mio cane del Klondike, di Romana Petri, e poi infine New York, 1916, di Beatrice Colin. Ma sono sicura, sicura, che non riuscirò a rispettare per niente i miei piani! Questi che ho indicato sono libri che ho comprato recentemente e che mi hanno attirato per la trama, per le loro splendide copertine e perché credo molto nel progetto editoriale delle CE che li hanno pubblicati (Edizioni E/O e Neri Pozza Editore).

7. Hai già dei piani di lettura per il 2018?
Allora, io e i piani di lettura non andiamo tanto d'accordo, perché la mia lista di letture subisce continui aggiornamenti in base a una serie di cose, dalle più profonde alle più futili (interessi letterari spiccati, colpi di fulmine per copertine bellissime, regali!), e considerando che tra un po' è Natale e che io sto lasciando casualmente in giro la mia lista dei desideri... capite bene quindi che non ho idea di quali libri mi cattureranno nei prossimi mesi! Però, alcuni piani generali di lettura li ho fatti: mi piacerebbe molto, ora che è uscito l'ultimo libro e che tutti hanno smesso di parlarne ossessivamente, dedicarmi alla saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard. Mi piacerebbe poi lasciarmi incantare dalla saga dell'Amica Geniale di Elena Ferrante, che finora non ho osato affrontare anche se le storie di famiglia e i rapporti di amicizia tra donne che si intrecciano con la Storia con la S maiuscola mi intrigano molto. E poi vorrei recuperare alcuni romanzi passati di Isabel Allende e Jodi Picoult, due voci femminili che mi affascinano e di cui per fortuna non ho letto ancora tutto. Ah, e spero che Einaudi si decida a far uscire la traduzione dell'ultimo romanzo di Fred Vargas, che con il titolo di Quand sort la recluse, è già uscito in Francia quest'estate, e che io aspetto con ansia... Va beh, mi pare che come piani di lettura, per una che di solito non ne fa, siamo già abbondantemente sopra la soglia del credibile...

Eccoci giunti alla fine del tag: mi è piaciuto molto e mi sono divertita a rispondere alle domande di Dany, e sono molto curiosa di conoscere le risposte delle amiche che vorranno farlo - quindi siete tutte invitate!

Buone letture,
Eva

venerdì 8 dicembre 2017

Un libro a Natale (seconda parte)

Buongiorno!


E' venerdì e siamo giunti al secondo appuntamento con il nostro tag natalizio "Un libro a Natale". Vi ricordo che si tratta di un tag che ho mutuato da quello che avevano organizzato alcuni anni fa le amiche di Bookland: viaggiando tra i libri e QUI trovate la prima parte, dove ci siamo approcciati allo spirito natalizio andando a sbirciare tra cinque copertine a tema (anche se a volte non proprio classiche...).

Oggi è arrivato il momento di rispondere alla seconda domanda e cioè

E' bello collegare i libri a un ricordo unico: una persona, un luogo, un momento particolare. Quali sono i libri che ti riportano alla memoria un tuo ricordo legato al Natale?

Ed ecco quindi le mie risposte. Essendo io dichiaratamente un'amante dei libri e della lettura, spessissimo mi vengono regalati a Natale, al compleanno e in qualsiasi altra occasione. Negli anni, ci sono stati alcuni momenti, a partire da quando ero più giovane fino al recente passato, in cui alcuni libri che si sono rivelati cruciali per la mia formazione letteraria mi sono stati regalati proprio sotto l'albero. Ecco quindi che ve ne parlo: non sono libri prettamente natalizi, né recenti uscite, ma sono libri fondamentali per me, che rispettivamente i miei genitori, due mie amiche, le mie sorelle e mio marito mi hanno fatto trovare impacchettati sotto l'albero.

La casa degli spiriti - Isabel Allende
Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutto un popolo, quello cileno, nei racconti delle donne di una importante e stravagante famiglia. Un grande affresco che per fascino ed emozione può ricordare al lettore, nell'ambito della narrativa sudamericana, soltanto "Cent'anni di solitudine" di García Márquez.


Saltatempo- Stefano Benni
Lo incontriamo da ragazzino mentre "scarpagna" verso le Bisacconi (le scuole elementari del paese). Sono gli anni '50 e mentre ruba in una vigna un grappolo di schizzozibibbo, Lupetto, così lo chiamano, vede un uomo alto, con una barba immensa e un vecchio cane. È una divinità pagana, sporca come un letamaio, che gli regala una facoltà meravigliosa: un orologio interno, un orobilogio, che gli consentirà di correre avanti nel tempo. Così Lupetto diviene Saltatempo, cresce bislacco e distratto, mentre il paese dove vive si sta trasformando e l'orobilogio con i suoi giri improvvisi e vorticosi prospetta il tempo che verrà.

Ogni cosa è illuminata - Jonathan Safran Foer
Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente ebreo americano intraprende un viaggio in Ucraina alla ricerca della donna che (forse) ha salvato suo nonno dai nazisti. Ad accompagnarlo sono il coetaneo Alex, della locale agenzia «Viaggi Tradizione», suo nonno – affetto da una cecità psicosomatica ma sempre al volante della loro auto – e un cane puzzolente. Il racconto esilarante, ma a tratti anche straziato, del loro itinerario si alterna a una vera e propria saga ebraica, che ripercorre la storia favolosa di un villaggio ucraino del Settecento fino alla distruzione avvenuta a opera dei nazisti. Un viaggio immaginoso aggrappato ai fili della memoria, fili impregnati di vita vera, storie d'amore, vicende tragiche e farsesche. Un modo tutto nuovo di rileggere il passato per illuminare il nostro presente.

Harry Potter e la pietra filosofale - J.K. Rowling, ed.illustrata da Jim Kay
"Caro signor Potter, siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. L'anno scolastico avrà inizio il 10 settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v. Distinti saluti, Minerva McGonagall Vicepreside". Nel giorno del suo undicesimo compleanno, la vita di Harry Potter cambia per sempre. Una lettera, consegnata dal gigantesco e arruffato Rubeus Hagrid, contiene infatti delle notizie sconvolgenti. Harry scopre di non essere un ragazzo come gli altri: è un mago e una straordinaria avventura lo aspetta... La prima edizione interamente illustrata del capolavoro di J.K. Rowling, impreziosita dalle immagini di Jim Kay.

Il mago di Oz - Frank L. Baum, ed. a fumetti a cura di Roberto Queirolo e Anna Brandoli
Un violento ciclone solleva la casa della piccola Dorothy e la trasporta dal Kansas al paese di Oz, un mondo fantastico, popolato da bizzarri personaggi, in cui tutto ciò che avviene, anche se stravagante o crudele, è possibile. Giunta in questo luogo straordinario insieme al suo cagnolino Toto, dopo aver schiacciato nell'atterraggio la Strega cattiva dell'Est, la bambina vorrebbe tornare a casa e la Strega buona del Nord le consiglia di recarsi dal mago di Oz... Mostri, animali favolosi e popolazioni mai viste abitano questo paese dominato dalle leggi della magia e con quattro compagni di viaggio Dorothy deve lottare contro terrificanti creature e affrontare molte peripezie prima di giungere a destinazione. Il mago di Oz, pubblicato per la prima volta nel 1900, è un romanzo ricco di messaggi e insegnamenti morali: è possibile tirare fuori il meglio di sé per raggiungere i propri obiettivi, anche se il percorso può essere difficile. Ma non serve la magia per trovare la bellezza e la forza presenti in ognuno di noi. La più magica fiaba del 900 interpretata a fumetti da due artisti.

Quali sono i vostri libri del cuore, che hanno rallegrato i vostri Natali?

Buone letture,
Eva

martedì 5 dicembre 2017

RECENSIONE - "Giulia 1300 e altri miracoli" - Fabio Bartolomei

Buongiorno!

Stregata dalla penna lieve e dall'immaginazione di Fabio Bartolomei (QUI la mia recensione alla storia dei terribili vecchietti de "La banda degli invisibili"), ho deciso di approfondire le tematiche di questo scrittore e mi sono dedicata al suo primo lavoro...

RECENSIONE
GIULIA 1300 E ALTRI MIRACOLI
Fabio Bartolomei
2011, Edizioni E/O

TRAMA: A Diego, quarantenne traumatizzato da un lutto familiare, con un lavoro anonimo e un talento unico per le balle, accade di imbarcarsi in un’impresa al di sopra delle sue capacità, l’apertura di un agriturismo; accade che decida di farlo in società con due individui visti solo una volta e che in comune con lui hanno esclusivamente la mediocrità; accade anche che a scongiurare il fallimento immediato sia l’intervento di un comunista nostalgico e che la banale fuga in campagna si trasformi in un atto di resistenza quando nell’agriturismo si presenta un camorrista per chiedere il pizzo. Una “miracolosa” commedia all’italiana che ci fa ridere da pazzi senza nascondere i mali e i difetti del nostro paese.





Pensavo che a questo punto avrei sentito la mancanza della mia vita, della città, delle vecchie abitudini. Mi sbagliavo, anche se in definitiva qui non ho trovato nulla di ciò che cercavo. Volevo una vita più tranquilla e invece mi trovo ad affrontare un problema dietro l'altro; volevo un riscatto dalla mediocrità e, almeno al momento, non ho costruito niente di cui essere fiero; volevo l'avventura e certo, non che qui manchino le emozioni, ma avevo in mente qualcosa di decisamente diverso. Eppure non sento la nostalgia di niente.

A parte il fatto che le copertine dei romanzi di Bartolomei che ho letto finora mi hanno attratto immediatamente (quell'arancione brillante dei vecchietti della Montagnola, questo verde scuro profondo e vivissimo dell'agriturismo tra Campania e Lazio), bisogna dire che le sue storie difficilmente lasciano indifferenti. Con questo "Giulia 1300" - titolo incantevole - Fabio Bartolomei affabula e stupisce per (quasi) tutto il tempo. La storia è semplice anche se un po' surreale: tre quarantenni romani, diversissimi tra loro per carattere, idee, atteggiamento nei confronti della vita e dei rapporti con le persone, decidono per caso di provare a dare una svolta alla loro mediocre esistenza e, senza conoscersi, nel pieno del delirio e del crollo della loro vecchia vita si lanciano nell'avventura di trasformare un casale della campagna tra Campania e Lazio in un agriturismo. Senza sapere niente di ristrutturazione, di intrattenimento ospiti, e in fondo neanche di come muoversi in un ambiente che non sia quello ben noto e conosciuto a ciascuno di loro, e con l'aiuto di un gruppetto di personaggi tra i più disparati, l'avventura sembra mettersi bene. Senonché l'inaspettato sbattere in faccia alla realtà della zona presenta loro il conto: un camorrista, poi altri due, poi due carabinieri corrotti, poi un altro camorrista ben più cattivo e feroce dei primi, insomma una catena di guai che i nostri affrontano con incoscienza e follia.

Si ride, anche molto in alcuni punti. A me è piaciuto molto il personaggio del veterocomunista Sergio, che inaspettatamente trova in questi tre sfigati e nella loro impresa il modo di provare a dare concretezza ai suoi sogni di una vita. E i tre immigrati clandestini, Abu, Samuel e Alex, con le loro storie antiche e la loro saggezza imperturbabile, che mettono i tre protagonisti di fronte alle loro paure e alle loro piccolezze, offrendo loro una possibilità di parziale riscatto.

La penna di Bartolomei è felice, efficace, nel descrivere paesaggi ed evocare suggestioni, come il camorrista esperto di musica classica e le speranze ostinate che nascono nel cuore dei protagonisti. Quello che non mi ha lasciato pienamente soddisfatta è il finale: fino a dieci pagine dalla fine reputavo questo un grandissimo libro, con situazioni un po' forzate, certo, e svolte nella trama non proprio credibili, ma la sospensione dell'incredulità ha funzionato benissimo ed ero sicura che l'autore sarebbe riuscito, alla fine, a tirare tutte le fila della trama per rendere giustizia all'evoluzione psicologica dei personaggi e allo svolgersi della vicenda... e invece il tutto è rimasto sospeso, aperto, in un finale-non finale che mi ha un pizzico deluso, perché ora, a distanza di tempo dopo aver concluso la lettura, mi sembra sempre più che l'autore si sia spinto troppo in là nello spingere le vicende e che a un certo punto non sapesse più come tirarsi fuori da un'impasse narrativa.

La fine della storia è solo suggerita, lasciata all'immaginazione del lettore, evocata nelle considerazioni finali dei tre protagonisti a bordo della Giulia 1300 del titolo, ma io avrei preferito vedere con i miei occhi la conclusione della vicenda, e sapere cosa succede ai due personaggi di cui improvvisamente non si sa più nulla (non dico niente per non rovinare la lettura a chi ancora non l'ha letto).

In definitiva, un bel libro ma a mio parere leggermente inferiore a "La banda degli invisibili". Adesso voglio senza dubbio dedicarmi a "We are family" e "La grazia del demolitore", due altri titoli di Fabio Bartolomei che sono finiti dritti dritti nella mia lista dei desideri.

Buone letture,
Eva

venerdì 1 dicembre 2017

Un libro a Natale (Prima parte)

Buongiorno!

E così, siamo giunti finalmente al mese più magico dell'anno. Ebbene sì, faccio parte della categoria di chi ama alla follia Dicembre, il Natale, questa magica atmosfera, i regali, l'albero, le cene con i parenti... chiamatemi pure sciocca e infantile, ma vivo quest'atmosfera con lo spirito di una bambina, e non c'è niente che mi commuova di più che guardare in silenzio, al buio della stanza, le lucine del nostro albero di Natale che brillano nell'oscurità e si riflettono sui nastri dei pacchetti ai suoi piedi.
Per festeggiare insieme a chi, tra voi, condivide questo mio grande amore per il Natale, ho deciso di riprendere qui sul blog un'iniziativa che ho scoperto gironzolando sulla rete. Qualche anno fa, le amiche di Bookland: viaggiando tra i libri avevano proposto un carinissimo tag avente come argomento il Natale e naturalmente i nostri amati libri, e io ho deciso di riproporlo qui sul mio blogghino.

Per quattro venerdì, a partire da oggi, quattro post mi permetteranno di rispondere ad una domanda relativa proprio al Natale e ai libri. Spero di fornirvi qualche idea o ispirazione per qualche regalo un po' particolare, ma soprattutto sarò felice di leggere le vostre risposte nei commenti o sui vostri blog. Siete infatti tutti invitati a partecipare insieme a me a questo tag, seguendo questo schema:

1 Dicembre: Iniziamo con una carrellata di libri che ci introducono alle magiche atmosfere di questa festa. Quali sono le copertine che ti ricordano maggiormente il Natale?

8 Dicembre: E' bello collegare i libri a un ricordo unico: una persona, un luogo, un momento particolare. Quali sono i libri che ti riportano alla memoria un tuo ricordo legato al Natale?

15 Dicembre: Regalare un libro significa regalare un'emozione, insieme a una piccola parte di sé. Quali sono i libri che pensi di regalare o consigliare alle tue persone speciali?

22 Dicembre: Natale sta per arrivare! Tra poco sarà il momento di scartare i regali! Quali libri vorresti trovare sotto l'albero? 

Per la prima tappa di oggi, ecco qui cinque copertine che mi ricordano il Natale... ma attenzione! Troverete certamente qualche classico, ma anche qualcosa di particolare... per un Natale diverso dal solito, ma sempre magico!


Lettere di Babbo Natale - J.R.R. Tolkien
Il 25 dicembre 1920 J.R.R. Tolkien cominciò ad inviare ai propri figli lettere firmate Babbo Natale. Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni, affrancate con francobolli delle Poste Polari e contenenti narrazioni illustrate e poesie, esse continuarono ad arrivare a casa Tolkien per oltre trent'anni, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori. Una scelta di questi messaggi annuali, trascritti a volte in forma di colorati logogrifi, formano questa fiaba intitolata "Le lettere di Natale", scritta a puntate da un Tolkien non tanto in vena di paterna e didattica allegria, quanto in groppa all'ippogrifo della sua fantasia filologica e ironica.

Natale sul mare - J. Conrad
Il racconto autobiografico "Natale sul mare", scritto nel 1923, raccoglie vari episodi vissuti durante le festività trascorse in nave anziché in famiglia, tra i saluti distaccati degli ufficiali il mattino del giorno di festa, l'eccezionale scambio di doni tra imbarcazioni che si affiancano, i barili pieni di giornali e fichi secchi, e infine la gioia nel non dover pensare all'acquisto dei regali, pratica troppo convenzionale per un lupo di mare. Oltre a "Natale sul mare", questo volume raccoglie alcuni degli articoli e appunti di Joseph Conrad scritti negli ultimi anni. In essi si rintraccia quella malinconia che accompagnò le fasi finali della vita dello scrittore, messo di fronte ai grandi cambiamenti in atto nell'arte della navigazione e all'inevitabile declino di un mondo a lui caro.

Il Natale di Poirot . A. Christie
Gorston Hall, Longdale, campagna inglese. Anni trenta. Natale. Le famiglie accantonano i contrasti e si riuniscono per festeggiare, a volte solo con lo scopo di mascherare odi e rivalità feroci. E infatti la riunione familiare voluta dal vecchio e tirannico Simeon Lee, che ha chiamato attorno a sé figli e nipoti, si trasforma in dramma. Il vecchio patriarca viene misteriosamente ucciso in una stanza chiusa dall'interno. L'assassino è un membro della famiglia? Tutti sono sospettabili, tutti hanno un motivo per volere la sua morte.

Un Natale tutto per sé - a cura di S. De Simone
I racconti di "Un Natale tutto per sé" attraversano l'intera Europa per arrivare fino agli Stati Uniti. Dieci scrittrici raccontano il loro Natale, quello passato su un marciapiede innevato o quello al caldo di un camino scoppiettante, quello trascorso nella solitudine austera di un convento o quello a una tavola imbandita a festa. Natali tutti diversi, ognuno con le sue tradizioni, le sue leggende, i suoi misteri che invitano i lettori a immergersi nell'atmosfera, ora sacra ora profana del giorno più importante dell'anno. Una raccolta, che si pregia di alcuni inediti, in cui le voci più importanti della letteratura mondiale - Alcott, Gaskell, Pardo Bazàn, Colette, Mansfield - e quelle di alcune grandi protagoniste della letteratura italiana - Cordelia, Haydée, Messina, Serao, Deledda - si alternano per commuovere, emozionare, divertire e far riflettere. Un regalo da mettere sotto l'albero di Natale, sì, ma anche un piccolo "albero genealogico" della letteratura delle donne in cui le parole e le storie di scrittrici molto diverse fra loro s'incontrano e intrecciano in una fantasmagoria di punti di vista. Un coro polifonico di voci eccezionali in visita a chi legge... perché durante la notte di Natale tutto può succedere.

Canto di Natale - C. Dockens, ed. illustrata da P.J. Lynch
Nella gelida notte della vigilia di Natale il vecchio Scrooge, che ha passato tutta la sua vita ad accumulare denaro, riceve la visita terrificante del fantasma del suo socio. Ma è solo l’inizio: ben presto appariranno altri tre spiriti, per trasportarlo in un vorticoso viaggio attraverso il Natale passato, presente e futuro. Un viaggio che metterà Scrooge di fronte a quello che è realmente diventato: un vecchio tirchio, insensibile e odiato da tutti, che ama solo la compagnia della sua cassaforte. Riuscirà la magia del Natale a operare un miracolo sul suo cuore inaridito?

Auguri di un meraviglioso Dicembre a tutti voi.

Buone letture,
Eva

mercoledì 29 novembre 2017

RECENSIONE - "Isole minori" - Lorenza Pieri

Buongiorno!

Ancora una storia familiare, un rapporto tra sorelle, al centro del romanzo di cui vi parlo oggi.

RECENSIONE
ISOLE MINORI
Lorenza Pieri
2016, Edizioni E/O

TRAMA: Due sorelle nate negli anni Settanta su un’isola con meno di mille abitanti, una madre combattiva e un padre edonista, una nonna partigiana, un ragazzo selvatico. Un racconto che dura quattro decenni e ha come centro geografico, politico e sentimentale l’isola del Giglio. Un luogo apparentemente paradisiaco e lontano dal resto del mondo, ma che diventa punto di partenza e di arrivo di eventi che segnano una storia familiare e al tempo stesso la storia del paese. Teresa, figlia minore e voce narrante, tenterà di fuggirne per trovare il suo posto nel mondo, ma con l’isola dovrà tornare a fare inevitabilmente i conti, così come dovrà farli con il distacco dalla sorella, amata e odiata, con le vicende politiche che continuano a ossessionarla, con la nostalgia della lunga estate che è stata la sua infanzia, con la sua “minorità”, la cui accettazione è la chiave per recuperare tutto quello da cui le sembrava necessario fuggire. Sospeso tra romanzo di formazione, saga familiare, parabola sugli ultimi quarant’anni di storia italiana, il romanzo di Lorenza Pieri è un libro intenso e luminoso, in cui la lingua ha la forza magnetica della natura selvaggia e del mare a cui si ispira.

Caterina il sole, io nella sua ombra.
Caterina che piange di rabbia, io che rido per niente.
Caterina e le sue storie, io il suo pubblico.
Caterina l'avvocato, io il cliente assolto.
Caterina rossa, tra i rovi e l'erba secca, io mora, tra i papaveri e le ginestre.
Caterina continente, io isola minore.

Faccio una piccola premessa: scrivo questa recensione un po' di tempo dopo aver letto questo libro, e nonostante questo riesco ancora a sentire la gioia che mi ha portato l'averlo fatto, tanto che, restia a separarmene fisicamente, non l'ho prestato neanche all'unica persona a cui non ho paura di affidare i miei libri, certa che li tratterà come e meglio di me. Eppure, con questo "Isole minori", è scattato davvero qualcosa: quell'affezione particolare che ti porta ad amare un libro, a essere felice di averlo letto e di saperlo lì, al sicuro nella tua libreria, pronto per essere preso di nuovo in mano in qualsiasi momento, per essere sfogliato e riletto e amato, di nuovo.

Lorenza Pieri ha scritto (magnificamente) una storia di famiglia, una di quelle che si svolgono su un arco temporale lunghissimo - decenni - e che permettono di seguire nella loro crescita i personaggi e i luoghi, a cui ci affezioniamo e di cui vogliamo seguire le sorti. Sapere cosa accadrà loro, star loro accanto durante le difficoltà, gioire dei loro successi e soffrire delle loro frustrazioni, che sono un po' le nostre, quelle di tutti i giorni, quelle della vita.

Il rapporto tra le sorelle Caterina e Teresa è reso molto bene e le due ragazze, bambine prima, donne poi, sono presentate con i loro caratteri diversissimi, con i loro pregi e difetti, talmente reali che ci sembra di conoscerle, di essere loro amiche. Per me, nata come loro negli anni Settanta (anche se non su un'isola, ma in una realtà di periferia molto simile) è stato un tuffarmi nel passato, un rivivere esperienze personali anche nelle piccolissime cose (gli zoccoli ai piedi, i giocattoli della mia infanzia, la macchina di papà con i finestrini aperti per far uscire il fumo delle sigarette...). Leggere questo libro è stato seguire la storia della famiglia, della madre combattiva,  del padre superficiale ma tanto affascinante, della nonna - la fantastica nonna, la roccia, il punto di riferimento, e osservare come le piccole storie di tutti noi si intrecciano alla Storia con la S maiuscola, agli eventi che cambiano il corso di una nazione. E sullo sfondo il Giglio, quest'isola quasi magica del Mediterraneo, piena di gente in estate e desolata in inverno, quando finalmente ritorna proprietà dei suoi legittimi proprietari: il mare, il vento, i gabbiani, e i pochi che resistono senza tornare "sul continente".

Attraversando quarant'anni di storia italiana, Teresa, la voce narrante, ci racconta di com'eravamo, di dove volevamo andare, di dove siamo invece arrivati, e di come siamo cambiati nel frattempo. E dell'isola minore che ognuno di noi ha dentro di sé, il posto dove tornare quando crediamo di aver smarrito la strada.

Buone letture,
Eva

lunedì 27 novembre 2017

RECENSIONE - "Le sorelle dell'oceano" - L. Clarke

Buongiorno!

Ben ritrovati e buona settimana. Oggi vi parlo di una mia recente lettura, un libro che ho scovato in quello che sta rapidamente diventando uno dei miei posti preferiti per comprarne in maniera quasi compulsiva: sto parlando di una bancarella vicino casa, lungo una strada trafficata e piena di negozi, dove due ragazzi stranieri accumulano probabilmente fondi di magazzino, libri di recente pubblicazione, a volte nemmeno mai aperti. E' qui che per non so quale combinazione, faccio scorta soprattutto di editi Neri Pozza, una delle mie case editrici preferite, pagando i volumi meno di un terzo del prezzo di copertina. Un'occasione troppo allettante per resistere...

RECENSIONE
LE SORELLE DELL'OCEANO
Lucy Clarke
2015, Neri Pozza

TRAMA: Katie stava sognando il mare la notte in cui viene destata dallo squillo del telefono. Un suono inquietante nel silenzio della tenebra, un suono che annuncia l'incubo in cui, in pochi attimi, precipita la sua esistenza. Giusto il tempo di scostare le coperte, scivolare fuori dal letto, raggiungere il telefono e accorgersi che invece suonano al citofono, aprire la porta di casa e, al cospetto di due poliziotti con gli occhi puntati a terra, ascoltare le parole che non avrebbe mai voluto sentire: "Lei è la sorella di Mia Greene? Ci dispiace molto doverla informare che la polizia di Bali ci ha comunicato che Mia Greene è stata trovata morta. L'hanno rinvenuta ai piedi di una scogliera". Suicidio, secondo la polizia, che a conforto della sua tesi esibisce le affermazioni dei testimoni - una coppia sui trent'anni in viaggio di nozze ha visto Mia, sola, vicinissima al bordo della scogliera - e il referto dell'autopsia, che indica come la ragazza si sia lanciata con la faccia in avanti. Quel che resta di Mia è soltanto il suo diario: una giovane vita ridotta a poche pagine scritte e a molte rimaste bianche per sempre. Katie sa, tuttavia, che le cose non possono essere andate in questo modo. Mia non si sarebbe mai tolta la vita. Katie decide allora di attraversare l'oceano e ripercorrere le tappe del viaggio di Mia, rivivendolo attraverso le pagine del diario...

Finn fece un passo avanti e la costrinse a guardarlo negli occhi. "Questa cosa ho intenzione di dirtela una volta sola, quindi vedi di non dimenticarla".
Lei sostenne il suo sguardo.
"Tu non sei Harley. Non sei tua madre. E non sei nemmeno Katie. Tu, Mia Green, sei tu".
"Ma non sono sicura di sapere chi sono".

E' curioso leggere un libro di cui non hai mai sentito parlare, di cui non hai letto nulla, da cui non ti aspetti niente. Sei completamente libera, priva di qualsiasi pregiudizio, di ogni aspettativa: semplicemente, ti lasci andare, curiosa di scoprire la storia, i personaggi, se riusciranno a intrigarti, se li troverai simpatici. Se le ambientazioni ti affascineranno, o al contrario reseteranno un semplice fondale di cartone. Se avrai voglia di finirlo, se farai tardi a leggere anche se la mattina dopo devi alzarti presto, e la realtà ti chiama a gran voce.

Posso dire che leggere "Le sorelle dell'oceano" mi ha coinvolto sin dalle prime battute, dalle prime pagine in cui si delineano immediatamente il carattere e la vita dei pochi protagonisti: Katie e Mia, soprattutto, due sorelle che non potrebbero essere più diverse, due donne con una vita diametralmente opposta. Tanto posata e razionale una, tanto tormentata e ribelle l'altra. L'una sempre in cerca di certezze, di sicurezze, di una forma definita della propria vita, l'altra disponibile al cambiamento, all'incertezza, alla leggerezza. E tuttavia, Katie che sembra così quadrata e noiosa è in realtà solida e coraggiosa, mentre Mia, che all'inizio affascina e fa quasi tenerezza nella sua levità, nel suo "sfarfalleggiare" di qua e di là con noncuranza, mi è risultata alla fine un po' antipatica, nel suo essere infantile e incapace di assumersi le proprie responsabilità. Nel suo dare per scontata la sorella, sempre, troppo.

Questo è un romanzo in cui, bisogna dirlo, i colpi di scena nella trama si susseguono in  modo continuo, tanto che a volte mi ha dato l'impressione di leggere un feuilleton, uno di quei romanzi d'appendice di inizio Ottocento in cui alla protagonista ne succedevano di ogni. E infatti tradimenti, rivelazioni su misteri di famiglia, litigi tra fratelli, drammi e tragedie non si risparmiano, dando a volte la sensazione di "troppo". Il tutto però è stemperato da una bella scrittura, fluida e per niente pesante, e soprattutto dalle ambientazioni, magistralmente rese: l'Australia, le Hawaii, Bali... i colori dei paesaggi, i profumi esotici, il caos di culture diverse, e a fare da contraltare il freddo grigio di Londra, e la Cornovaglia spazzata dal vento.

Alla fine, ripercorrendo il viaggio della sorella, grazie al minuzioso diario che quest'ultima tiene durante il suo girovagare intorno al mondo, Katie risolve il "mistero" sulla fine di Mia e insieme viene a capo di sé stessa, della sua vita, dei suoi veri desideri, esplorando quello che c'è nel suo cuore e trovando il coraggio di cambiare quello che la tiene ancora legata alle catene della sua vecchia "lei".

Ho molto apprezzato la tecnica di narrazione adottata da Lucy Clarke: i lunghi capitoli si susseguono alternando le voci dei protagonisti e il tempo in cui le vicende si sono svolte, in un continuo rimescolarsi di presente e passato, in cui la vita di Katie e quella di Mia, dei loro amori, degli amici, dei genitori, si intrecciano e si separano come i fili di un complesso arazzo familiare.

Buone letture,
Eva.