martedì 27 dicembre 2016

Aspettando l'anno nuovo...

Hello!


Spero che abbiate passato uno splendido sereno Natale, insieme alle vostre famiglie e agli amici più cari. Questo post (programmato) è solo per farvi ancora tanti auguri e per salutarvi: il blog va in vacanza per un po'.

Ci risentiamo nel nuovo anno.

Cheers,
Eva

sabato 24 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"Non avrei mai pensato, quando lo scorso anno ho celebrato il Natale a Londra con Georgiana, che l'anno successivo l'avrei festeggiato da sposato. Pemberley ha davvero un'aria festosa: il verde è intrecciato lungo le balaustre, mentre l'agrifoglio, carico di bacche rosse, adorna i ritratti e il vischio pende dai candelabri.
Ci siamo svegliati con l'odore di pane e dolci cotti al forno e, dopo colazione, abbiamo presenziato al servizio nella cappella. Il tempo era così bello che Elizabeth, Jane, Bingley e io abbiamo deciso di camminare sino alla chiesa, mentre il resto degli ospiti è arrivato in carrozza.
"Questo mi ricorda le passeggiate che Jane e io facevamo quando ci eravamo appena fidanzati. Anche se allora non faceva così freddo", ha detto Bingley, mentre il ghiaccio ci scricchiolava sotto ipiedi.
"Il fidanzamento tuo e di Jane era ufficiale. Potevate trascorrere il tempo a parlare tra voi e ignorare tutti gli altr; al contrario Elizabeth e io non potevamo neanche sederci l'uno accanto all'altra".
"Ma siete riusciti a perdervi tra i viottoli di campagna ogni volta che uscivamo di casa", ha ricordato Bingley con un sorriso.
"I viottoli sono stati molto utili", ha affermato Elizabeth.
"E nostra madre era di grandissimo aiuto quando insisteva che ti occupassi di quell'uomo", ha detto Jane.
"Non sono mai stata tanto mortificata in vita mia", ha ammesso Elizabeth, che nel dirlo ha riso.
Una volta arrivati, siamo entrati in chiesa. I nostri ospiti erano già riuniti e, poco dopo il nostro ingresso, il servizio è cominciato. E' stato animato e interessante, carico dello spirito festoso dell'occasione. Lady Catherine si è lamentata per gli inni, per il sermone, per le candele e per i libri di preghiere, ma sono convinto che tutti gli altri abbiamo tratto conforto dalla cerimonia.
Abbiamo avuto una magnifica cena e in seguito abbiamo giocato alle sciarade. Caroline ha scelto Fitzwilliam come compagno di squadra, ma più tardi nella serata Elizabeth ha sventato i suoi tentativi di richiamare l'attenzione del colonnello con un aperto invito a danzare con Anne. Formavano una coppia molto briosa e hanno smentito gli ammonimenti di Lady Catherine circa un sicuro accesso di tosse di Anne.
Kitty ha ballato con Mr. Hurst, e anche Mary si è persuasa a calcare la pista da ballo, sebbene abbia protestato, dicendo che la danza non fosse un'attività razionale, e abbia dichiarato che avrebbe preferito di gran lunga leggere un libro.
Quando tutti i nostri ospiti si sono ritirati, siamo andati di sopra.
"Stanca?" ho chiesto a Elizabeth.
Per rispondere, ha sollevato la mano sulle nostre teste e ho visto che vi teneva un ramoscello di vischio"

Il diario di Mr. Darcy, Amanda Grange

venerdì 23 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"La sala era davvero uno spettacolo. Dalle pareti pendevano ghirlande d'agrifoglio e di pungitopo, e tutto intorno erano disposti non meno di dodici giganteschi alberi di Natale, alcuni decorati di ghiaccioli scintillanti, altri illuminati da centinaia di candeline"

Harry Potter e la pietra filosofale, J.K. Rowling

Cheers,
Eva

giovedì 22 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"La mamma aveva preparato l'albero di Natale e il presepio, anche se eravamo a Gennaio e Natale era già passato, e sotto l'albero c'erano i regali. A me era piaciuto il Natale all'ospedale, c'era un'aria diversa, le infermiere ricevevano ogni giorno cesti con panettoni e cioccolatini e le regole erano un po' meno severe. La mia infermiera preferita, Serena, ha preparato l'albero in corridoio e mi ha fatto mettere delle palline. Poi ha messo delle stelle filanti argentate sulla carrozzina e mi portava in giro per il reparto. Stavo ancora male, ma non tanto come prima, anzi, a Natale ero già quasi guarito come adesso. Avevo però un tubicino con una pompetta che usciva dalla testa e l'occhio sinistro ancora chiuso. Mamma guardava me e Serena in giro pr il corridoio e rideva. Mamma stava sempre con me quando ero in pediatria. Certe volte andava giù al bar e all'edicola e mi ripeteve mille volte che tornava subito, ma io lo sapevo già che tornava."

Mani calde, Giovanna Zucca

Cheers,
Eva

mercoledì 21 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"Aprì la porta ed emise un'esclamazione di sorpresa: il locale era stato decorato per Natale. Nell'angolo opposto al caminetto stava un bell'albero scintillante, lungo il bancone del bar e le pareti c'erano festoni luccicanti, su ogni tavolo stavano delle composizioni di sempreverdi e il cervo impagliato sopra la porta aveva una ghirlanda infilata sulle corna. L'effetto era festoso e allegro, e il profumo di aghi di pino mescolato all'odore dei ceppi nel fuoco e all'aroma di buon cibo contribuiva a enfatizzare l'atmosfera natalizia"

Natale a Virgin River, Robyn Carr

Cheers,
Eva

martedì 20 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"Sua madre adorava le decorazioni natalizie. Lucine colorate addobbavano le finestre e rilucevano attraverso i vetri. Aveva appeso una ghirlanda alla porta d'ingresso, come faceva da tempo immemorabile. Ricordava ancora quel giorno che, da bambino, mentre stava seduto sul pavimento della cucina a mettere la sciolina sugli sci, sua madre aveva compiuto un miracolo: tagliando, intrecciando e tirando, dal groviglio di vegetazione sparsa sul tavolo era riuscita a creare quella stupenda ghirlanda"

Accade a Natale, Sarah Morgan

Cheers,
Eva

lunedì 19 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!


"Genova le risplende intorno, nonostante il malessere lei si sente euforica, leggera, una sensazione che non provava da quando era bambina e correva per le vie del centro addobbate con abeti e lucine, nell'attesa eccitata e trepidante del Natale. Le sembra quasi di avvertire lo stesso odore nell'aria, le arriva il profumo tostato dello zucchero filato e dei torroni dalle bancarelle che animano piazza della Vittoria, quello della rosticceria poco distante, un vago sentore di alghe che il vento porta dalla mareggiata di corso Italia. Respira socchiudendo gli occhi. Si avvia come senza peso verso casa."


Lacrime di coccodrillo, Valeria Corciolani

Cheers,
Eva

domenica 18 dicembre 2016

La settimana più bella dell'anno

Hello!


E finalmente ci siamo!
Quella che sta per cominciare è la settimana più bella dell'anno per me e, sono sicura, per tanti di voi che aspettate il Natale con eccitazione e gioia infantile! Io adoro, letteralmente adoro questo periodo dell'anno: le luci delle decorazioni sugli alberi della piazza e sui balconi delle case, l'albero di Natale (a casa mia già pronto dall'inizio del mese), i regali che cominciano ad accumularsi, il rosso e l'oro e il verde che spuntano ovunque!
Se qualcuno tra voi ha invece piuttosto l'atteggiamento del Grinch, chiedo scusa per questo post sdolcinato e un po' sciocco, forse, ma io amo troppo il Natale, canzoncine allegre comprese (se poi hanno un tocco irish, è ancora meglio).


Nei prossimi giorni, come spero tutti abbiano la possibilità di fare, passerò tanto tempo con la mia famiglia, a rilassarmi, incartare gli ultimi regali, mangiare dolci, cantare, e aspettare la mattina di Natale per scoprire se sono stata abbastanza buona da meritarmi quello che desidero!

Sarò quindi un pochino più assente dalla blogosfera, ma per festeggiare insieme ho pensato a una piccola iniziativa che animerà il blog in questi giorni: ogni mattina, a partire da domani, una "visione di Natale" ci accompagnerà fino alla giornata più magica dell'anno.

Vi auguro tanta felicità.

Cheers,
Eva.

lunedì 12 dicembre 2016

Più libri Più liberi - Fiera della Piccola e Media Editoria

Hello!

Un post un po' diverso dal solito per raccontarvi della mia giornata alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, "Più Libri Più Liberi" 2016.


Metti un bellissimo sabato invernale, cielo terso e aria frizzante.
Metti una mamma, un papà e un ragazzino, amanti dei libri e della lettura, ognuno con le sue passioni e i suoi gusti e tutti intenzionati a passare una bella giornata a gironzolare tra scaffali e pile di volumi colorati.
Metti più di 300 stand e case editrici, medie, piccole e piccolissime, con librai gentili e competenti, una folla densa ma ordinata e libri, ovunque libri... fumetti, libri per bambini, narrativa, saggistica, guide di montagna, biografie, manualistica iper-specializzata: ce n'era davvero per tutti!

Siamo arrivati presto e abbiamo cominciato a gironzolare per il labirinto dei corridoi, armati della nostra piantina e con pochi obiettivi prefissati: essendo la fiera della piccola e media editoria, volevamo soprattutto lasciarci ispirare dal nuovo, dal poco conosciuto, dall'inaspettato. Lasciarci attrarre da qualcosa che non ci aspettavamo, e infatti ecco lo stand della Ediciclo Editore (con uno slogan delizioso: "Fresche Idee per Pedalare Liberi"), dove il marito (ciclista dentro) si lascia tentare da varie guide per passeggiate "a due ruote" a Roma e dintorni. Ecco poi lo stand della EDT - Giralangolo: mentre noi adulti sfogliamo varie guide di viaggio, cercando di immaginare dove sarebbe bello organizzare la nostra prossima vacanza, nostro figlio si perde dentro a magnifici libri illustrati su strani animali fantasiosi... 

Mentre passeggiamo, intravedo alcuni personaggi famosi: c'è Guido Scarabottolo, fantastico illustratore per l'infanzia ma non solo (sue sono molte copertine della Guanda); allo stand della Bao Publishing c'è ZeroCalcare, gentilissimo e instancabile mentre disegna e firma autografi per ore (ogni volta che facevo il giro e ricapitavo al suo stand, lui era lì, senza mai muoversi dalla sua sedia, a disegnare); corriamo al primo piano per l'unico incontro con l'autore che siamo intenzionati a vedere oggi: Marco Pastonesi presenta il suo libro "L'uragano nero", dedicato al mito del rugby Jonah Lomu, l'idolo di mio figlio rugbysta in erba (e fango). Gentilissimo, l'autore chiacchiera con noi prima della presentazione e saluta particolarmente il mio ragazzo, che è l'unico under 20 della sala. Poi, mentre marito e figlio decidono di tornare a casa dopo la presentazione, io resto a gironzolare un altro paio d'ore nella fiera, per curiosare in tutta libertà e dedicarmi finalmente... agli acquisti!
Potevo forse farmi scappare l'occasione di allungare un po' (un bel po') la mia lista di prossime letture? No, che non potevo! Tanto più che i libri che ho comprato sono il risultato di belle chiacchierate con i librai "indipendenti" presenti alla Fiera, che molto spesso curano personalmente i libri che vendono e ne parlano con tale affetto e passione da incuriosire e attrarre anche verso generi che magari, seguendo liste di titoli noti, consigliati e molto più pubblicizzati, non avresti esplorato.

Ecco qui il mio prezioso "bottino" della fiera (prego, notate la mia prima foto "artistica" postata qui sul blog!):



(Cliccando sui titoli verrete rimandati alla trama su Amazon )

L'uragano nero (Marco Pastonesi): "Vita, morte e mete di un All Black". Per noi famiglia di rugbysti (quando c'è un rugbysta - anche piccolo - in una casa, lo si è tutti, per estensione...) avere questo libro era imprescindibile. Gli All Blacks sono il mito, Jonah Lomu la leggenda: ed è bello leggere non solo di sport, ma anche di vita, di sacrificio, di amicizia e lealtà.

Fisica della malinconia (Georgi Gospodinov): mi sono fermata allo stand della Voland, attratta dai titoli della mia amata Amelie Nothomb, e sono rimasta a chiacchierare a lungo di letterature "insolite" con il libraio dietro al banchetto, che mi ha consigliato moltissimo questo libro di un autore che non conosco. L'ha definito "un libro difficile", ma io amo le sfide.

La storia prima di te (Ilaria Lonigro): questo libro sottile (poco più di 100 pagine) mi ha attratto moltissimo perché amo leggere di storie poco note, fatti reali che si intrecciano con la vita vera e magari, dopo anni di oblio, vengono restituiti alla memoria... e poi la signora al banchetto della Edizioni MEMORI era troppo simpatica!

Un Natale tutto per sé (AA. VV.): come resistere, in questo periodo, a questa raccolta di 10 racconti, opera delle migliori scrittrici tra Otto e Novecento, tra cui Grazia Deledda, Matilde Serao, Louisa May Alcott, e la mia amata Elizabeth Gaskell? Impossibile! Infatti, non ho resisitito!

Infine, passare davanti allo stand della edizioni e/o è stato deleterio (per il mio portafoglio) e magnifico (per il mio morale). Ho parlato per quasi mezzora di libri letti e amati, con un libraio entusiasta e competente, e alla fine me ne sono andata con soli tre titoli ma davvero, avrei voluto quasi tutto quello che c'era sull'espositore... per il momento, Isole minori (Lorenza Pieri), Le streghe di Lenzavacche (Simona Lo Iacono) e Lo scherzo di Solimano (Mélanie Sadler) sono i tre libri e/o che si sono aggiunti alla mia ormai pericolante pila di libri accanto al letto...

Chissà che qualcuno di questi titoli non ispiri anche voi... Io non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale, quando finalmente avrò più tempo per dedicarmi alla lettura!

Cheers,
Eva






martedì 6 dicembre 2016

RECENSIONE - "La fine della storia" - L. Sepùlveda

Hello!
 
RECENSIONE
LA FINE DELLA STORIA
Luis Sepùlveda
Guanda Edizioni

TRAMA: Juan Belmonte, dopo aver combattuto tante battaglie – prima fra tutte quella al fianco di Salvador Allende – da anni ha deposto le armi e vive tranquillo in una casa sul mare nell’estremo sud del Cile, insieme alla sua compagna Verónica, che non si è mai completamente ripresa dopo le torture subite all’epoca della dittatura. Belmonte è un uomo stanco, disilluso, restio a scendere in campo. Ma il passato torna a bussare alla sua porta. I servizi segreti russi, che conoscono bene il suo curriculum di esperto di guerra sotterranea e infallibile cecchino, hanno bisogno di lui. Sul fronte opposto, c’è il piano ordito da un gruppo di nostalgici di stirpe cosacca, decisi a liberare dal carcere Miguel Krassnoff, discendente diretto dell’ultimo atamano, la cui famiglia riuscì a riparare in Cile dopo la Seconda guerra mondiale. Krassnoff, ufficiale dell’esercito cileno durante la dittatura militare, al momento sta scontando numerose condanne per crimini contro l’umanità. E Belmonte ha un ottimo motivo per odiare «il cosacco», un motivo strettamente personale...
Dalla Russia di Trockij al Cile di Pinochet, dalla Germania di Hitler alla Patagonia di oggi, il nuovo romanzo di Luis Sepúlveda attraversa la storia del Novecento, raccontandone grandezze e miserie, per giungere infine alle pagine drammatiche in cui Belmonte gioca la sua partita finale.

"Sapevo che avrebbe vegliato sul riposo di Verònica, che sarebbe rimasto all'erta mentre lei sprofondava in un sonno placido ma breve, perché da un momento all'altro le sue mani si sarebbero contratte, avrebbero stretto con disperazione le coperte, e alle sue labbra implacabilmente serrate sarebbero sfuggiti appena pochi gemiti di altri tempi, dei tempi del silenzio forzato, del silenzio che esasperava i torturatori di Villa Grimaldi e permetteva ai compagni della resistenza di guadagnare qualche ora preziosa per riorganizzarsi. Stavolta però io non sarei stato accanto a lei, ad accarezzarle i lunghi capelli mormorando sottovoce: "Parla, compagna mia, digli come mi chiamo e dove trovarmi, smettila di proteggermi con il tuo silenzio, tanto non possono farci più del male", finché le sue mani non si rilassavano e le sue labbra non tornavano ancora una volta a incurvarsi nella dolce espressione che amo, nel sorriso che riemerge dalle brume di un passato atroce."

Leggere questo libro è stato doloroso come non mi accadeva da tanto tempo, e parlarne, ora che è qualche giorno che l'ho terminato, non è per niente facile. Vorrei riuscire a trasmettere, in queste mie poche parole, tutta la sofferenza e la rabbia che ogni volta mi suscita leggere una storia che parla di uno dei momenti più neri e cupi della storia recente, ossia il periodo delle dittature militari in Sudamerica (Augusto Pinochet in Cile e Jorge Videla in Argentina, tra gli altri), tra la fine degli anni 70 e gli anni 80.

E' un argomento che mi ha sempre interessato molto, a partire dalla prima volta in cui, giovane adolescente che muoveva i primi passi nella sua consapevolezza politica e sociale, ascoltai la meravigliosa "They dance alone", di Sting (dall'album "Nothing like the Sun"), e cominciai a farmi delle domande. Ascoltare "canzonette" non mi bastava più, volevo sapere, volevo capire, e cominciai ad approfondire i temi importanti legati alle lotte peroniste, ai colpi di stato nelle repubbliche sudamericane e al coinvolgimento di paesi stranieri come gli Stati Uniti nella presa di potere di dittatori assassini e traditori del loro popolo. Non voglio fare qui un trattato nè parlare di storia, di politica o di ideali, anche se di tutto questo non si può fare a meno quando si legge un certo tipo di libri. Mi sono avvicinata a Luis Sepùlveda un po' più tardi e da allora le sue storie, i suoi personaggi e i suoi temi mi sono cari come pochi.

In questo suo ultimo libro, Sepùlveda riprende un personaggio molto amato, il Juan Belmonte di "Un nome da torero", per chiudere un cerchio personale e universale e fare i conti con un'intera generazione che è cresciuta orfana di sicurezze, di fiducia e di gioia, perché ha affrontato un nemico che sembrava invincibile - e certe volte viene da chiedersi: anche se apparentemente è stato sconfitto, è davvero così?



Un Belmonte ormai maturo, ritiratosi nel suo rifugio cileno con la sua amata compagna, ferita nel corpo e nell'anima dai torturatori, viene reclutato nuovamente per portare a compimento una missione, per arrivare finalmente alla "fine della storia", e suo malgrado deve riaffrontare i suoi personali demoni, ritornare a Santiago, dove aveva giurato che mai più avrebbe rimesso piede, incontrare persone che sembrano ormai fantasmi di un tempo lontanissimo.

"Erano vent'anni che non mettevo piede in quella città dalle estati infernali e non avevo nessuna intenzione di fermarmi più a lungo del necessario. Stavo andando a un appuntamento che non avevo cercato né voluto, e ci stavo andando perché non si sfugge alla propria ombra. Non importa dove stiamo andando, l'ombra di ciò che abbiamo fatto e siamo stati ci perseguita con la tenacia di una maledizione"

Mi ha colpito moltissimo che Sepulveda, più e più volte nel corso del libro, ripeta il concetto di "essere ombra": l'ombra di quello che eravamo, l'ombra di quello che abbiamo fatto, l'ombra dei nostri nemici... quasi a sottolineare come il passato si assottiglia, si stiracchia, a volte sembra sparire ma rimane latente, aleggia in quello che siamo diventati, in quello che siamo chiamati a fare, prima o poi, per chiudere i nostri conti in sospeso.

La conclusione, la "fine della storia", è inaspettata e insieme naturale, è potente e angosciante eppure anche consolatoria. Quando ho finito il libro, quando ho letto l'ultima parola dell'ultimo capitolo, sono rimasta per qualche minuto in un silenzio attonito, a pensare, a cercare di ascoltare e districare tutte le emozioni che questo libro mi ha mosso dentro.
A volte, e questo è il caso, bisogna essere grati a un autore per la bellezza della sua prosa, per la forza dei suoi personaggi, per la magia delle sue parole e soprattutto per la potenza della sua idea.
"La fine della storia" è un libro amaro, emozionante, cupo, coinvolgente; è un libro necessario, e soprattutto un libro bellissimo.

Cheers,
Eva

lunedì 28 novembre 2016

Visioni

Hello!

"Gli piace questo vociare, le donne che frugano affondando le mani tra i vestiti alla ricerca della taglia giusta, oppure si appoggiano gli abiti sul petto per capire se ci sta dentro tutto senza levarsi il cappotto. E poi la frutta: piramidi perfette di arance lucenti, tripudi di insalate di ogni forma e colore, trecce d'aglio e peperoncino, cespugli di erbe odorose. Tra l'altro a Chiavari il mercato del pesce si trova sotto gli antichi portici e, come quello della frutta, c'è tutti i giorni. I banchi inclinati sotto gli archi bui delle vecchie colonne traboccano di pesci argentei, dorati, rosati, tentacoli dei polpi che si muovono tra il nero delle seppie, cozze, vongole, sarde e acciughe proletarie."

Lacrime di coccodrillo, Valeria Corciolani

Cheers,
Eva


giovedì 24 novembre 2016

RECENSIONE - "IL PROGETTO FANTASMA" - James Rollins

Hello!

Rientro dopo un po' di tempo qui nel mio spazio, ormai non ve lo sto neanche a dire più quanto mi dispiaccia non avere tutto il tempo che vorrei per dedicarmi al blogghino. Purtroppo è poco anche il tempo per leggere, infatti ho rallentato bruscamente il mio ritmo di lettura e novembre è stato (almeno finora, ma non credo che nella prossima settimana la cosa cambierà) il mese in cui ho letto di meno quest'anno!
Tra poco vi parlerò brevemente della mia ultima lettura, ma prima volevo anticiparvi alcune piccole novità.

La prima riguarda il mio secondo lato (non quello "oscuro", non preoccupatevi!), cioè la me scrittrice. Sono stata avvertira dalla "mia" CE (la mitica Triskell Edizioni) che la data della mia prossima uscita è stata fissata per il 14 dicembre! E', ancora una volta, una novella un po' buffa un po' romantica, e avrò  modo di parlarvene nei prossimi giorni. Spero che non vi dispiacerà troppo trovare qui sul blogghino un po' di righe dedicate al "mio" libro...

La seconda cosa che volevo anticiparvi è a proposito dei "festeggiamenti" che vorrei organizzare per l'anniversario del mio blogghino, che il 10 dicembre compie 2 anni! Ho in mente di organizzare un semplice GA, con tanti premi librosi, quindi "stay tuned", come si dice, e a presto!

E ora, passiamo alla...



RECENSIONE
IL PROGETTO FANTASMA
James Rollins
Edizioni Nord


TRAMA: Inghilterra, 1940. A Bletchley Park, le menti più brillanti della nazione lavorano giorno e notte per decifrare i codici militari nazisti. Ma non solo: un gruppo ristretto di scienziati sta infatti per completare un rivoluzionario progetto top secret. E il commando tedesco che si è appena infiltrato nella tenuta è pronto a tutto pur d'impadronirsene... Stati Uniti, oggi. Per un ex ranger dell'esercito come Tucker Wayne, non esistono luoghi veramente sicuri. Perciò non si lascia cogliere di sorpresa quando, durante una vacanza col suo fedele cane da guerra Kane, scorge una sagoma scura davanti alla porta della sua camera d'albergo. Ciò che lo sorprende, invece, è scoprire che non si tratta di una minaccia, bensì di Jane Sabatello, l'affascinante agente dell'intelligence che gli aveva rubato il cuore sei anni prima, per poi sparire nel nulla. Jane è nella lista nera di un pericoloso individuo che ha già ucciso quattro suoi colleghi e che non si fermerà finché non avrà messo a tacere tutti coloro che conoscono il suo segreto. E Tucker adesso è l'unico di cui lei si fidi e che possa aiutarla. Lui e Kane si preparano quindi a tornare in azione, senza immaginare però che è in atto una cospirazione globale con al centro un progetto misterioso, risalente alla seconda guerra mondiale. Un progetto che rischia di sconvolgere gli equilibri geopolitici del mondo...

Un'improvvisa esplosione risuonò in lontananza, facendoli accovacciare tutti. Tucker si spostò cautamente tra due parabole e sbirciò oltre il parapetto. Una colonna di fumo si levava a valle, nel punto in cui si trovava Kamena Gora.
"I carri armati..." sussurrò Jane, che nel frattempo l'aveva raggiunto.
Seguirono altri scoppi, accompagnati dai lampi intorno alle enromi bocche di fuoco. Poi, su ciascun lato del monastero, si levò un ronzio familiare. Warhawk cuneiformi e Shrike sbucarono dalle valli limitrofe e si diressero verso i villaggi a valle.
"E' l'inizio della fine". 


Cominciamo subito col dire che, da un po' di tempo, James Rollins è uno di quegli autori di cui compro i libri a occhi chiusi, perché mi piace il suo stile adrenalinico, il ritmo serrato con cui costruisce le storie, i riferimenti a problemi archeologici o storici che lui esplora con fantasia, con interpretazioni dichiaratamente libere e romanzate. James Rollins è una garanzia se avete voglia di avventura, magari estrema e poco verosimile, e leggere i suoi libri è davvero come guardare un film. Certo, un film di quelli che in tono dispregiativo vengono definiti "americanate", pieni di esplosioni, inseguimenti e lotte del bene contro il male. Questo sono, e questo ci si deve aspettare mentre li si legge, ma ci sono certi momenti in cui quello che chiedo a un libro è proprio essere "d'evasione", è permettermi di staccare la spina, di rilassarmi e divertirmi in maniera anche un po' infantile.

Questo suo ultimo libro non fa eccezione: riprendendo alcune pagine di reale ricerca storica a proposito del lavoro del matematico inglese Alan Turing (argomento a cui sono molto interessata anche per via del mio lavoro) e dei suoi sforzi per creare il "computer perfetto", e immergendosi nella realtà odierna fatta di guerre per lo più tecnologiche e droni sempre più intelligenti, James Rollins costruisce un'avventura in cui il protagonista è Tucker Wayne, ex ranger dell'esercito, congedatosi a causa dei traumi subiti in Afghanistan e in viaggio irrequieto per gli Stati Uniti con la sola compagnia del suo cane, Kane. Wayne, il suo amico e fedele compagno a quattro zampe, un suo vecchio commilitone e una ricercatrice informatica in fuga saranno coinvolti in una serie di rocambolesche vicissitudini che li porteranno dagli Stati Uniti dei grandi parchi dell'Ovest a un'isola caraibica, fino alle aspre montagne della Serbia, da dove lotteranno per sventare un complotto organizzato dal corrotto CEO di una multinazionale, assetato di potere.

Lo so, la trama è già sentita, e in effetti, come vi dicevo all'inizio, siamo davanti a un lavoro abbastanza standard e che assolutamente non ha pretese di "alta letteratura", ma a me è piaciuto abbastanza, anche se non lo ritengo il migliore dell'autore (preferisco di gran lunga "Amazzonia", che mi ha veramente emozionato e ogni tanto rileggo con piacere). Inoltre il personaggio di Tucker Wayne ha grandi potenzialità, secondo me, e le avventure in cui è lui (insieme a Kane) il protagonista mi piacciono molto di più di quelle dedicate alla "Sigma Force", in cui i buoni sono un po' troppo "buoni buonissimi" e i cattivi un po' troppo "cattivi cattivissimi". Qui, Tucker è un uomo non perfetto, non eccezionale, non supereroe, ma, sostanzialmente, uno che prova a fare del suo meglio per dare una mano, quando può (e infatti si trova spesso invischiato in storie che cerca con tutte le sue forze di evitare). Molto notevoli sono poi le parti dedicate al suo rapporto con Kane, e interessante il legame tra cane e uomo (non "padrone") che si sviluppa lungo tutto il libro.

Mentre lo si legge, non si può fare a meno di immaginarsi i protagonisti. Sono del tutto affascinata  dagli occhi dolci di Kane, un pastore belga Malinois:





ma soprattutto non riesco a capacitarmi che nessuno abbia ancora pensato di trarre un film dalle avventure di Tucker Wayne e di affidarne il ruolo a lui:

Chris Evans è Tucker Wayne, e su questo non transigo!



UN VOLTO ALL'AUTORE

James Rollins, pseudonimo di Jim Czajkowski, è uno scrittore statunitense nato nel 1961, che per anni è stato un apprezzato veterinario e poi ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. I suoi lavori sono soprattutto romanzi thriller e di avventura.

Cheers,
Eva

giovedì 17 novembre 2016

Eroi e principesse

Hello!

Oggi un piccolo post un po' diverso dal solito, perché non posso fare a meno di condividere con voi una riflessione. Sabato pomeriggio, dopo la partita Italia-Nuova Zelanda (andare a vedere i suoi adorati All Blacks è stato il nostro regalo di compleanno per il cucciolo di casa), abbiamo fatto una bellissima passeggiata per il centro di Roma, complice una magnifica giornata autunnale. Oltre a noi, c'erano alcuni amici venuti da fuori per assistere alla partita, e a un certo punto ci siamo infilati tutti nella libreria Feltrinelli della Galleria Colonna. Chi c'è stato probabilmente lo sa, è una delle più grandi d'Italia, con un reparto bambini al primo piano veramente molto fornito. Ed ecco che, accanto alle proposte per i piccolissimi e allo scaffale del Natale, già pronto nonostante manchino più di sei settimane... i miei occhi inorriditi si sono posati su due stand, uno accanto all'altro. Ecco di cosa parlo:


e, proprio accanto:


Per un attimo non ci ho potuto credere, ma purtroppo, nel 2016, è ancora così.
"Un tocco di rosa, per tutte le principesse che sanno come costruire un castello" e "Per veri eroi, storie e titoli al gusto di avventura".
Per bambinE e bambinI.
Separati. Per generi. Per titoli. Per gusti e finiamola di sottintenderlo, anche per capacità. Perché le bambine sono tonte, si sa, e poverine, si annoiano a leggere di pirati, o dinosauri, o cavalieri e castelli. Per i maschi, attenzione, eroi e supereroi, sia mai che cedano al desiderio di rilassarsi a cantare una "magica canzone". E le costruzioni? "Infinite idee per giocare", solo per i maschi. Vuoi diventare "pompiere", "aviatore", "veterinario"? Nasci maschio. E se sei femmina? Puoi avere "una casa da sogno", o in alternativa una "casa dolce casa". Puoi fare danza classica o disegnare bambole polinesiane, ma se ti piace "Star Wars"? Eh, per te, principessa, non vorresti un po' di "glitter"?

Oh, ovviamente mica c'era il filo spinato. Se un maschietto voleva, poteva benissimo andare a vedere di che parlava quel libretto su Lisa Simpson, nascosto lì dietro. Se una femminuccia lo desiderava, niente le impediva di arrampicarsi fino a quella coloratissima storia di locomotive.
Certo, come no.
Poi mi vengono a dire che le differenze sono innate, e che il condizionamento non c'entra proprio niente.
Proprio, proprio niente.

Solo una cosa, dico. Ma i genitori di adesso, sono lobotomizzati? Davvero pensano che sia divertente tutto quel ciarpame scintillante della prima foto? Veramente, no dico, veramente, pensano che un essere umano di sette-otto anni, di qualunque sesso sia, una volta entrato in libreria possa essere attratto da "Le mie etichette Frozen"? Veramente qualcuno pensa che in libreria, per le bambine, ci debbano essere questi orrori, non compensati da volumi interessanti in una vetrina che colpisce al primo sguardo? E che solo per i maschietti "Il magnifico libro dei dinosauri" e "Manuale dei pirati" debbano faticosamente cercare di controbattere a Superman e Batman?

Cheers,
Eva.

PS Qualche anno fa, la Disney, accusata di promuovere una visione stereotipata del femminile e del maschile nei suoi cartoni, produsse questo video che a me piace molto.
Soprattutto, adoro la ragazzina al minuto 00:38.
Che, nonostante sia completamente al di fuori dei canoni secondo cui si definisce normalmente una "principessa", lo è eccome, e lo è nel modo che ha deciso lei.
Mi fa tanta tenerezza. Perché sembro io, tanti anni fa.







venerdì 11 novembre 2016

5 cose che...

Hello!

Finalmente venerdì! Non potete immaginare quanto sono stanca in queste settimane, mi sembra di non avere mai abbastanza tempo per finire tutto quello che devo fare al lavoro, e corro, corro... Gli impegni mi stanno letteralmente soverchiando! Per fortuna, ogni tanto, riesco a ritagliare un po' di tempo per il mio piccolo angolo virtuale, ed eccoci quindi ad una nuova puntata della rubrica

5 COSE CHE...


E' una rubrica creata dal blog Twins Books Lovers, nella quale ogni venerdì si posta una lista di "5 cose che". Ogni settimana si propone una lista di "5 cose": 5 libri, film, serie TV, personaggi, attori, ecc. ecc. che abbiano più o meno attinenza con il mondo dei libri e della lettura. Per i dettagli vi rimando al post di presentazione creato da Gioia e Deb, qui.

L'argomento di oggi è particolarmente intrigante per un'amante della lettura. Parliamo infatti di...

5 AUTORI DI CUI COMPREREI I ROMANZI 
A OCCHI CHIUSI

Nella lista che troverete in questo post troverete autori di generi diversissimi tra loro, a significare quanto io sia onnivora nella lettura e assolutamente non preclusa verso (quasi) nessun genere. Leggere per me è un'esperienza coinvolgente e quasi liberatoria, amo perdermi nelle storie, viaggiare nel tempo e nello spazio rimanendo seduta sul mio divano, ragion per cui alterno i generi, diversifico i luoghi, e amo trame diversissime tra loro, con un atteggiamento altrimenti detto "schizofrenia"!

Se vi ho incuriosito, ecco qui 5 autori, diversissimi tra loro, che sono tra i miei autori "feticcio", dei quali aspetto con impazienza ogni più piccola nuova pubblicazione, che compro senza neanche leggere la trama (o guardare il prezzo del libro... con somma disperazione del mio portafoglio, sigh!).

James Rollins, un autore americano di libri che sono essenzialmente entertainement e sostanzialmente adrenalina pura! Leggere i suoi libri, in cui i buoni buonissimi devono difendere l'umanità dai cattivi cattivissimi lottando ai limiti delle possibilità umane, in un crescendo di tensione e in un susseguirsi serrato di colpi di scena, mi permette di allontanarmi del tutto dalla realtà e lasciarmi andare, "pulire" il cervello quando ho bisogno di uno stacco completo... e rilassarmi davvero! Il suo ultimo lavoro pubblicato in Italia è "Il progetto fantasma", in cui il protagonista è il ranger dell'esercito Tucker Wayne, solitario e tostissimo, che io mi sono sempre immaginato con il volto (bellissimo) di Chris Evans!

Passando al genere woman's fiction, l'autrice americana Kristan Higgins è certamente la mia autrice preferita e non mi perdo nessun suo romanzo, tanto che i suoi sono gli unici libri che finora ho letto anche in lingua originale, non potendo aspettare la traduzione in italiano! Le sue storie di vita vera, in cui amore, commozione e difficoltà della vita sono sapientemente dosate in intrecci sempre impeccabili, mi fanno sognare, divertire e commuovere. Il suo ultimo lavoro pubblicato in Italia è "La verità su di noi"; qui e qui le mie recensioni a due suoi romanzi della serie Blue Heron.

Tra gli autori di libri per ragazzi, lo scrittore inglese Jonathan Stroud è senza dubbio il mio preferito, tanto che come forse avrete letto lo ritengo superiore addirittura a J. Rowling, e preferisco i suoi romanzi alla pur meravigliosa saga di Harry Potter. In particolare, con la sua ultima serie, Lockwood & Co., ha secondo me superato sé stesso. Qui la mia recensione all'ultimo volume della serie pubblicato in Italia, "Il teschio parlante".



Restiamo in Europa, e parliamo di Fred Vargas, l'autrice francese (tra gli altri) dei gialli che hanno come protagonista il commissario Adamsberg. Una scrittrice raffinata e cerebrale, che crea trame complicatissime e le gestisce in maniera eccezionale. Qui la mia recensione al secondo libro della serie, che è arrivata all'ottavo volume senza perdere assolutamente mordente, pubblicato in Italia con il titolo di "Tempi glaciali" la scorsa estate.




E concludiamo con l'autore cileno Luis Sepulveda, del quale pochissimi giorni fa è stato pubblicato l'ultimo romanzo "La fine della storia" (che ho cominciato proprio oggi). Io amo, letteralmente amo le atmosfere create da questo scrittore, e non posso fare a meno di acquistare ogni suo romanzo e divorare ogni suo articolo. Amo il suo stile, i suoi temi, le immagini che riesce a evocare, e trovo perfetta ogni cosa che scrive.


Cheers,
Eva



martedì 8 novembre 2016

RECENSIONE - "D'un tratto nel folto del bosco" - Amos Oz

Hello!

Scusate la poco frequente presenza nel blog ma purtroppo, come vi avevo accennato, sono in un periodo densissimo al lavoro e riesco non solo a scrivere poco, ma anche a leggere molto meno di quello che vorrei. Oggi però vi parlo di un bel libro che mi ha fatto compagnia nei giorni scorsi, un libro breve (poco più di 100 pagine) ma molto intenso.

RECENSIONE
D'UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO
Amos Oz
Feltrinelli Editore

TRAMA: La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l'assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev'essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande che restano senza risposta. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco e una triste verità.




 "Mai, mai e poi mai, assolutamente mai," dicevano i genitori ai loro figli, "mai per niente al mondo potete uscire di casa dopo il calar del buio." Se un bimbo chiedeva ai suoi genitori come mai, quelli si facevano scuri in viso e rispondevano che la notte è assai pericolosa. Il buio un crudele nemico.

Due del mattino. Una stanza silenziosa, di là tutti dormono, le uniche luci sono le braci che lentamente si spengono nella stufa e quella di una fioca lampada che guizza sulle pagine di un libro. Fuori, il silenzio e il buio: il profilo delle montagne si staglia contro il cielo illuminato dalla luna che sta sorgendo, e il vento fischia contro i vetri delle finestre senza imposte, che guardano sui pendii che corrono giù dal passo, verso il paese lontano. Le uniche cose che si muovono sono i rami degli alberi spogli, che sembrano lunghe dita rattrappite dagli anni e dal freddo. Una donna legge, avvolta in una coperta...

Non è una scena del libro di cui vi sto per parlare, ma è la realtà in cui mi sono trovata mentre leggevo le poche pagine di questo splendido racconto di Amos Oz, in una fredda notte passata in un rifugio sugli Appennini, mentre la mia famiglia dormiva e io invece non riuscivo a prendere sonno. Troppo silenzio, che rimbombava nelle mie orecchie di cittadina, pur innamorata della montagna e soprattutto della montagna "di mezzo", quegli Appennini dolci e aspri allo stesso tempo, in cui ti può capitare di camminare per ore senza incontrare nessun altro sul sentiero. In cui, se sei fortunata, alzi lo sguardo e riconosci la sagoma dell'aquila che plana sulle vette e sparisce dietro la cima. Oppure, puoi scoprire emozionata il segno del passaggio dell'orso, o dell'ancora più elusivo lupo: un'impronta, un ciuffo di peli. O ancora, puoi riposarti sul prato al suono dei campanacci al collo delle dolci mucche bianche, che ti guardano con curiosità mentre ruminano...

Tutto questo, i protagonisti di "D'un tratto nel folto del bosco" non possono farlo, perché gli animali non ci sono più. Sono spariti. Tutti, dai grossi mammiferi ai piccoli insetti, dagli animali da compagnia ai pesci nel fiume, sono andati via, quando non si sa e perché nemmeno: si sa solo che tanto tempo fa, Nehi, il demone dei boschi, portò con sé nel suo regno di alberi e foglie tutti gli animali del paese e del circondario, lasciandosi dietro solo il silenzio. E da allora, in questo paese mai nominato, nessun cinguettio, belato, muggito, ruggito fa compagnia agli uomini che sono rimasti soli. I grandi non parlano di questo problema, i bambini hanno paura a chiedere, solo la maestra Emanuela continua, ostinata e un po' folle, derisa da tutti, a spiegar loro cos'è un uccello, un gatto, un pesce...

Finché Mati e Maya, i due bambini più svegli del paese - soprattutto Maya, coraggiosa e impavida - decidono che devono assolutamente risolvere quel mistero. I due bambini si inoltrano nel profondo del bosco in cerca di una risposta, e avvertono strane e per loro sconosciute presenze: il guizzo di un pesce in un ruscello, un frullare d'ali tra le foglie... Un grande mistero avvolge quei luoghi, e i due bambini, perdendo la strada e smarrendosi tra gli alberi, in un verde intenso che diventa sempre più nero, capiranno finalmente perché gli animali sono andati via, e soprattutto affronteranno le loro più grandi paure. Incontreranno infatti Nehi, il grande e pauroso demone del bosco, colui che li terrorizza scendendo in paese la notte, e impareranno una grande e dolorosa realtà: non tutto è come sembra, e spesso basta molto poco per fare del male.

La prosa di Amos Oz è magica, evocativa e intensa: io mi sono lasciata affascinare dalla musica delle sue parole e dal ritmo dei suoi lunghi, avvolgenti periodi. Un bellissimo racconto, adatto anche ai più giovani, per parlare dell'amore per la natura e del rispetto per chi è "diverso" da noi.

UN VOLTO ALL'AUTORE

Amos Oz è uno scrittore, giornalista e saggista israeliano, nato a Gerusalemme nel Maggio del 1939.

Cheers,
Eva

giovedì 3 novembre 2016

Visioni

Hello!



"Solo il piccolo Nimi, a forza di sentire la maestra Emanuela, aveva cominciato a sognare animali, la notte. Tutta la classe lo prendeva in giro quando arrivava e per prima cosa la mattina si metteva a raccontare delle sue scarpe marroni che, ferme davanti al letto, la notte, nel buio, si trasformavano in altrettanti istrici che scorrazzavano per la sua stanza ma che la mattina, appena lui apriva gli occhi, tornavano improvvisamente a essere un paio di scarpe davanti al letto. Un'altra volta dei pipistrelli neri erano entrati, nottetempo, l'avevano preso sulle loro ali e l'avevano fatto passare attraverso i muri di casa, e poi su nel cielo sopra monti e boschi, fino a un certo castello incantato".

D'un tratto nel folto del bosco, Amos Oz

Cheers,
Eva

venerdì 28 ottobre 2016

RECENSIONE - "L'ultima settimana di settembre" - L. Licalzi

Hello!

Torno oggi sul blog per parlarvi di un bel libro che mi ha fatto compagnia nelle scorse settimane. Ve ne parlo soprattutto perché mi ha sorpreso molto, assolutamente non mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto così.

RECENSIONE
L'ULTIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE
Lorenzo Licalzi
Rizzoli, Agosto 2015 

TRAMA: Pietro Rinaldi ha ottant'anni e vuole essere lasciato in pace. Ormai è convinto che la sua vita sia arrivata al capolinea e, mentre mangia penne all'arrabbiata, riflette su quanto i libri siano meglio delle persone. Se già fatica a sopportare se stesso, figuriamoci gli altri! Non ha proprio intenzione di avere a che fare con l'umanità... fino a quando, un giorno, nel suo mondo irrompe Diego, il nipotino quindicenne. Lui ha l'entusiasmo degli adolescenti e la forza di chi non si lascia abbattere dagli eventi, neanche da quelli più terribili, e non ha paura di zittire i malumori del nonno. Da Genova partono in direzione di Roma, a bordo di una Citroën DS Pallas decapottabile su cui sembra di volare. Sul sedile posteriore c'è Sid, l'enorme incrocio tra un San Bernardo e un Terranova - vera e propria calamità. Ed è così che un viaggio di sola andata si trasforma in un'avventura on the road, piena di deviazioni e ripensamenti, vecchi amori e nuove gioie. Perché è proprio quando credi di aver visto tutto che scopri quanto la vita riesca ancora a sorprenderti. "l'ultima settimana di settembre" è il racconto esilarante e commovente del viaggio di un nonno e un nipote alla ricerca di se stessi. È una storia che, senza giri di parole, scava nei sentimenti più profondi e ci porta di fronte alle emozioni più vere, quelle che richiedono una buona dose di coraggio per essere affrontate ma rimangono impresse indelebili dentro di noi.

Chissà quanti cominciavano a sentirsi non più tanto giovani. Prima dei trent'anni non capita mai, ma a quaranta cominci a pensare "quanto ero giovane a trenta", a cinquanta lo stesso, a sessanta idem: pensi "quanto ero giovane a cinquant'anni", e pensi, ancora: "E quasi mi sembrava di essere vecchio". E poi a settanta ti sembra che a sessant'anni eri un bambino, e solo a ottanta capisci che invece vecchio lo sei soltanto ora...

Che meraviglia quando un libro ti soprende e ti conquista, senza che tu sia in alcun modo preparata a incontrare una storia toccante e profonda! Che bellezza scoprire un piccolo gioiello per puro caso! Da questo libro ero attratta solo dalla splendida copertina e poi ho invece incontrato una storia magnifica e dolcissima, che mi rimarrà a lungo nel cuore.

Pietro Rinaldi è un personaggio fantastico, ironico anzi caustico e dissacrante: per lui tutto è materia di discussione e di "demolizione", non esiste niente di sacro, inviolabile e intoccabile. Spitiro anarchico, libero, non ha peli sulla lingua e non ha più niente da perdere: ha deciso che la farà finita quando e come vuole lui, perché non la darà vinta nemmeno alla morte e ormai ha esaurito la voglia di restare su questo triste e disperato pianeta.

Suo nipote Diego è un quindicenne saggio e profondo, molto più della sua età, che conosce poco e del quale ha quasi paura.

Una terribile disgrazia li unisce quasi contro la loro volontà: Pietro è costretto a rimandare i suoi propositi di "fuoriuscita dal mondo" e si ritrova costretto ad accompagnare il nipote da Genova a Roma. Per l'occasione tira fuori dal garage, per la prima volta da quando è morta l'amatissima moglie, la magnifica Dea, la macchina della felicità, e a bordo di quest'ultima i due intraprendono un viaggio on the road attraverso un'Italia di provincia, con frequenti deviazioni per andare a trovare vecchi e nuovi amici, e vivere avventure splendide nella loro semplicità. Che meraviglia riscoprire insieme, dopo tanti anni, il piacere di una lunga e silenziosa battuta di pesca nella secca del Tinetto, insieme all'amico Cesare, di poche parole ma tutte giuste! Che gusto a ritrovare intatta la propria vena polemica e zittire un insopportabile broker tronfio e arrogante, incrociato per caso nel corso di un'improbabile reunion di vecchi compagni di scuola, in cui i due viaggiatori si sono imbattuti quasi per caso durante una deviazione!

La storia scorre che è un piacere verso un finale dolce e commovente, tra risate e lacrime di commozione. Sì, lacrime, mica mi vergogno a scriverlo, perché sono state lacrime di quelle belle: di nostalgia, di emozione, anche un po' di tristezza, certo. Perché alla fine è così che è la vita: dolceamara.

Provo una nostalgia struggente di quando ero bambino con loro, insieme, noi tre. Il nonno mi diceva che anche a lui capitava la stessa cosa, nonostante i suoi genitori fossero morti quando aveva più di cinquant'anni, e che uno dei motivi per cui provava più nostalgia dell'infanzia, piuttosto che della giovinezza, era proprio questo: il ripensarsi, anzi, il rivedersi ogni tanto bambino con i genitori giovani e forti, protetto come dentro un guscio di noce.

Cheers,
Eva

venerdì 21 ottobre 2016

5 cose che...

Hello!

E' venerdì.
Un altro densissimo weekend alle porte, per me... tanti impegni, soprattutto familiari: una cena, una festa, e un torneo del mio bambino.
E anche, giorno di rubrica... in particolare, oggi mi dedico ad una lista di

5 COSE CHE...
5 CRUSH LETTERARIE


E' una rubrica creata dal blog Twins Books Lovers, nella quale ogni venerdì si posta una lista di "5 cose che". Ogni settimana si propone una lista di 5 "cose": 5 libri, film, serie TV, personaggi, attori ecc. ecc. che abbiano più o meno attinenza con il mondo dei libri e della lettura. Per i dettagli vi rimando al post di presentazione creato da Gioia e Deb, qui.

Oggi parliamo di crush, ossia di "cotte" letterarie. Devo ammettere che è stato un po' complicato stilare la lista che leggerete tra poco, per il motivo che non ho avuto subito chiaro il senso da dare a questa cosa della "cotta" letteraria. Questo termine mi suggerisce immediatamente un tipo di lettura che ahimé è ben lontana dai miei gusti e dalle mie corde, ossia quegli YA/NA che vanno tanto di moda in questo periodo, pieni di bellissimi ragazzi, spesso bad boy tatuati e moto-muniti, oppure quei romanzi il cui protagonista è un alpha-man che non deve chiedere mai, miliardario dal cuore di pietra (pronto a innamorarsi come un adolescente, anche se ancora non lo sa).

Alla fine però, pensando anche alle mie ultime letture, o a quei "classici" intramontabili che costituiscono il mio zoccolo duro di storie, quelle che amo riprendere più volte, leggere e rileggere senza stancarmi, ho capito il taglio che desideravo dare a questa lista, e ho trovato alcuni personaggi di cui mi sono innamorata, nel senso che in ognuno di loro ho trovato quelle caratteristiche che me l'hanno fatto riconoscere come vicino al cuore.

Vuoi per la mia età anagrafica, per le mie esperienze di vita o per i miei gusti letterari (che spesso sono stati definiti anche molto "maschili", come vedrete più sotto), la lista di 5 "cotte" di cui vi parlerò riguarda personaggi non immediatamente riconoscibili come "eroi". In ciascuno dei romanzi di cui vi parlerò, il personaggio che io amo è spesso il coprotagonista, un carattere secondario o addirittura l'antieroe. E anche se la storia ruota attorno a lui, è comunque un uomo adulto, temprato dalle difficoltà della vita, cupo e dolente, ma anche ironico, profondo e intelligente.

Vi ho incuriosito? Ecco qui allora i miei 5 personaggi del cuore:

Il Capitano Frederick Wentworth, di "Persuasione" (Jane Austen)
(qui con il volto di Rupert Penry Jones nell'omonimo film della BBC).

Il romanzo della "seconda occasione" per eccellenza. Il simbolo dell'amore che resiste al tempo, alle difficoltà, al rifiuto e al dolore, perché quando si ama, la speranza non si spegne mai.
"Io sono tra l’agonia e la speranza. Non ditemi che è troppo tardi, che questo prezioso sentimento è svanito per sempre. Vi offro di nuovo il mio cuore, vi appartiene ancor più di quando otto anni e mezzo fa voi quasi me lo spezzaste. Non dite per carità che l’uomo dimentica più della donna, che il suo amore è più rapido a morire. Non ho mai amato nessuna all’infuori di voi..."


Faramir di Gondor, de "Il Signore degli Anelli" (John R.R. Tolkien)
(qui con il volto di David Wenham)

Il mio romanzo preferito, il mio eroe del cuore. Un tipo diverso di eroe. Più calmo e posato, meno avventuroso e abbagliante, certo. Ma dal carisma tanto più affascinante perché non gridato, non ostentato in bravate e urla di guerra, bensì costruito con la costanza, l'amore, il rispetto e il coraggio.
Era costui un uomo d'alto rango, simile ad Aragorn in certi momenti; forse il suo lignaggio era meno alto, ma più vicino e tangibile: uno dei Re degli Uomini nato in tempi più recenti, ma impregnato della saggezza e della tristezza dell'Antica Razza [...] Era un capitano che gli uomini avrebbero seguito ovunque... persino all'ombra delle ali nere.



 Diego Alatriste y Tenorio, della serie nata dalla penna di Arturo Pérez-Reverte
(qui con il volto di Viggo Mortensen nel film "Il destino di un guerriero")

Un personaggio magnifico, gigantesco, il malinconico e silenzioso protagonista di sette avventure di cappa e spada ambientate nel 1600 è un antieroe disincantato e flemmatico, che combatte per sé, per il re, per vivere, per salvarsi, per restare assieme ai suoi uomini, soldato semplice che tutti chiamano "capitano".
Non credo più a nessuno, nulla spero,
non m'amo più d'un altro in questo mazzo,
sto calmo, osservo, rido senza gioia,
e se forse disprezzo... niente è vero,
salvo che ammazzo il tempo di chi ammazzo,
battendo l'ala triste della noia.
Ciò disse un capitano di cervello,
gettò il bicchiere e si scostò il mantello.
 

 Stephen Maturin, medico e naturalista, spalla di Jack Aubrey 
nella serie firmata da Patrick O'Brian
(qui con il volto di Paul Bettany nel film "Master and commander")

Disordinato, geniale, altruista, fedele alle proprie idee anche quando queste gli recano danno e dolore. Innamorato perdutamente della bella e crudele Diana Villiers, coraggioso e incrollabile amico del ben più sanguigno Jack. I più bei romanzi per chi ama le avventure per mare, contemporanee alle ambientazioni regency di Jane Austen, con la marina militare inglese protagonista in battaglie epiche e memorabili, in nome del re. Stephen è razionale, logico, coerente e fondamentalmente anarchico: la fedeltà è qualcosa che si riserva a poche cose e persone, solo quelle che lo meritano realmente.
"Ma tu lo sai, Jack, patriottismo è solo una parola; e può significare "la mia patria ha sempre ragione", il che è stupido; oppure "con la mia patria, che abbia torto o ragione", e questo è decisamente infame".


Severus Piton, della saga di Harry Potter creata da Jean K. Rowling
(qui con il volto dell'indimenticabile Alan Rickman, scomparso da poco)

Ebbene sì, per finire questa lista, un personaggio di una saga per ragazzi. La sua importanza nella storia risulta evidente alla fine dell'intera vicenda. Perché l'ho scelto? Perché lo amo? Perché è uno dei personaggi più ambigui e sfaccettati di cui abbia mai letto. Pieno di contraddizioni, di dubbi, di innegabili difetti. Ma coraggioso, forse più di chiunque altro, e fedele all'amore della sua vita, fino alla fine.
"Dopo tutto questo tempo?"
"Sempre".

Cheers,
Eva
 


mercoledì 19 ottobre 2016

Sono tornata

Hello!


Ci è voluto un po' più del previsto, lo so... Purtroppo è un periodo pienissimo per me, con tante cose da fare. Sono passata per un saluto, e per ringraziare chi mi ha scritto anche privatamente per sapere come stavo.

Nelle prossime settimane proverò a dedicarmi con più assiduità al mio angolino virtuale, anche se sarò ancora tanto impegnata e quindi i post saranno un po' più distanziati nel tempo... ma spero di riuscire a parlarvi presto di alcune belle letture che mi hanno tenuto compagnia in queste ultime settimane.

Per il momento, vi lascio con una citazione dall'ultimo libro letto, un romanzo di un autore italiano che mi ha sinceramente sorpreso. Non mi aspettavo di emozionarmi così per questa storia, un racconto on the road in cui ho incontrato una folla di personaggi magnifici e magnificamente descritti.


E' proprio quando credi di aver visto tutto 
che scopri quanto la vita riesca ancora a sorprenderti.

L'ultima settimana di settembre
(Lorenzo Licalzi)

Cheers,
Eva