Senza memoria l'uomo non saprebbe nulla.G. Leopardi
Il 27 Gennaio 1945 la 60a armata dell'esercito sovietico arrivò ai cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, abbandonato dai soldati nazisti pochi giorni prima, liberandone i pochi superstiti e rivelando al mondo la prima testimonianza dell'eccidio nazifascista di circa 6 milioni tra ebrei di ogni paese europeo, omosessuali, zingari, malati mentali e minorati fisici, nonché oppositori al regime.
Non ho parole per descrivere l'orrore che tutto questo mi muove. Non ho parole per raccontare il dolore quando ho visto i luoghi, le fotografie, i registri.
Lascio parlare i libri. Ricordiamo che i nazisti bruciavano i libri "scomodi", ma teniamo sempre in mente anche che i veri mostri non sono quelli che bruciano i libri, ma quelli che ci convincono che non serve leggerli.
5 libri tra i tanti che ogni ragazzo e ragazza, oggi, dovrebbe e merita di leggere. Per non dimenticare quello che è stato possibile.
FRED UHLMAN
L'amico ritrovato
Nella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la
stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di
ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore,
un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato.
PRIMO LEVI
Se questo è un uomo
Se questo è un uomo
Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel
1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene
continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo.
Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e
dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è
un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza
già classiche. È un'analisi fondamentale della composizione e della
storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della
degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello
sterminio.
MAUS
Art Spiegelman
La storia di una famiglia ebraica tra gli anni del dopoguerra e il
presente, fra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un padre, scampato
all'Olocausto, una madre che non c'è più da troppo tempo e un figlio che
fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda
indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un rapporto con il
genitore anziano. Una storia familiare sullo sfondo della più immane
tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto dove gli
ebrei sono topi e i nazisti gatti.
UN SACCHETTO DI BIGLIE
Joseph Joffo
L'autobiografia di un ebreo che racconta la propria infanzia e le
persecuzioni subite nella Francia occupata dai tedeschi duante la
seconda guerra mondiale. Dalla fuga da Parigi alla ricerca di un rifugio
fino alla salvezza definitiva avvenuta grazie all'intervento di un
sacerdote cattolico, il coraggio di due fratelli disposti ad affrontare
le situazioni più pericolose per salvarsi e le esperienze che li fanno
maturare nonostante la giovane età.
JOHN BOYNE
Il bambino con il pigiama a righe
Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o
meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e
cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto.
Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che
ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di
Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque
difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica,
oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un
altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario
accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con
Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel
recinto, prigioniero.
Eva
Ciao Eva, sono molto interessanti queste letture, adatte anche ai più giovani, con l'augurio che la consapevolezza porti a non ripetere più queste tragedie...
RispondiEliminaCiao Ariel, sì, ammetto che nello scrivere questo post ho pensato soprattutto da mamma, e ho scelto libri che mi hanno profondamente colpita e che vorrei che il mio ragazzo, quando sarà il momento, possa leggere e comprendere, anche se sarà doloroso.
EliminaUn abbraccio a te.
Ciao Eva, ogni volta che leggo i versi di Primo Levi di Se questo è un uomo mi commuovo. Mi viene la pelle d'oca, non ci sono parole su fin dove può arrivare la cattiveria umana. Purtroppo dovrebbe essere una giornata per prendere coscienza di ciò che è avvenuto per non ripetere gli errori del passato, ma io mi accorgo che gli esseri umani continuano ancora oggi a comportarsi come mostri senza un briciolo d'umanità, purtroppo.
RispondiEliminaHai ragione Nicky, l'incipit di Se questo è un uomo è così potente e doloroso da aver ormai travalicato i confini della letteratura. Dovrebbe essere insegnato in tutte le scuole, letto in tutte le associazioni, imparato da ogni tagazzo e ragazza, ricordato da tutti noi.
EliminaUn abbraccio a te.