martedì 17 gennaio 2017

RECENSIONE - Lo Stradivari perduto - John Meade Falkner

Hello!

Eccomi qui con la prima recensione dell'anno. Una lettura insolita e strana, che mi ha affascinata.

RECENSIONE
LO STRADIVARI PERDUTO
John Meade Falkner
Neri Pozza

TRAMA: Nel 1842, come ogni giovane di belle speranze proveniente da Eton, John Maltravers frequenta l'Università di Oxford, iscritto a uno dei più antichi college inglesi, il Magdalen Hall. Nelle ore libere dagli studi coltiva la sua grande passione: la musica. Valente violinista, si esercita spesso nel suo appartamento, accompagnato al pianoforte da William Gaskell, studente al New College ed eccellente pianista. In una notte insolitamente calda, quando Gaskell ha appena lasciato il Magdalen Hall, sfogliando gli spartiti lasciati sul tavolo dall'amico, John è attratto da una copia manoscritta di alcune suite, redatta a Napoli nel 1744. Seguendo uno di quei misteriosi impulsi che sfuggono al controllo della ragione, posa lo spartito sul leggio, toglie il violino dalla custodia e comincia a suonare l'Areopagita, l'unica suite del libro che ha il pregio di un titolo. Alle battute iniziali di un'aria piena di brio, sente dietro di sé un cigolio proveniente da una vecchia poltrona di vimini. Un po' divertito, un po' seccato, senza volgere lo sguardo, conclude l'aria, chiude lo spartito e va a dormire. Qualche tempo dopo, alle prime luci dell'alba di una notte insonne - sotto l'effetto esaltante dell'incontro serale con la bella Constance Temple - dopo aver suonato con incomparabile slancio l'inizio della suite, attaccando di nuovo quell'aria, John riavverte quel rumore sinistro, seguito stavolta da una sensazione inconsueta e sconvolgente...

I pensieri che mi passavano per la testa mi causarono una vaga inquietudine. L'ora tarda, il silenzio e le luci fioche facevano apparire la biblioteca dov'ero così vasta e deserta che cominciai a provare lo stesso terrore della solitudine osservato tante volte nel mio amico.

Confesso di essere stata subito attratta soprattutto dalla copertina di questa ghost story. Dopo averne letto la trama, quell'immagine così antica e affascinante di un antico castello, quel cielo grigio e pieno di nuvole, quei corvi, tutto insomma, mi ha riportato alla mente una bellissima e solitaria passeggiata nei cortili di una Oxford deserta per le vacanze studentesche, con il gracchiare lugubre degli uccelli sulle nostre teste, l'erba bagnata dalla pioggia che frusciava sotto le nostre scarpe, e un'inaspettata visione di cervi e daini che brucavano nell'immenso giardino della facoltà di agraria, durante un viaggio di qualche anno fa.

Man mano che proseguivo nella lettura, poi, l'abilità dell'autore di ricreare le atmosfere inglesi mi ha affascinato, così come la capacità di rievocare le scene ambientate a Napoli, in una immaginaria eppure realistica Villa de Angelis o nei bui e sordidi vicoli nel ventre di una città inquieta.

Ma andiamo con ordine. Vi parlo di un romanzo molto "vecchio", ripreso di recente dalla Neri Pozza dopo la prima pubblicazione nel 1895 da parte di un romanziere e poeta inglese.

La storia è quella della lenta ma inesorabile caduta nella pazzia di un giovane nobile inglese, John Maltravers, che dopo la scoperta di un violino nascosto nella nicchia della sua stanza, a Oxford, viene travolto da una sottile ma tenace ossessione per una melodia "dannata", che sembra richiamare alla vita, ogni volta che viene suonata, l'ombra maledetta di un dissoluto nobile inglese vissuto molti anni prima e morto nel peccato. Il fantasma, presenza inquietante che sembra possedere l'aria stessa della stanza, gli appare pallido e febbrile, e sembra spingerlo verso l'inquietudine, trasformarne il carattere, rendendolo ombroso e cattivo, allontanandolo dai suoi affetti più cari: la dolce moglie, la sorella, il suo caro amico Mr. Gaskell.

In preda alla febbre e al delirio, John vaga per l'Europa, dapprima con la sua sconcertata e infelice moglie, poi da solo, alla ricerca di qualche indizio per comprendere chi sia quell'ombra che sembra seguirlo ovunque vada, avvelenandogli l'anima. Bellissima e cupa è la descrizione del palazzo napoletano abbandonato, all'interno del quale un John in preda ormai dell'ossessione mostra all'amico Mr. Gaskell il suo macabro ritrovamento...

"Lo Stradivari perduto" è un romanzo strano e affascinante, in cui il linguaggio e le atmosfere sono importanti quanto la trama e i personaggi. Per me, appassionata di Inghilterra e innamorata dell'epoca recengy e di quella vittoriana, è stato un modo intrigante di muovermi nel passato, grazie a descrizioni vivide e a uno stile antiquato, lento e talvolta ridondante che mi è molto congeniale.

Quelle belle mattine primaverili non mi sono ancora svanite dalla memoria, caro Edward, e sento tuttora il profumo dolcissimo delle violette roride, e vedo i colori vividi dei crochi nelle aiuole che ci stavano dinanzi.

Cheers,
Eva

2 commenti:

  1. Mi piacciono le ghost stories classiche, specialmente quelle "dimenticate"... e mi incuriosisce molto il titolo che proponi, Eva. Non so perchè ma l'atmosfera che evochi ha subito richiamato alla mia mente "Canone Inverso" di Maurensig, anche se lì non si tratta di fantasmi, a meno che se non vogliamo estendere la definizione alle inquietudini scure che l'animo umano si porta appresso..
    Piccola parentesi - sempre per recuperare il tuo post di qualche giorno fa- a proposito della banalità, devo dire che Neri Pozza spesso propone titoli interessanti, per i lettori in cerca di alternative valide ai libri più pubblicizzati...
    Buona giornata, Eva, e grazie per aver proposto questo libro!

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    1. Ciao Letizia, felice di aver stimolato la tua curiosità. A me questo libro è piaciuto proprio per il suo stile ridondante e molto retrò, un po' difficile da apprezzare secondo me. Se lo leggerai, fammi sapere la tua opinione. Non ho letto il titolo di Maurensig che citi, ma di suo ho letto e amato La variante di Luneburg, che in questa settimana prima della giornata della Memoria, può essere un buon titolo da rileggere.
      A proposito della Neri Pozza: hai ragione, propone titoli molto interessanti, e tra l'altro ha copertine sempre splendide (anche l'occhio vuole la sua parte...). Unico neo, sono libri un po' cari (d'altronde la qualità si paga). Io ovvio con le offerte sugli ebook, e quando posso setaccio l'usato.
      Un abbraccio, a presto.

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