"Bambina," cominciò Milagros con la solennità di una sacerdotessa, "i miei doni sono la follia, il coraggio, l'ambizione e l'irrequietezza. La fortuna degli amori e il delirio della solitudine. Il gusto per le comete, per l'acqua e per gli uomini. Desidero per te intelligenza e ingegno. Uno sguardo curioso, un naso dotato di memoria, una bocca che sorrida e maledica con precisione divina, gambe che non invecchino, un pianto in grado di restituirti la fierezza. Ti auguro di avere il senso del tempo che hanno le stelle, la tenacia delle formiche, il dubbio dei templi. Spero tu abbia fede negli àuguri, nella voce dei morti, nella bocca degli avventurieri, nella pace degli uomini che dimenticano il proprio destino, nella forza dei tuoi ricordi e nel futuro come promessa che contiene tutto ciò che non ti è ancora accaduto."
Male d'amore, Angeles Mastretta.
Cheers,
Eva
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