Vi parlo oggi di una mia recente lettura, un romanzo lieve e simpatico che ha avuto il sapore di un "ritorno a casa" per me.
RECENSIONE
ARABESQUE
Alessia Gazzola
Alessia Gazzola
2017, Longanesi
TRAMA: Tutto è cambiato, per Alice Allevi: è un mondo nuovo quello che la
attende fuori dall'Istituto di Medicina Legale in cui ha trascorso anni
complicati ma, a loro modo, felici. Alice infatti non è più una
specializzanda, ma è a pieno titolo una Specialista in Medicina Legale. E
la luminosa (forse) e accidentata (quasi sicuramente) avventura della
libera professione la attende. Ma la libertà tanto desiderata ha un
sapore dolce amaro: di nuovo single dopo una lunga storia d'amore, Alice
teme di perdere i suoi punti di riferimento. Tutti tranne uno:
l'affascinante e intrattabile Claudio Conforti, detto CC, medico legale
di comprovata professionalità e rinomata spietatezza. Quando le capita
il suo primo incarico di consulenza per un magistrato, Alice si rimbocca
le maniche e sfodera il meglio di sé. Al centro del caso c'è una donna
di 45 anni, un tempo étoile della Scala e oggi proprietaria di una
scuola di danza. In apparenza è deceduta per cause naturali. Eppure,
Alice ha i suoi sospetti e per quanto vorrebbe che le cose, per una
volta almeno, fossero semplici, la realtà è sempre pronta a
disattenderla. Perché, grazie alla sua sensibilità e al suo intuito,
Alice inizia a scoprire inquietanti segreti nel passato della donna,
legati all'universo - tanto affascinante quanto spietato e competitivo -
del balletto classico...
Adesso tutto torna. Maddalena ha voluto indossare quell'abito, lo stesso che portava quando erano felici e che si è animato di vita perché probabilmente lui una volta glielo ha tolto di dosso. Lo ha cercato per anni, uguale. Per poterlo guardare ancora una volta e per provare ancora le emozioni di quella giovinezza che se n'era andata via. Avrebbe dovuto mandare al diavolo il balletto, suo padre e tutto il resto. Ora chi glieli dà più i fiori del suo giardino, le notti senza stanchezza, i suoi vent'anni?
Settimo volume (comprendendo anche il breve prequel) della serie de L'allieva, alias Alice Allevi, l'impacciata medico legale inventata da Alessia Gazzola, che l'anno scorso ha avuto anche una versione televisiva (e a quanto so, è attualmente in preparazione anche la seconda stagione della fiction interpretata da Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale). Dopo i primi tre volumi ("L'allieva", "Un segreto non è per sempre" e "Le ossa della principessa") avevo interrotto la serie (i due successivi sono "Una lunga estate crudele" e "Un po' di follia in primavera"), in parte perché distratta da altri tipi di lettura, in parte perché un pochino annoiata dal tira-e-molla sentimentale dell'eterna indecisa protagonista, che mi sembrava stesse prendendo il sopravvento sulle vicende gialle e sulle indagini alla C.S.I. che tanto mi avevano incuriosito all'inizio. Avendo saltato i successivi due volumi della serie, avevo un po' di timore di perdermi nel leggere questo settimo episodio (acquistato grazie a una super offerta Kindle). In realtà "Arabesque" si è rivelata una piacevolissima lettura, una rigenerante pausa leggera ma non banale tra alcune letture "importanti", che in definitiva fa esattamente quello che promette: intrattenere senza essere sciocco e superficiale. Non aver seguito le ultime vicende di Alice e il suo dibattersi tra Arthur e Claudio, e non essere stata quindi aggiornata sui risvolti rosa della sua vita, non ha inficiato affatto la lettura di questa storia, e anzi, l'evolversi dei suoi sentimenti mi è sembrato finalmente un po' più maturo e meno ondivago e indeciso e mi ha permesso di dedicarmi ad una lettura rigenerante.
E poi la vicenda gialla di questo "Arabesque" mi ha davvero stupito (in positivo): molto ben costruita, con bei personaggi e bei retroscena, con una notevole introspezione psicologica piuttosto inaspettata, e con uno sguardo adulto ma non disincantato sui rimpianti, sulle occasioni perdute, sulle scelte di vita che spesso portano su strade impreviste e un po' tristi.
Mi piace questa Alice un po' più sicura di sé stessa, sempre empatica e sensibile ma molto più fredda nell'analisi dei suoi stessi sentimenti e di quelli delle persone che la circondano nella sua vita personale ma anche - e soprattutto, direi - di quelle che incontra nel corso del suo lavoro, che siano vittime, testimoni o colpevoli.
Buone letture,
Eva