martedì 27 dicembre 2016

Aspettando l'anno nuovo...

Hello!


Spero che abbiate passato uno splendido sereno Natale, insieme alle vostre famiglie e agli amici più cari. Questo post (programmato) è solo per farvi ancora tanti auguri e per salutarvi: il blog va in vacanza per un po'.

Ci risentiamo nel nuovo anno.

Cheers,
Eva

sabato 24 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"Non avrei mai pensato, quando lo scorso anno ho celebrato il Natale a Londra con Georgiana, che l'anno successivo l'avrei festeggiato da sposato. Pemberley ha davvero un'aria festosa: il verde è intrecciato lungo le balaustre, mentre l'agrifoglio, carico di bacche rosse, adorna i ritratti e il vischio pende dai candelabri.
Ci siamo svegliati con l'odore di pane e dolci cotti al forno e, dopo colazione, abbiamo presenziato al servizio nella cappella. Il tempo era così bello che Elizabeth, Jane, Bingley e io abbiamo deciso di camminare sino alla chiesa, mentre il resto degli ospiti è arrivato in carrozza.
"Questo mi ricorda le passeggiate che Jane e io facevamo quando ci eravamo appena fidanzati. Anche se allora non faceva così freddo", ha detto Bingley, mentre il ghiaccio ci scricchiolava sotto ipiedi.
"Il fidanzamento tuo e di Jane era ufficiale. Potevate trascorrere il tempo a parlare tra voi e ignorare tutti gli altr; al contrario Elizabeth e io non potevamo neanche sederci l'uno accanto all'altra".
"Ma siete riusciti a perdervi tra i viottoli di campagna ogni volta che uscivamo di casa", ha ricordato Bingley con un sorriso.
"I viottoli sono stati molto utili", ha affermato Elizabeth.
"E nostra madre era di grandissimo aiuto quando insisteva che ti occupassi di quell'uomo", ha detto Jane.
"Non sono mai stata tanto mortificata in vita mia", ha ammesso Elizabeth, che nel dirlo ha riso.
Una volta arrivati, siamo entrati in chiesa. I nostri ospiti erano già riuniti e, poco dopo il nostro ingresso, il servizio è cominciato. E' stato animato e interessante, carico dello spirito festoso dell'occasione. Lady Catherine si è lamentata per gli inni, per il sermone, per le candele e per i libri di preghiere, ma sono convinto che tutti gli altri abbiamo tratto conforto dalla cerimonia.
Abbiamo avuto una magnifica cena e in seguito abbiamo giocato alle sciarade. Caroline ha scelto Fitzwilliam come compagno di squadra, ma più tardi nella serata Elizabeth ha sventato i suoi tentativi di richiamare l'attenzione del colonnello con un aperto invito a danzare con Anne. Formavano una coppia molto briosa e hanno smentito gli ammonimenti di Lady Catherine circa un sicuro accesso di tosse di Anne.
Kitty ha ballato con Mr. Hurst, e anche Mary si è persuasa a calcare la pista da ballo, sebbene abbia protestato, dicendo che la danza non fosse un'attività razionale, e abbia dichiarato che avrebbe preferito di gran lunga leggere un libro.
Quando tutti i nostri ospiti si sono ritirati, siamo andati di sopra.
"Stanca?" ho chiesto a Elizabeth.
Per rispondere, ha sollevato la mano sulle nostre teste e ho visto che vi teneva un ramoscello di vischio"

Il diario di Mr. Darcy, Amanda Grange

venerdì 23 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"La sala era davvero uno spettacolo. Dalle pareti pendevano ghirlande d'agrifoglio e di pungitopo, e tutto intorno erano disposti non meno di dodici giganteschi alberi di Natale, alcuni decorati di ghiaccioli scintillanti, altri illuminati da centinaia di candeline"

Harry Potter e la pietra filosofale, J.K. Rowling

Cheers,
Eva

giovedì 22 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"La mamma aveva preparato l'albero di Natale e il presepio, anche se eravamo a Gennaio e Natale era già passato, e sotto l'albero c'erano i regali. A me era piaciuto il Natale all'ospedale, c'era un'aria diversa, le infermiere ricevevano ogni giorno cesti con panettoni e cioccolatini e le regole erano un po' meno severe. La mia infermiera preferita, Serena, ha preparato l'albero in corridoio e mi ha fatto mettere delle palline. Poi ha messo delle stelle filanti argentate sulla carrozzina e mi portava in giro per il reparto. Stavo ancora male, ma non tanto come prima, anzi, a Natale ero già quasi guarito come adesso. Avevo però un tubicino con una pompetta che usciva dalla testa e l'occhio sinistro ancora chiuso. Mamma guardava me e Serena in giro pr il corridoio e rideva. Mamma stava sempre con me quando ero in pediatria. Certe volte andava giù al bar e all'edicola e mi ripeteve mille volte che tornava subito, ma io lo sapevo già che tornava."

Mani calde, Giovanna Zucca

Cheers,
Eva

mercoledì 21 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"Aprì la porta ed emise un'esclamazione di sorpresa: il locale era stato decorato per Natale. Nell'angolo opposto al caminetto stava un bell'albero scintillante, lungo il bancone del bar e le pareti c'erano festoni luccicanti, su ogni tavolo stavano delle composizioni di sempreverdi e il cervo impagliato sopra la porta aveva una ghirlanda infilata sulle corna. L'effetto era festoso e allegro, e il profumo di aghi di pino mescolato all'odore dei ceppi nel fuoco e all'aroma di buon cibo contribuiva a enfatizzare l'atmosfera natalizia"

Natale a Virgin River, Robyn Carr

Cheers,
Eva

martedì 20 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!

"Sua madre adorava le decorazioni natalizie. Lucine colorate addobbavano le finestre e rilucevano attraverso i vetri. Aveva appeso una ghirlanda alla porta d'ingresso, come faceva da tempo immemorabile. Ricordava ancora quel giorno che, da bambino, mentre stava seduto sul pavimento della cucina a mettere la sciolina sugli sci, sua madre aveva compiuto un miracolo: tagliando, intrecciando e tirando, dal groviglio di vegetazione sparsa sul tavolo era riuscita a creare quella stupenda ghirlanda"

Accade a Natale, Sarah Morgan

Cheers,
Eva

lunedì 19 dicembre 2016

Visioni di Natale

Hello!


"Genova le risplende intorno, nonostante il malessere lei si sente euforica, leggera, una sensazione che non provava da quando era bambina e correva per le vie del centro addobbate con abeti e lucine, nell'attesa eccitata e trepidante del Natale. Le sembra quasi di avvertire lo stesso odore nell'aria, le arriva il profumo tostato dello zucchero filato e dei torroni dalle bancarelle che animano piazza della Vittoria, quello della rosticceria poco distante, un vago sentore di alghe che il vento porta dalla mareggiata di corso Italia. Respira socchiudendo gli occhi. Si avvia come senza peso verso casa."


Lacrime di coccodrillo, Valeria Corciolani

Cheers,
Eva

domenica 18 dicembre 2016

La settimana più bella dell'anno

Hello!


E finalmente ci siamo!
Quella che sta per cominciare è la settimana più bella dell'anno per me e, sono sicura, per tanti di voi che aspettate il Natale con eccitazione e gioia infantile! Io adoro, letteralmente adoro questo periodo dell'anno: le luci delle decorazioni sugli alberi della piazza e sui balconi delle case, l'albero di Natale (a casa mia già pronto dall'inizio del mese), i regali che cominciano ad accumularsi, il rosso e l'oro e il verde che spuntano ovunque!
Se qualcuno tra voi ha invece piuttosto l'atteggiamento del Grinch, chiedo scusa per questo post sdolcinato e un po' sciocco, forse, ma io amo troppo il Natale, canzoncine allegre comprese (se poi hanno un tocco irish, è ancora meglio).


Nei prossimi giorni, come spero tutti abbiano la possibilità di fare, passerò tanto tempo con la mia famiglia, a rilassarmi, incartare gli ultimi regali, mangiare dolci, cantare, e aspettare la mattina di Natale per scoprire se sono stata abbastanza buona da meritarmi quello che desidero!

Sarò quindi un pochino più assente dalla blogosfera, ma per festeggiare insieme ho pensato a una piccola iniziativa che animerà il blog in questi giorni: ogni mattina, a partire da domani, una "visione di Natale" ci accompagnerà fino alla giornata più magica dell'anno.

Vi auguro tanta felicità.

Cheers,
Eva.

lunedì 12 dicembre 2016

Più libri Più liberi - Fiera della Piccola e Media Editoria

Hello!

Un post un po' diverso dal solito per raccontarvi della mia giornata alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, "Più Libri Più Liberi" 2016.


Metti un bellissimo sabato invernale, cielo terso e aria frizzante.
Metti una mamma, un papà e un ragazzino, amanti dei libri e della lettura, ognuno con le sue passioni e i suoi gusti e tutti intenzionati a passare una bella giornata a gironzolare tra scaffali e pile di volumi colorati.
Metti più di 300 stand e case editrici, medie, piccole e piccolissime, con librai gentili e competenti, una folla densa ma ordinata e libri, ovunque libri... fumetti, libri per bambini, narrativa, saggistica, guide di montagna, biografie, manualistica iper-specializzata: ce n'era davvero per tutti!

Siamo arrivati presto e abbiamo cominciato a gironzolare per il labirinto dei corridoi, armati della nostra piantina e con pochi obiettivi prefissati: essendo la fiera della piccola e media editoria, volevamo soprattutto lasciarci ispirare dal nuovo, dal poco conosciuto, dall'inaspettato. Lasciarci attrarre da qualcosa che non ci aspettavamo, e infatti ecco lo stand della Ediciclo Editore (con uno slogan delizioso: "Fresche Idee per Pedalare Liberi"), dove il marito (ciclista dentro) si lascia tentare da varie guide per passeggiate "a due ruote" a Roma e dintorni. Ecco poi lo stand della EDT - Giralangolo: mentre noi adulti sfogliamo varie guide di viaggio, cercando di immaginare dove sarebbe bello organizzare la nostra prossima vacanza, nostro figlio si perde dentro a magnifici libri illustrati su strani animali fantasiosi... 

Mentre passeggiamo, intravedo alcuni personaggi famosi: c'è Guido Scarabottolo, fantastico illustratore per l'infanzia ma non solo (sue sono molte copertine della Guanda); allo stand della Bao Publishing c'è ZeroCalcare, gentilissimo e instancabile mentre disegna e firma autografi per ore (ogni volta che facevo il giro e ricapitavo al suo stand, lui era lì, senza mai muoversi dalla sua sedia, a disegnare); corriamo al primo piano per l'unico incontro con l'autore che siamo intenzionati a vedere oggi: Marco Pastonesi presenta il suo libro "L'uragano nero", dedicato al mito del rugby Jonah Lomu, l'idolo di mio figlio rugbysta in erba (e fango). Gentilissimo, l'autore chiacchiera con noi prima della presentazione e saluta particolarmente il mio ragazzo, che è l'unico under 20 della sala. Poi, mentre marito e figlio decidono di tornare a casa dopo la presentazione, io resto a gironzolare un altro paio d'ore nella fiera, per curiosare in tutta libertà e dedicarmi finalmente... agli acquisti!
Potevo forse farmi scappare l'occasione di allungare un po' (un bel po') la mia lista di prossime letture? No, che non potevo! Tanto più che i libri che ho comprato sono il risultato di belle chiacchierate con i librai "indipendenti" presenti alla Fiera, che molto spesso curano personalmente i libri che vendono e ne parlano con tale affetto e passione da incuriosire e attrarre anche verso generi che magari, seguendo liste di titoli noti, consigliati e molto più pubblicizzati, non avresti esplorato.

Ecco qui il mio prezioso "bottino" della fiera (prego, notate la mia prima foto "artistica" postata qui sul blog!):



(Cliccando sui titoli verrete rimandati alla trama su Amazon )

L'uragano nero (Marco Pastonesi): "Vita, morte e mete di un All Black". Per noi famiglia di rugbysti (quando c'è un rugbysta - anche piccolo - in una casa, lo si è tutti, per estensione...) avere questo libro era imprescindibile. Gli All Blacks sono il mito, Jonah Lomu la leggenda: ed è bello leggere non solo di sport, ma anche di vita, di sacrificio, di amicizia e lealtà.

Fisica della malinconia (Georgi Gospodinov): mi sono fermata allo stand della Voland, attratta dai titoli della mia amata Amelie Nothomb, e sono rimasta a chiacchierare a lungo di letterature "insolite" con il libraio dietro al banchetto, che mi ha consigliato moltissimo questo libro di un autore che non conosco. L'ha definito "un libro difficile", ma io amo le sfide.

La storia prima di te (Ilaria Lonigro): questo libro sottile (poco più di 100 pagine) mi ha attratto moltissimo perché amo leggere di storie poco note, fatti reali che si intrecciano con la vita vera e magari, dopo anni di oblio, vengono restituiti alla memoria... e poi la signora al banchetto della Edizioni MEMORI era troppo simpatica!

Un Natale tutto per sé (AA. VV.): come resistere, in questo periodo, a questa raccolta di 10 racconti, opera delle migliori scrittrici tra Otto e Novecento, tra cui Grazia Deledda, Matilde Serao, Louisa May Alcott, e la mia amata Elizabeth Gaskell? Impossibile! Infatti, non ho resisitito!

Infine, passare davanti allo stand della edizioni e/o è stato deleterio (per il mio portafoglio) e magnifico (per il mio morale). Ho parlato per quasi mezzora di libri letti e amati, con un libraio entusiasta e competente, e alla fine me ne sono andata con soli tre titoli ma davvero, avrei voluto quasi tutto quello che c'era sull'espositore... per il momento, Isole minori (Lorenza Pieri), Le streghe di Lenzavacche (Simona Lo Iacono) e Lo scherzo di Solimano (Mélanie Sadler) sono i tre libri e/o che si sono aggiunti alla mia ormai pericolante pila di libri accanto al letto...

Chissà che qualcuno di questi titoli non ispiri anche voi... Io non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale, quando finalmente avrò più tempo per dedicarmi alla lettura!

Cheers,
Eva






martedì 6 dicembre 2016

RECENSIONE - "La fine della storia" - L. Sepùlveda

Hello!
 
RECENSIONE
LA FINE DELLA STORIA
Luis Sepùlveda
Guanda Edizioni

TRAMA: Juan Belmonte, dopo aver combattuto tante battaglie – prima fra tutte quella al fianco di Salvador Allende – da anni ha deposto le armi e vive tranquillo in una casa sul mare nell’estremo sud del Cile, insieme alla sua compagna Verónica, che non si è mai completamente ripresa dopo le torture subite all’epoca della dittatura. Belmonte è un uomo stanco, disilluso, restio a scendere in campo. Ma il passato torna a bussare alla sua porta. I servizi segreti russi, che conoscono bene il suo curriculum di esperto di guerra sotterranea e infallibile cecchino, hanno bisogno di lui. Sul fronte opposto, c’è il piano ordito da un gruppo di nostalgici di stirpe cosacca, decisi a liberare dal carcere Miguel Krassnoff, discendente diretto dell’ultimo atamano, la cui famiglia riuscì a riparare in Cile dopo la Seconda guerra mondiale. Krassnoff, ufficiale dell’esercito cileno durante la dittatura militare, al momento sta scontando numerose condanne per crimini contro l’umanità. E Belmonte ha un ottimo motivo per odiare «il cosacco», un motivo strettamente personale...
Dalla Russia di Trockij al Cile di Pinochet, dalla Germania di Hitler alla Patagonia di oggi, il nuovo romanzo di Luis Sepúlveda attraversa la storia del Novecento, raccontandone grandezze e miserie, per giungere infine alle pagine drammatiche in cui Belmonte gioca la sua partita finale.

"Sapevo che avrebbe vegliato sul riposo di Verònica, che sarebbe rimasto all'erta mentre lei sprofondava in un sonno placido ma breve, perché da un momento all'altro le sue mani si sarebbero contratte, avrebbero stretto con disperazione le coperte, e alle sue labbra implacabilmente serrate sarebbero sfuggiti appena pochi gemiti di altri tempi, dei tempi del silenzio forzato, del silenzio che esasperava i torturatori di Villa Grimaldi e permetteva ai compagni della resistenza di guadagnare qualche ora preziosa per riorganizzarsi. Stavolta però io non sarei stato accanto a lei, ad accarezzarle i lunghi capelli mormorando sottovoce: "Parla, compagna mia, digli come mi chiamo e dove trovarmi, smettila di proteggermi con il tuo silenzio, tanto non possono farci più del male", finché le sue mani non si rilassavano e le sue labbra non tornavano ancora una volta a incurvarsi nella dolce espressione che amo, nel sorriso che riemerge dalle brume di un passato atroce."

Leggere questo libro è stato doloroso come non mi accadeva da tanto tempo, e parlarne, ora che è qualche giorno che l'ho terminato, non è per niente facile. Vorrei riuscire a trasmettere, in queste mie poche parole, tutta la sofferenza e la rabbia che ogni volta mi suscita leggere una storia che parla di uno dei momenti più neri e cupi della storia recente, ossia il periodo delle dittature militari in Sudamerica (Augusto Pinochet in Cile e Jorge Videla in Argentina, tra gli altri), tra la fine degli anni 70 e gli anni 80.

E' un argomento che mi ha sempre interessato molto, a partire dalla prima volta in cui, giovane adolescente che muoveva i primi passi nella sua consapevolezza politica e sociale, ascoltai la meravigliosa "They dance alone", di Sting (dall'album "Nothing like the Sun"), e cominciai a farmi delle domande. Ascoltare "canzonette" non mi bastava più, volevo sapere, volevo capire, e cominciai ad approfondire i temi importanti legati alle lotte peroniste, ai colpi di stato nelle repubbliche sudamericane e al coinvolgimento di paesi stranieri come gli Stati Uniti nella presa di potere di dittatori assassini e traditori del loro popolo. Non voglio fare qui un trattato nè parlare di storia, di politica o di ideali, anche se di tutto questo non si può fare a meno quando si legge un certo tipo di libri. Mi sono avvicinata a Luis Sepùlveda un po' più tardi e da allora le sue storie, i suoi personaggi e i suoi temi mi sono cari come pochi.

In questo suo ultimo libro, Sepùlveda riprende un personaggio molto amato, il Juan Belmonte di "Un nome da torero", per chiudere un cerchio personale e universale e fare i conti con un'intera generazione che è cresciuta orfana di sicurezze, di fiducia e di gioia, perché ha affrontato un nemico che sembrava invincibile - e certe volte viene da chiedersi: anche se apparentemente è stato sconfitto, è davvero così?



Un Belmonte ormai maturo, ritiratosi nel suo rifugio cileno con la sua amata compagna, ferita nel corpo e nell'anima dai torturatori, viene reclutato nuovamente per portare a compimento una missione, per arrivare finalmente alla "fine della storia", e suo malgrado deve riaffrontare i suoi personali demoni, ritornare a Santiago, dove aveva giurato che mai più avrebbe rimesso piede, incontrare persone che sembrano ormai fantasmi di un tempo lontanissimo.

"Erano vent'anni che non mettevo piede in quella città dalle estati infernali e non avevo nessuna intenzione di fermarmi più a lungo del necessario. Stavo andando a un appuntamento che non avevo cercato né voluto, e ci stavo andando perché non si sfugge alla propria ombra. Non importa dove stiamo andando, l'ombra di ciò che abbiamo fatto e siamo stati ci perseguita con la tenacia di una maledizione"

Mi ha colpito moltissimo che Sepulveda, più e più volte nel corso del libro, ripeta il concetto di "essere ombra": l'ombra di quello che eravamo, l'ombra di quello che abbiamo fatto, l'ombra dei nostri nemici... quasi a sottolineare come il passato si assottiglia, si stiracchia, a volte sembra sparire ma rimane latente, aleggia in quello che siamo diventati, in quello che siamo chiamati a fare, prima o poi, per chiudere i nostri conti in sospeso.

La conclusione, la "fine della storia", è inaspettata e insieme naturale, è potente e angosciante eppure anche consolatoria. Quando ho finito il libro, quando ho letto l'ultima parola dell'ultimo capitolo, sono rimasta per qualche minuto in un silenzio attonito, a pensare, a cercare di ascoltare e districare tutte le emozioni che questo libro mi ha mosso dentro.
A volte, e questo è il caso, bisogna essere grati a un autore per la bellezza della sua prosa, per la forza dei suoi personaggi, per la magia delle sue parole e soprattutto per la potenza della sua idea.
"La fine della storia" è un libro amaro, emozionante, cupo, coinvolgente; è un libro necessario, e soprattutto un libro bellissimo.

Cheers,
Eva