Hello!
Buongiorno e buona settimana a tutti. L'autore di cui vi parlo oggi ha avuto un bel successo lo scorso autunno con la pubblicazione del suo "Un figlio", una storia che è stata apprezzata moltissimo e che ha ricevuto recensioni entusiaste. Per puro caso (vedi qui) , qualche mese fa ho comprato il libro di cui vi parlo oggi, che mi ha molto colpito.
RECENSIONE
L'ANIMA DEL MONDO
Alejandro Palomas
El alma del mundo, trad. Silvia Sichel
Neri Pozza, 2011
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La vita è così: uno crede che ormai non è più, invece è sì, e quando uno spera di sì, non ne ricava niente.
Capita a volte di imbattersi in una bella lettura completamente per caso, senza aver mai sentito parlare del libro, avendo solo una vaga idea dell'autore e della sua letteratura. E' quello che è successo a me, quando mi sono dedicata alla lettura di questa storia scritta in modo affascinate e quasi ipnotico. Il libro mi ha preso piano piano, facendomi conoscere lentamente i personaggi ambigui e "diversi" che ne animano le pagine: Otto e Clea, due persone molto vecchie, ormai oltre la soglia di quel rispettoso "anziano" che usiamo per definire genericamente chi è entrato nella cosiddetta terza età, e soprattutto Ilona, una donna non più giovanissima che fa loro da infermiera e assistente nella casa di cura alle porte di Barcellona dove i due decidono di passare l'ultima parte della loro esistenza.
Il personaggio di Ilona è davvero interessante: dice pochissimo in tutto il libro ma il suo carattere, la sua storia, le sue paure e i suoi dolori sono tratteggati benissimo dai suoi pensieri che attraversano tutto il romanzo. Leggendo le sue riflessioni ho imparato qualcosa sulle dittature comuniste "oltre cortina", sul clima di paura e intimidazioni che condizionava pesantemente la vita di milioni di persone. Le sue ginocchia doloranti, il suo silenzio impaurito e la sua solitudine mi hanno colpito al cuore.
Anche la lunga vita di Clea e Ross affascina e colpisce: vite fatte di dolori, di incomprensioni, di sacrifici e rinunce, e quando si diventa vecchi e ci si guarda indietro, chi può dire cosa resta da salvare? Eppure, anche quando si intravede la fine, c'è sempre tanto da perdonare, tanto da ricordare, e tanto ancora da costruire.
Una lettura lenta, evocatrice e raffinata, un autore da approfondire.
Cheers,
Eva
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