venerdì 23 settembre 2016

RECENSIONE: "Squadra speciale minestrina in brodo" - R. Centazzo

Hello!


Buon primo giorno di autunno!
Oggi inizia, ufficialmente e astronomicamente, la stagione della vendemmia, delle foglie colorate, dei primi venti freddi, dei funghi e dei libri letti con in mano una bella tazza di té fumante...
Ma prima di lasciare andare del tutto l'estate, ecco la recensione di un libro letto in agosto...

RECENSIONE
SQUADRA SPECIALE MINESTRINA IN BRODO
Roberto Centazzo
TEA, 2016

TRAMA: Ferruccio Pammattone, ex sostituto commissario e vice dirigente alla Squadra mobile, Eugenio Mignogna, ex sovrintendente alla Scientifica, Luc (e non Luca per un errore dell'impiegato all'anagrafe) Santoro, ex assistente capo all'Immigrazione, hanno molte cose in comune: sono amici da una vita, si sono arruolati insieme nel lontano 1975 e sono stati appena congedati per raggiunti limiti d'età. Ma alla pensione non possono e non vogliono abituarsi. Si annoiano. Così, mentre chiacchierano sul lungomare di Genova, pensano che potrebbero rimettersi subito in azione, per dedicarsi finalmente a tutti quei casi che, per un motivo o per l’altro, non hanno mai potuto affrontare quando erano in servizio. Adesso, finalmente, non devono rendere conto a nessuno, soltanto alla loro coscienza che li spinge a indagare, al loro stomaco che s’infiamma alla vista di un würstel e alla loro prostata che reclama una sosta. Ferruccio Pammattone, nome in codice Semolino (se mangia pesante si riempie di macchie rosse ed è costretto a una dieta durissima), Eugenio Mignogna, nome in codice Kukident (per festeggiare la pensione si è regalato una smagliante dentiera) e Luc Santoro, nome in codice Maalox (soffre di atroci bruciori di stomaco) diventano la «Squadra speciale Minestrina in brodo». Non intendono certo fare i giustizieri della notte, beninteso. Riferiranno i risultati ai loro ex colleghi, che, grazie alla «Squadra speciale», potranno mettere un punto ad alcuni casi altrimenti destinati a restare sepolti in un armadio.

E' una recensione un po' strana quella che state per leggere. Voglio essere sincera: a distanza di più di un mese da quando ho terminato questo libro, ricordo molto poco della trama gialla. Qual è il caso da risolvere, chi è il colpevole, quale indizio decisivo... sono tutte cose che si sono dissolte nella memoria, lasciandomi solo un vago ricordo di vicoli genovesi, di sottobosco affollato di piccoli delinquenti, e, purtroppo, di una storia di investigazione davvero poco incisiva.

Quello che mi è rimasto impresso di questo romanzo sono i personaggi: i tre poliziotti finalmente in pensione, che invece di trascorrere le giornate al bar o sul lungomare a chiacchierare, decidono di non abbandonare completamente il loro mestiere e di costituire la "squadra speciale Minestrina in brodo", che investigherà sui casi rimasti irrisolti nelle loro carriere, finalmente liberi dai lacci spesso troppo stretti delle regole della giustizia italiana.

Purtroppo, quello che dal titolo poteva sembrare un simpatico espediente per caratterizzare tre personaggi magari fuori dal coro (alla Malvaldi, pr intenderci, con i suoi vecchietti del bar Lume), si è rivelato invece, a mio parere, un clamoroso boomerang. Infatti i tre vecchi poliziotti in pensione, Semolino, Kukident e Maalox, lungi dall'essere simpatici, accattivanti e attraenti, sono, in una parola... ributtanti.
Raramente ho incontrato personaggi così antipatici e repellenti, nel loro carattere, nelle loro azioni, nelle scelte che fanno, nelle loro espressioni verbali, negli atteggiamenti da prepotenti.
..."Non so a te, amico, ma a me funziona tutto proprio come quando avevo vent'anni, e mi piacciono le giovani, non le vecchie"
Santoro gli assestò un calcio in uno stinco.
"Nemmeno di Santamaria? Cosa sai di lui?"
"Niente, io non so niente"
Mignogna gli passò un coltello affilato sul collo. Abdel si pisciò addosso.
Ebbene, li ho detestati dall'inizio alla fine. Sì perché poi in realtà il libro l'ho finito, anche se è stato un po' una delusione dal punto di vista giallo, e questo perché la scrittura di Roberto Centazzo è solida, lo stile sicuro e le ambientazioni... le ambientazioni genovesi sono meravigliose e ottimamente descritte.

Da quella posizione elevata, in cima a Vico alla Vena, una scalinata in discesa che conduceva in via Gramsci, si intravedeva il mare: uno scorcio d'acqua lucente e immobile, una lastra splendente come un vassoio d'argento racchiusa tra le nuove costruzioni della darsena.

Ma è davvero l'unica cosa che mi è piaciuta in questo libro, che d'accordo, è una prima avventura dei tre investigatori, serve più che altro a presentarli, ma mi ha lasciato pochissimo, e sicuramente non mi invoglia a continuare la lettura delle loro investigazioni.
Peccato.

Credo sia la prima volta che posto una recensione negativa qui sul mio blogghino... se l'avete letto, sono curiosa di sentire le vostre opinioni.

Cheers,
Eva

8 commenti:

  1. Ciao Eva! Io invece mi sono divertita molto in compagnia di questo tre vecchietti incapaci di lasciare del tutto il loro lavoro. Non sarà un giallo che rientra nei canoni, ma comunque l'ho trovato piacevole e leggero.
    Baci
    Elisa

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    1. Beh ci sta che lettrici diverse abbiano impressioni diverse dallo stesso libro... E' che a me questi vecchietti non hanno fatto proprio ridere, anzi, mi hanno messo addosso tanta malinconia...

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  2. ci vanno anche quelle negative eh. Non l'ho letto non so dirti, ma hai spiegato bene perché non ti ha conquistata, capita

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    1. Ciao Chiara, è stato un vero peccato, sì. Ne avevo letto un gran bene. Sarà per la prossima.

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  3. Ciao Eva!!
    Molto interessante la tua opinione su questo libro e concordo con te su quelle poche battute di sti tre vecchi rimbambiti che hai riportato!!
    Bocciato in pieno per me!!!

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    1. Ciao Nik, a me è dispiaciuto bocciarlo ma in effetti non è proprio pessimo, come ho scritto le ambientazioni della mia amata Genova (la adoro) sono belle e coinvolgenti... è "solo" che i tre protagonisti sono proprio l'antitesi delle persone che amo frequentare io!

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  4. Credo che lascerò perdere. Grazie.
    Un saluto da Lea

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    1. Ciao Lea, io in effetti non lo consiglierei, però ne ho letto anche belle recensioni, ho visto ad esempio che su Amazn ci sono anche rece a 5 stelline. Sinceramente non le condivido affatto, io qui sul blog non do voti ma nel caso per me sarebbe un 2 stelle... ma ovviamente "de gustibus"...

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