Oggi vi presento la recensione di un breve libro "per ragazzi", che avevo letto tempo fa e che negli ultimi due giorni ho riletto con molto piacere. Stavo annaspando in una lettura lenta e un po' noiosa, che si sta trascinando da più di 400 pagine, e avevo bisogno di rifiatare un pochino. Come dicevo, il libro è "per ragazzi", sì, ma non solo, perché parla di argomenti molto più grandi e generali, che fanno riflettere senza pesantezza.
RECENSIONE
MI CHIAMO CHUCK
Aaron Karo
TRAMA: Charles, detto Chuck, ha diciassette anni e si lava le mani
continuamente, controlla anche cento volte di seguito che le piastre dei
fornelli siano spente e non va mai a dormire senza aver fatto la pipì
fino allo sfinimento. Ha un amico del cuore, Steve, l'unico a cui
confida le sue stramberie e una sorella, Beth, bella, normale e piena di
amici che lo ignora fino a negargli persino l'amicizia su Facebook. La
sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali
che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di
sé. E poi ci sono le Converse: ne possiede decine di paia di ogni colore
che ha abbinato ai vari stati d'animo. Converse rosse: arrabbiato;
gialle: nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più
preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo
da una psichiatra. L'arrivo di una nuova compagna di classe e il
desiderio di aiutare il suo amico bullizzato convinceranno Chuck a
prendere sul serio i suoi sintomi e a iniziare una terapia.
Converse rosse = incazzato.
Converse arancioni = stanco.
Converse rosa = annoiato.
Converse giallo canarino = nervoso.
Converse azzurre = eccitato.
Converse grigie = insicuro.
Converse marrone chiaro = ansioso.
Converse bianche = frustrato.
Converse viola = agitato.
Converse marrone scuro = tranquillo.
Lo confesso: ho comprato questo libro per via della mia mania per le Converse, le scarpe da ginnastica basse e colorate che ho cominciato a portare da adolescente e che continuo a indossare con orgoglio e un po' di ostinazione, in tanti colori diversi, anche con la pioggia, d'inverno e nelle occasioni più eleganti. Come Chuck, il protagonista di questo breve libro per ragazzi, che mi ha fatto passare qualche ora in allegria, portandomi con intelligenza e simpatia nel mondo di un adolescente problematico e un po' "strano".
Lo confesso: ho comprato questo libro per via della mia mania per le Converse, le scarpe da ginnastica basse e colorate che ho cominciato a portare da adolescente e che continuo a indossare con orgoglio e un po' di ostinazione, in tanti colori diversi, anche con la pioggia, d'inverno e nelle occasioni più eleganti. Come Chuck, il protagonista di questo breve libro per ragazzi, che mi ha fatto passare qualche ora in allegria, portandomi con intelligenza e simpatia nel mondo di un adolescente problematico e un po' "strano".
Come suggerisce infatti il (lunghissimo) sottotitolo del libro, Chuck soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, certificato dal medico, che gli impedisce di condurre un'esistenza normale come i suoi coetanei. Non riesce a parlare con la gente perché è ossessionato dalla pulizia (e in effetti sappiamo quanto gli adolescenti possano essere poco puliti), non può assolutamente fare a meno di seguire le sue regole ossessive e ripetitive in casa e a scuola, ed è totalmente incapace di sostenere una conversazione con un'esponente del sesso femminile. Quale ragazza infatti potrebbe mai essere interessata a lui e allo strambo Steve, l'unico amico che ha?
Così si trascinano le sue giornate, tra una sorella minore bella e popolare che lo detesta, due genitori preoccupati e impotenti di fronte al suo disturbo, una maschera di invisibilità a scuola, e una terapeuta che cerca di condurlo lungo la strada dolorosa e difficile della guarigione.
L'incontro con Amy, bella e simpatica, che si unisce alla classe a metà anno, sarà lo stimolo che spingerà Chuck a cercare di affrontare le sue paure e le sue ossessioni e a cambiare tutto il suo mondo, ma in realtà neppure la bellezza del primo amore e il batticuore del primo bacio riuscirà a tirar fuori Chuck dal pantano delle sue fobie, soprattutto quella per la sporcizia: la scena in cui Amy, con in braccio il suo cagnolino, va a trovarlo nella sua stanza, sancta sanctorum in cui mai nessun animale ha messo zampa, e per di più cerca di baciarlo, è sinceramente comica e contemporaneamente angosciante. Assistiamo infatti alla disperata lotta tra le due anime di Chuck: il suo desiderio di essere finalmente normale e baciare Amy, la splendida Amy che vuole baciare lui, si scontra con il suo orrore per i peli di cane, per la saliva di un'altra persona, per l'odore estraneo, per la vicinanza con qualcun altro.
Ovviamente, finirrà in un disastro, ma non sarà la fine dei suoi guai: Chuck dovrà affrontare molte altre difficoltà che metteranno in crisi il suo intero mondo, prima di capire che, perché sia possibile guarire, non è per amore di qualcun altro che si deve lottare, bensì per sé stessi e per la propria felicità.
"Amy," dico sopraffatto dalla gratitudine "sono magnifiche.""Sono felice che ti piacciano""Ma... che emozione dovrebbe abbinarsi alle scarpe scozzesi?""Be'," dice Amy "penso che al tuo sistema ne manchi ancora una".
Alla fine, che cosa significheranno per Chuck le Converse scozzesi?
Non vedo l'ora di metterle.
Cheers,
Eva
Ciao Eva, non conoscevo questo romanzo, sembra denso di spunti di riflessione e affronta un tema molto delicato, adatto forse ppiù agi adulti che hai ragazzi, nonostante la giovane età dei protagonisti! Buona domenica :-)
RispondiEliminaCiao Ariel, sì io l'ho trovato delicato e allo stesso tempo divertente. Chuck è davvero tenero e simpatico!
EliminaE quindi sei un'estimatrice delle converse? Ma che bella sorpresa. Anche a me piacciono un sacco. ma ormai mi sono data al bianco e non ne esco più fuori! Oltretutto per Chuck bianco è segno di frustrazione...mmm c'ha abbastanza azzeccato!!;)
RispondiEliminaMi è piaciuta molto la tua opinione su questo libro, me lo segno!!:)
Sì sì, Converse colorate a go-go! Oggi le ho azzurro jeans ai piedi... però io non ho un codice come Chuck. Dovrei pensarci...
EliminaInteressante.
RispondiEliminaBenvenuto nel mio blogghino e grazie per aver lasciato un commento. Spero che troverai altri interessanti spunti di lettura nel mio angolo.
EliminaCiao e buona settimana!
Ciao Eva! Io non porto le Converse (quasi mai, almeno) ma ho ADORATO questo libro!! Confermo tutto quello che hai scritto. E mi è venuta voglia di rileggerlo, adesso...
RispondiEliminaAh, alla fine ho scaricato il secondo di Lockwood, non vedo l'ora di cominciare!!!
Ciao, eccomi qui a ricambiare la visita ^_^ .. molto, molto interessante, questo libro! Mi ricorda per certi versi (anche se lì si parla di autismo)"L'amico immaginario" di Matthew Dicks.. mi è venuta una gran voglia di leggere anche questo, adoro i libri che gettando spiragli di luce sulla diversità...
RispondiEliminagrazie per il consiglio!!
ho anche io questo libro da leggere, mi ispirava molto proprio per i suoi disturbi, è un argomento che mi riguarda da vicino e che mi prende sempre tanto. Devo solo trovare il momento giusto per leggerlo, quando mi sento pronta
RispondiEliminaCiao Eva, pure io ho la mania delle converse. Ora le porto blu, ma cambio ogni anno da secoli....
RispondiEliminaNon conoscevo questo libro e me lo segno.
Un saluto da Lea