Ma insomma, è estate oppure no? Almeno a Roma, da ieri c'è un vento fresco (a volte anche freddo), che se da un lato abbassa la temperatura e smorza l'afa, dall'altra - soprattutto la sera - invita alla felpetta e alle scarpe chiuse... non proprio quello che ci si aspetta a metà luglio! Consoliamoci con una nuova lettura...
RECENSIONE
IL REVERENDO, LE ROSE E LE STRAVAGANZE DEL PROFESSORE
Ian Samson
TRAMA: Reduce dalla guerra civile spagnola, ancor giovane, ma già disilluso,
Stephen Sefton è anche completamente al verde. Così, alla vista
dell’enigmatico annuncio per un lavoro che promette buona paga e per il
quale non sono richiesti titoli particolari se non una «ottima presenza
mentale», si candida senza esitazione alcuna. Inizia in questo modo la
collaborazione con il professor Swanton Morley, eccentrico erudito dalle
conoscenze sterminate, per il suo ultimo, grandioso progetto: una
storia dell’Inghilterra, accompagnata da una serie di guide per ogni
regione. Dunque, si parte: la prima tappa è il Norfolk. Ma per la strana
coppia subito cominciano i guai: il vicario di Blakeney viene trovato
morto, impiccato alla corda della campana della sua chiesa... Si tratta
di suicidio? Quali motivi potrebbero aver spinto un uomo di Dio a un
gesto tanto estremo? E se il reverendo, invece, fosse stato ucciso, chi,
tra gli abitanti di quella pittoresca cittadina, poteva volere la sua
morte? Morley e Sefton non si fermeranno finché non avranno tutte le
risposte che cercano... Sullo sfondo sempre piacevole della campagna
inglese, Ian Sansom ci regala una storia coinvolgente e rasserenante,
con due protagonisti che vorremmo non lasciare mai.
Questo è un libro che ho comprato davvero per caso, anzi per ragioni così assurde che ripensandoci c'è quasi da vergognarsene... Gironzolavo nella libreria del mio quartiere, mentre il mio bimbo saccheggiava il reparto per ragazzi (in questo periodo è appassionatissimo dei gialli di Scooby-Doo) e avevo già in mano alcuni romanzi della mia infinita WL, a cui ogni tanto decido di dare una sforbiciata (comprando libri, ovviamente!), quando sono stata attratta dalla sua copertina curiosa e dal suo titolo lunghissimo e abbastanza enigmatico. Il nome dell'autore mi diceva qualcosa, ma non riuscivo a ricordare bene, però il libro mi piaceva perché... beh, perché assomigliava, come formato e dimensione, a quelli che avevo già accumulato nel mio cestino. Sì, insomma, l'ho comprato perché era in formato paperback (odio i libri con la copertina rigida), perché è della lunghezza giusta per me in questo periodo, e perché è ambientato in Inghilterra, una nazione che amo.
Una volta a casa ho scoperto che Ian Sansom è l'autore della fortunata serie del "Bibliobus di Tundrum", di cui io ho letto qualche anno fa solo il primo, "Il caso dei libri scomparsi". Accidenti!, ho pensato. Il libro non mi era piaciuto granché, o meglio, avevo amato molto le ambientazioni del romanzo e lo stile dell'autore, ma il personaggio del bibiotecario ambulante e detective Israel Asmstrong non mi era piaciuto, ricordavo benissimo che mi aveva profondamente irritato sin dalle prime battute, e che ero andata avanti nella lettura solo per scoprire fino a che punto potesse essere odioso.
Avevo paura che sarebbe stato lo stesso per questo romanzo, e invece... E invece ho scoperto un libro molto piacevole da leggere. Certo non è un capolavoro dal punto di vista "giallo", nonostante venga presentato in parte come l'investigazione dei due personaggi per risolvere il mistero in cui si imbattono in un remoto paesino del Norfolk, in Inghilterra: alla fine, la risoluzione dell'intrigo mi ha un po' lasciato l'amaro in bocca, ma non è assolutamente questo il cuore del libro e anzi il romanzo è davvero interessante soprattutto per i personaggi e per le magiche, evocative ambientazioni.
Chi mi segue da un po' forse sa che io amo l'Inghilterra, le sue atmosfere e i paesini incantevoli, le contee così fuori dal tempo popolate da personaggi bizzarri e le abitudini così... inglesi! Il tè delle cinque, la colazione abbondante, l'ombrello portato sempre sotto braccio, anche nelle rare giornate di sole, i panciotti di tweed e la passione per le piccole cose.
Tutto questo si ritrova nell'eccentrico personaggio del professor Swanton Morley, raccontato nelle sue stranezze e manie dal giovane Stephen Sefton, che gli fa da assistente tuttofare in un improbabile, picaresco, emozionante viaggio attraverso l'Inghilterra e le sue contee, cercando di contenere le sue stravaganze mentre intraprendono l'impresa di compilare, nientemeno, una Guida Completa alle Contee dell'Inghilterra. Mentre sono alle prese con personaggi caratteristici, vecchi mulini, allampanati camerieri e silenziose straniere, Stephen e Morley si imbattono in una morte misteriosa, seguita subito dopo da un altrettanto misterioso suicidio.
La storia altro non è se non la "scusa" per indagare le profondità dell'animo umano, e i dolorosi contrasti tra i tormenti interiori degli uomini e l'amenità del paesaggio, tra la bellezza e la tranquillità di una vita rurale e la sofferenza che colpisce tutti, e con cui tutti devono imparare a fare i conti, cercando di conviverci e di ritrovare un po' di serenità.
Due gentiluomini inglesi ci accompagnano in un viaggio surreale e malinconico nell'Inghilterra degli anni trenta, per scoprire che non serve allontanarsi nel tempo o nello spazio per trovare sentimenti e persone tanto simili a come siamo noi.
Alla fine, poco prima dell'alba, trovammo quello che Morley stava cercando.
La lapide era pulita e la scritta chiara e leggibile, come se qualcuno se ne fosse preso cura fino al giorno prima.
"Olivia Swan, amata sorella, morta il 24 aprile 1924, a 20 anni", lesse Morley.
"E' passato molto tempo."
"Ha mai perso qualcuno, Sefton?"
"Sì."
"Allora sa bene che non ne passa mai abbastanza".
Cheers,
Eva
Ciao Eva, non conoscevo questo romanzo, mi sembra molto curioso, già a partire dal titolo!
RispondiEliminaCiao Ariel, in effetti è proprio il titolo che mi ha attratto maggiormente... se lo leggi, vienimi poi a dire cosa ne pensi, perché è davvero curioso!
EliminaCiao Eva! Molto interessante questo romanzo...prendo nota! :-)
RispondiEliminaSpero che possa piacerti! E' insolito e particolare, a me lo stile dell'autore è piaciuto molto!
EliminaCiao Eva, divertente la spiegazione di come hai acquistato il libro! Il romanzo pare interessante e magari provo a vedere se lo trovo in biblioteca.
RispondiEliminaCiao da Lea
Ciao Lea, se lo leggerai sarò davvero curiosa di sapere il tuo parere! Non ne ho letto da nessuna parte, ero veramente all'oscuro di qualsiasi informazione su questo titolo!
EliminaChe bella copertina. Anche io ne sarei rimasta attratta, ma non scelgo mai gialli da leggere, anche se poi alcuni sono comunque belli.
RispondiEliminaPerò troppo bello che il tuo bimbo abbia già le sue voglie letterarie! Che tenerezza pensarlo tra gli scaffali^_^
Ciao Eva, sono arrivata a te vedendo il tuo commento al libro da Elisa, la Rrrrrampante! 😉
RispondiEliminaIo l'avevo terminato Israel che era iniziato come un "No, Uffa!" ed è terminato con un.... "però, dovrò leggerne un secondo".
Eh beh, dopo la Vs recensione quasi in simultanea.... non mi resta che cercare il libro e farmi ammaliare!
Io non ho blog mio proprio. Mi trovi in FB come Marina Morassut e in collaborazione nel blog Librodopolibro.
Piacere di averti conosciuta e buona giornata, Marina